“La lotta all’ingiustizia, il lavoro, la conoscenza, la bellezza, il sacro, l’energia creatrice, i diritti dell’anima oltre a quelli dell’uomo, la sopravvivenza della Madre Terra…”. IL POETA E SCRITTORE GIUSEPPE YUSUF CONTE LANCIA L’APPELLO ALL’IMPEGNO CONCRETO PER UNA VERA RIVOLUZIONE CULTURALE “che travolga il presente e prepari il futuro”
(g.p)______Un formidabile, implacabile, lucido J’accuse. Ma poi pure un messaggio di speranza, pur in questo particolare momento storico, anzi, proprio in questo particolare momento, che parte dall’analisi e dalla denuncia della distruzione operata in tutti questi anni, e si apre alla fine in un vero e proprio appello rivolto a chi voglia impegnarsi:
può rinascere una nuova cultura rivoluzionaria
che travolga il presente e prepari il futuro.
Il poeta e scrittore Giuseppe Yusuf Conte (nella foto) ha diffuso pochi minuti fa dal suo Diario di Facebook una Lettera in versi al ministro Dario Franceschini sulla morte della cultura che qui di seguito riproduciamo integralmente______
Mi ascolti, ministro Franceschini,
lei che ha un curriculum politico
tanto ricco quanto è povero
quello del suo premier, e scrive
romanzi tradotti anche in francese ,
ed è giurato allo Strega
(dovrò dunque chiamarla un po’ collega?),
a chi mai
nel suo attuale governo dovrei rivolgermi,
se non a lei?
Vengo a seppellire la cultura, quando vorrei
tesserne le lodi.
La cultura che il suo governo attuale ,
sotto i colpi terribili della pandemia,
ha finito per assassinare
dopo che dai governi passati
era già stata ferita al cuore,
Eppure lei, ministro, è uomo d’onore.
La cultura è quello che c’è nell’uomo di umano ,
che va salvato se non vogliamo ricadere
nella barbarie degli istinti primordiali
o diventare taciti zombi, nell’insano
disegno che ci vuole macchine consumatrici
al servizio dei pochi signori dell’economia globale
che la pandemia arricchisce smisuratamente mentre smisuratamente impoverisce le masse.
Perché , ministro Franceschini, perché, cosa vale
chiudere i teatri, già in crisi ? E il cinema ?
Per anni sono piovuti finanziamenti
per produrre i film , miserevoli per lo più,
di amici degli amici degli amici.
Perché oggi non usare denari pubblici
per aiutare le sale a restare aperte in sicurezza ?
E le sale di concerto? Riccardo Muti,
in Italia oggi uno dei pochi giusti ,
insegna quanto può far bene all’anima
ascoltare la grande musica suonata
da grandi orchestre.
Lei, ministro, ascolta solo un cantautore?
Eppure lei è uomo d’onore.
Perché non aiutare le librerie, tutte e soprattutto
le piccole e indipendenti a sopravvivere?
Le librerie dovrebbero essere aperte almeno quanto
i supermercati alimentari, perché anche nelle librerie
si compera il cibo , anche se per l’anima.
Come preservare quello che resta
delle edicole, colpite già da tempo da una moria terribile? il loro spazio di libertà e informazione concreto, nel cuore non virtuale delle città?
Come aiutare le case editrici a continuare
senza tagli e strozzature la loro opera
di produttrici di cultura?
E le Biblioteche, come non capirne il ruolo sociale, come non progettare di moltiplicarle
multimediali in ogni quartiere?
Possibile che l’aggregazione giovanile
passi soltanto per questa cazzo di movida?
Lo dica , ministro Franceschini, e non si nasconda
dietro cifre generiche, non imiti il tono
compiaciuto e vacuo del suo attuale premier …
daremo 200 milioni…
i miei coglioni
promesse spazzatura, sin che dura
a chi li date, e quando, e come? e senza errore?
Eppure lei, ministro, è uomo d’onore.
Cultura è la scuola. Dica ai suoi colleghi
di non ridicolizzarla con i banchi a rotelle.
Piuttosto, lei lo sa chi è che nel chiuso delle belle
Stanze del Palazzo , del Ministero stabilisce
cervelloticamente i programmi scolastici,
senza trasparenza e senza autorita’
né culturale né spirituale, seguendo effimere
mode socio-antropologiche?
Chi è quel genio che ha novecentizzato i programmi
di letteratura per i nostri Licei,
a rischio di imbottirli di straccioni
e ha cancellato Tasso, Alfieri, Parini , Foscolo, Manzoni, il tessuto connettivo, la spina dorsale
della nostra lingua e della nostra identita’
di italiani-europei?
Cultura sono gli ospedali e tutto
ciò che concerne il diritto dei cittadini
di ricevere le cure adeguate.
Perché tragicamente abbiamo avuto
e ancora oggi tragicamente abbiamo
così pochi posti in terapia intensiva,
rispetto per esempio alla Germania,
che ne ha più di tre volte più di noi ?
Cos’è stato il marasma delle mascherine,
arrivate così in ritardo per imbrogli e manfrine?
E le mancate attrezzature
di protezione dovute a medici e infermieri,
che hanno avuto tra loro tante vittime?
E perché tra maggio e settembre, 5 mesi,
150 giorni, niente si è preparato per affrontare
la seconda ondata del virus?
Cultura è il lavoro, che avete avvilito
preferendo e diffondendo il sussidio e la regalia,
è il lavoro che va preservato, protetto, incentivato
a ogni costo, è creando lavoro, diffondendo l’idea
della dignità e della bellezza del lavoro
che si combattono ingiustizia e poverta’.
Cultura sono i trasporti, e tutto ciò
che riguarda il diritto dei cittadini alla mobilità.
Perché violentare la nostra intelligenza , prenderci
per il culo con i bonus monopattini
e i bonus vacanze? Perché oggi i treni locali
sono ancora in balia di caos e contagio, senza controlli? Ne prenda uno, ministro, e vedrà.
Cultura sono persino i caffè e i ristoranti.
Nati i primi dall’Illuminismo anche come spazio
di informazione e confronto oltre che di piacere,
nati i secondi dalla Rivoluzione francese, quando cuochi delle grandi famiglie aristocratiche
uscirono dai palazzi dei padroni decapitati o esiliati
e si misero a cucinare per tutti.
Democrazia è anche libertà di frequentare
caffè e ristoranti a tutte le ore,
ci ha mai pensato, ministro Franceschini ?
Eppure lei è uomo d’onore.
Cultura è la natura, i boschi, i parchi, i giardini.
Parole che non ho mai sentito pronunciare
da nessuno del suo governo , e neppure di quelli
che lo hanno preceduto.
Pensi che valore avrebbe avuto
il centro delle nostre città disinquinato,
con aria pulita, con verde e fiori
proprio nel momento di una pandemia.
Cultura sono le chiese. Le chiese cristiane. Le moschee. Le è sembrato giusto chiederle, mentre
erano aperti i supermercati?
Crede che saranno chiuse di nuovo?
Ha forse pensato che una società di uomini liberi
possa vivere abolendo ogni spazio del sacro, ogni amore per la sacralità della vita?
Eppure lei è uomo d’onore.
Non parlo per contraddirla, ministro Franceschini,
sono qui per dire quello che so.
Tutti a parole amano la cultura, forse persino
qualche membro del suo governo. Invece
dovreste piangere per lei. Se foste uomini d’onore, piangereste per averla assassinata.
Ma la cultura seppellita può risorgere,
può rinascere una nuova cultura rivoluzionaria
che travolga il presente e prepari il futuro
che metta al vertici dei valori della societa’
l’umano, la lotta all’ingiustizia, il lavoro,
la conoscenza, la bellezza, il sacro,
l’energia creatrice, i diritti dell’anima
oltre a quelli dell’uomo, la sopravvivenza
della Madre Terra, del mare implasticato, delle api decimate, delle foreste che bruciano.
Lei ne sa niente, ministro Franceschini, di come
può salvarci la cultura
dalla distruzione e dall’orrore?
Eppure lei è uomo d’onore.
La saluta così
Giuseppe Conte, lo scrittore