NOVITÀ EDITORIALI / ESCE PER iQdB EDIZIONI UN BEL SAGGIO DI FRANCESCO APRILE DEDICATO AL POETA FRANCESCO SAVERIO DODARO RECENTEMENTE SCOMPARSO
di Chiara Evangelista______
Esce per “I Quaderni del Bardo Edizioni” di Stefano Donno “DÒDARO: Dal battito creatore alla rifondazione dell’anthropos” (pp. 288, € 13,32) di Francesco Aprile.
Francesco Saverio Dòdaro (Bari 01/08/1930 – Lecce 09/02/2018) è stato poeta, poeta visivo, saggista, filosofo, teorico dell’arte e della letteratura, narratore, studioso del libro e delle sue forme. Questo è il lavoro più esaustivo che ad oggi sia uscito su di lui.
Francesco Aprile, 35 anni, di Lecce, è un poeta visivo, autore di scritture asemantiche. Ha fondato nel 2014 insieme a Cristiano Caggiula la rivista Utsanga.it
L’autore del libro, racconta così la genesi del lavoro e la figura pragmatica dell’artista salentino: “Illuminante e socratico, capace di insegnare coi silenzi, di far maturare e far venire fuori senza imporre nulla. Perché tutto questo? Solo per ricordare a me stesso quanto quelle parole e quei silenzi abbiano fatto crescere intere generazioni, qui, nel Salento.
Pragmatico eppure visionario, attento osservatore del suo tempo, ha saputo tessere rapporti col mondo, facendo del Salento quello che Antonio Verri chiamava ‘il Salento europe’ e di cui Dòdaro, a detta di Verri, era una delle colonne.
Una figura volutamente appartata, per rifiuto di ogni ribalta, che ha donato se stesso agli altri, anteponendo poesia e crescita dei giovani a ogni tornaconto personale. Colpevole soltanto di purezza. Un autore capace di tenere insieme ricerca letteraria e tensione sociale, rivolto al mondo, ma senza dimenticare il territorio. Nel libro ho voluto raccogliere questo e molto altro, affrontando l’opera più che cinquantennale di un autore che ha sempre guardato al mondo e alla poesia nell’ottica di una ricerca esistenziale profonda”.
La poetica di Dodaro è segnata dall’altro come luogo di scrittura e responsabilità. Si salda il linguaggio come congiunzione, si scava ai limiti della parola. S’intende il soggetto come luogo dell’altro, il discorso come luogo dell’alterità. Ma la modulazione di questa immanenza non è mai determinata ed esaurita. Scavare l’altro della scrittura vuol dire indagare la porosità della materia autorale.
Di seguito riportiamo alcuni versi del poeta:
«Ho bruciato il dizionario.
Duemila pagine.
Ottantamila voci.
Una sola parola, tutto il resto una metafora»
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