ARTISTI SALENTINI / FERNANDO LOMASCOLO
di Raffaele Polo______
Se n’è andato di recente il professor Fernando Lomascolo, nato e vissuto a San Pietro Vernotico, dove aveva il suo grande e particolare studio.
L’arte, per lui, era tutto. E insegnava e operava, utilizzando un po’ tutte le tecniche ma prediligendo la grafica calcografica, possedeva un torchio litografico di ottima fattura, dal quale creava le sue composizioni ricche di suggestioni e tecniche conclamate e sperimentali.
Diciamo subito che, fino a qualche decennio fa la ‘litografia’ era un’arte personale e raffinata, realizzata da valenti artisti-tecnici che utilizzavano gli strumenti tradizionali di questa scelta artistica: la pietra litografica e la speciale matita ‘grassa’, oltre agli inchiostri, i rulli e, soprattutto, il torchio che aveva caratteristiche particolari che facilitavano la riproduzione seriale.
Allora una litografia ‘originale’ si riconosceva anche dai segni che caratterizzavano la stesura dei vari colori, ovvero delle crocette che servivano a porre i fogli nella identica posizione, per permettere che le tinte andassero esattamente al loro posto, come suggeriva la volontà dell’autore…
Lomascolo era innamorato di questa tecnica, ha prodotto tante litografie, una più bella dell’altra. Ma la più bella, certamente, è quella che campeggia nel mio studio e che è una vera e propria quintessenza di quello che può albergare nell’animo di un salentino che, al di fuori da stereotipi appiccicati, vede la sua terra, la sua esistenza proprio come il portiere che si inarca nel tentativo di parare il beffardo pallone che entra nella sua rete. E la delusione, la sconfitta si leggono nei suoi lineamenti, nel volto che non nasconde lo sforzo e il dolore, in quell’armonico contorcersi di un corpo che sfida la gravità e si libra nel terso cielo salentino, dove in lontananza si intuisce il mare e la natura assiste indifferente al dramma di chi subisce un gol che per lui vale tutto…
Sì, il Salento, i salentini sono proprio così: protesi all’estrema difesa della propria identità, rassegnati alla sconfitta ma orgogliosi e pronti a tuffarsi ancora e ancora per colpire quella maledetta sfera che si infila beffarda e si perde nel vuoto e nella memoria…E il mare, la campagna, la serena abitazione rurale, la palma sono sempre lì, agognato rifugio che simboleggia la realtà positiva della nostra terra che viene eternamente sconfitta nella impari contesa.
Lomascolo ha sintetizzato tutto questo, ha esemplificato una ridda di sensazioni e sentimenti in questa litografia che è un ‘fissa immagine’ senza tempo, curata e rifinita nei minimi particolari e che dà una realistica ed eccezionale impressione di volume e movimento, riuscendo a coinvolgere totalmente l’attenzione e lo sguardo di chi, sulle prime, non riesce a comprenderne bene lo sviluppo.
C’è, in questo prezioso capolavoro, tutto il nostro essere, tutta la nostra storia.
Il bravo professore Fernando ha interpretato al meglio l’aria, il respiro, l’atmosfera della nostra terra. Sfiorando la poesia di Saba (ve lo ricordato ‘Goal!’ che ci piaceva imparare a memoria, anche se non la comprendevamo appieno…) e la drammaticità di una Terra costretta, da sempre, a difendersi a denti stretti.
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