XYLELLA / FORUM AMBIENTE E SALUTE. E DELUSIONE

| 12 Novembre 2020 | 1 Comment

(g.p.)______Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Giovanni Seclì, del Forum Ambiente e Salute, ci manda per conoscenza la lettera aperta da lui scritta oggi al già nominato assessore all’ agricoltura della Regione Puglia.

La pubblichiamo qui di seguito integralmente.

Ad una prima lettura, qui in redazione, a caldo, la lettera aperta scritta dal Forum Ambiente e Salute, ci pare una grossa delusione.

Come e ancor di più della “rivoluzione copernicana” operata a suo tempo al riguardo dai Cinque Stelle.

 

Una resa incondizionata, forse, al potere economico e politico, che, come documentiamo da anni sul nostro quotidiano, sempre nella pluralità degli interventi ospitati e sempre con dovizia di argomentazioni, è responsabile di quella che continueremo a chiamare la frode Xylella.

Noi.

Il Forum Ambiente e Salute, che fino a qualche anno fa presentava esposti alla magistratura e denunciava le speculazioni in atto, evidentemente, o ha cambiato idea, o si è arreso.

Opzioni, sia chiaro, ci mancherebbe altro, che nella vita sono entrambe sempre possibili e lecite.

Ma…

Ma magari, si è solo politicamente riposizionato sull’asse Pd-M5S che anche a Bari, come avvenuto già a Roma, in queste ore pare stia…germogliando.

Non un accenno alla lotta e alle colpe dell’uso dei fitofarmaci, nessuna attenzione alla specificità del territorio, niente denuncia delle speculazioni in atto.

In ogni caso, la proposta dei parchi della memoria e dei nostri fratelli ulivi trasformati in statue senza vita, da sola, subito, spezza il cuore.______    

Egr. DONATO PENTASSUGLIA                                                                                               ASSESSORE  AGRICOLTURA  REGIONE PUGLIA

 

 Augurando un lavoro proficuo   a favore della rigenerazione  dell’agricoltura salentina e pugliese  –in funzione   degli obiettivi primari quali la  promozione economica e  la  tutela ambientale, in raccordo con altri della cultura e della produzione-  evidenziamo due problematiche sulle quali   auspichiamo un approccio della Regione nuovo, più dinamico, propositivo  e  consapevole  delle criticità e delle potenzialità connesse.

  • Il reimpianto incentivato degli ulivi delle sole due cultivar  considerate “tolleranti” rischia di  riproporre  scenari di monocultura, con eventuali  estese criticità fitopatologiche , ambientali (risorsa idrica), di conseguenza anche economiche.   Infatti vengono segnalati alcuni  casi di disseccamento  anche di  tali due cultivar, che potrebbero in seguito accentuarsi. Ciò deve  essere tenuto presente dalla Regione, va reso noto  all’opinione pubblica e agli operatori agricoli per promuovere  scelte agronomiche consapevoli e differenziate; pertanto va  favorita la possibilità –già sollecitata anche da alcune associazioni di categoria-  di reimpiantare  altre essenze   – nel settore della frutticultura, dell’ imboschimento, etc-   soprattutto  in terreni    rocciosi-collinari,  nel rispetto pur dinamico  del paesaggio e della risorsa idrica.                                   Non riproporre monocultura  olivicola, ma  promuovere la biodiversità: il faro  guida della rigenerazione agricola e quindi ambientale del territorio. Servono una visione  e una prassi  lungimiranti;  vanno emarginati e  disincentivati approcci miopi prevalenti  (es. “ intanto prendo i soldi del reimpianto; poi  se  fra qualche anno disseccheranno …”)a causa delle criticità connesse ; la   gestione  di interessi di  categoria non va avallata  passivamente, ma  va incardinata in  una progettualità più ampia e di lungo respiro.                                          
  • Quindi un piano organico, attento alla complessa  interazione multifattoriale  del settore agricolo, in particolare  nel suo  ruolo di contrasto alla desertificazione in atto nel Salento, alle criticità ambientali e sanitarie  legate alla scarsità idrica, all’inquinamento e consumo del suolo agricolo, alla salubrità dei prodotti, alla ricaduta generale   sulla qualità della vita.

Si impone in particolare  un progetto-processo  di  piantumazione di  diversi milioni di alberi  (uno degli impegni  della campagna elettorale di Emiliano) oltre quelli  incentivati dal decreto  MIPAAF  di espianto-reimpianto.  In tale  campagna ,  pianificata  e resa operativa dalla Regione, vanno coinvolti gli enti locali e le aziende agricole ,  condizionando alla loro adesione il diritto a percepire i contributi comunitari (adeguatamente incrementati),  ancora erogati anche  per gli uliveti disseccati e abbandonati.

2-L’espianto  di milioni di  ulivi va accompagnato da   un parallelo percorso virtuoso per il legno pregiato per l’ebanisteria e  per i tronchi monumenti naturali già tutelati dalla Regione:  è un crimine culturale, economico, sociale l’indifferenza  prevalente  (accompagnata forse anche da alcuni interessi)  che avalla il loro quasi totale  incenerimento in atto,  in centrali   a biomassa con prezzi di pochi euro al quintale.  Invece una parte non esigua (comunque  dell’ordine di almeno il 20%,  quindi di centinaia di migliaia di quintali di legno pregiato)  dovrebbe trovare  una destinazione artigianale, con  ritorno economico, professionale, culturale per il territorio. E’ un dovere della Regione renderla operativa, già creando centri di raccolta e stoccaggio.  Non  è solo un’ipotesi peregrina: è una pratica attuata già da  una grande azienda  olivicola salentina in agro di Veglie, dove gli ulivi espiantati su  circa   50 ettari sono stati contestualmente  trasformati da macchinari  in assi prelavorate,  con destinazione parquettifici del nord:  il ricavo per l’azienda  è stato assai superiore rispetto alla combustione , il messaggio  propositivo , rispetto a quello gretto e miope  della  destinazione del legno   all’incenerimento.            Finora invece l’inedia e   l’incapacità degli amministratori   continua a deprivare  il territorio  di una sua pregiata materia prima  -irriproducibile  nei prossimi decenni- distrutta o “emigrata”  a favore del nord: non viene promosso   lo sviluppo di professionalità e il ritorno economico e culturale per il Salento. E’ un dovere  da parte della Regione  riproporre e sostenere in modo più ampio ,  strutturato e operativo il  predetto esempio, come   processo virtuoso da attuare sul territorio, attivando così  una  organica  filiera di ebanisteria e di artigianato anche semindustriale, utilizzando risorse  già stanziate nel decreto Bellanova                                                                                  

I tronchi monumentali andrebbero auspicabilmente  conservati almeno  -pur dissecati nei rami , ma sempre  vivi nei polloni- nei campi del reimpianto, rispettando e guidando  le scelte degli agricoltori: in  subordine ,  se rimossi -conservandone l’integrità scultorea- ,  vanno reimpiantati , magari  in” parchi della memoria” (lo sostiene il prof. Giuseppe Fontanazza, “padre” della “favolosa”), oppure  destinati ad essere ospitati, quali sculture previo  adeguato trattamento  nel Salento,   in locations  preferibilmente pubbliche e non solo nazionali.                      Perché gli amministratori, le associazioni, gli operatori agricoli e artigianali del Nord-est hanno trovato soluzioni virtuose per  una parte non esigua  dei milioni di tronchi, divelti  dalle trombe d’aria in  pochi minuti  ; mentre  gli stessi soggetti pugliesi  finora non  hanno avuto  analoga capacità reattiva e progettuale,  almeno a favore di  una parte dei nostri tronchi millenari e del pregiato legno degli ulivi, pur in uno scenario di  espianto programmato, che permetteva di pianificare un’operazione virtuosa?     Una delle grandi “colpe del Sud”,  per evocare  la denuncia di C. Scamardella direttore del Quotidiano.     

                                                                                Occorre  recuperare ritardi e  avanzare progetti, che drenino risorse anche del Recovery fund per costruire uno scenario complesso, multifunzionale di rigenerazione agricola, ambientale, economico-professionale per il territorio.

Due puntualizzazioni  specifiche :

  • Diverse sperimentazioni sono state finanziate  a enti di ricerca  regionali e non solo. L’ultimo chek-up  sulle stesse è avvenuto nel giugno 2019 presso l’Unisalento : alcune ricerche  si presentavano in stato avanzato e con  promettenti prospettive. In particolare  quella del prof. Ciccarella di Unisalento ,  basata sulla veicolazione negli ulivi di elementi  di contrasto della xylella attraverso vettori nanotecnologici,  presentata in modo ottimistico  anche in altre sedi autorevoli. Tra le  straniere  si  vuol ricordare  solo quella di C. Gonzalez, il cui coktail di batteriofagi aveva azzerato la xylella su vite americana: lo stesso ricercatore  dichiarava di esser fiducioso che  il protocollo sarebbe stato efficace anche per contrastare il batterio negli ulivi pugliesi. E’ stato coinvolto dalla Regione ?  Non risultava da uno scambio di messaggi  del Forum con il ricercatore USA, che si diceva disponibile ad impegnarsi. Infine quali novità per l’acetilcisteina NCA, da  molti anni  valida per contrastare gli effetti della xylella sugli agrumi brasiliani,  evocata anche dai ricercatori del CNR di Bari?  E’ doveroso fare il punto in merito.

 

b- sugli innesti: dichiarazioni pubbliche anche “autorevoli”  (l’ultima su tg Puglia del 6 novembre) affermano che  la finestra utile  per gli innesti –sollecitati  giustamente per i monumentali della Piana degli ulivi- è ristretta al periodo maggio-giugno. Ancora un messaggio impreciso che non favorisce gli interventi utili:  già  C. Moschettini, scienziato salentino del XVIII sec.,  nel suo lavoro “Della Brusca malattia degli ulivi di Terra d’Otranto” (1777),  sollecitava  l’innesto, della allora “resistente”  cellina sull’ogliarola (vittima principale dell’epidemia del disseccamento  nell’ultimo ventennio del XVIII sec.) da eseguire  preferibilmente in periodo autunnale (pag. 162).  Pratica non del tutto  abbandonata , che permette di raddoppiare il periodo d’intervento a tutela dei monumentali.

Distinti saluti

Per il Forum ambiente e salute  Lecce

Giovanni Seclì ______

LA RICERCA nei nostri due ultimi articoli dedicati alla questione, in ordine cronologico, dell’8 e del 15 settembre scorsi

L’INTERVENTO / LA QUESTIONE XYLELLA AD UNA SVOLTA. RECUPERO OLIVETI AUTOCTONI: WORK IN PROGRESS

LA XYLELLA? “Una scusa per le loro speculazioni, una cosa che non esiste, perché si trattava solo di inquinamento dei terreni”. PAOLO MADDALENA DA’ RAGIONE AI TANTI CHE SI SONO BATTUTI CONTRO LA TRUFFA, NONOSTANTE INSULTI ED EMARGINAZIONE. LA VERITA’ STA VENENDO FUORI. ORA I RICORSI DAVANTI AL GIUDICE NELL’INTERESSE DEI PUGLIESI

 

 

 

 

 

                                                                                                                                                                                                                                        

 

 

 

Category: Cronaca, Cultura, Riceviamo e volentieri pubblichiamo

About the Author ()

Comments (1)

Trackback URL | Comments RSS Feed

  1. Salvatore ha detto:

    L’agro salentino oggi, con questo clima senza burian rigido in pianura, potrebbe accogliere coltivazioni energetiche di prima categoria come ad
    esempio la canna da zucchero. Oggi nel Sud è possibile la coltivazione,
    ed il Salento è tra le zone migliori, avendo a disposizione in zona anche ottime risorse idriche..che potrebbero integrare l’acqua invernale per aumentare la produzione.
    Per l’olivicoltura la produzione potrebbe spostarsi in Sicilia, lontana
    dalla xylella e con clima e territori idonei alla coltura.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Connect with Facebook

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.