E’ APPENA USCITA UNA RACCOLTA DEI RACCONTI SCRITTI DA ANTONIO NAHI: SONO UNA “testimonianza di emozioni, sentimenti e buoni propositi che ci vengono proprio dalle nostre radici, dalla nostra terra, dai nostri nonni”
di Raffaele Polo______
In un momento non particolarmente propizio per le pubblicazioni di libri, esce comunque ‘La tarantata di San Foca e altri racconti’ (edizioni Antezza, s.i.p) di Antonio Nahi (nella foto, un suo ritratto), poeta, scrittore, artista tout court, che indossa la divisa della Polizia Municipale per la quale ha, naturalmente, un forte senso di condivisione e appartenenza.
E, come tutti gli intellettuali, Nahi non manca di percorrere le vie della poesia e della prosa, facendone un cammino di esaltazione e ricordo per un passato ancora vivo, tangibile, illuminante per chi voglia, appena appena, grattare sotto la labile superficie della nostra quotidianità, fatta di supermercati, telefonini e computer…
No, assolutamente no, ci dice con forza Tonio: la nostra, più che una semplice funzione di laudator temporis acti, è una testimonianza ferma nel voler ricordare e corroborare emozioni, sentimenti e buoni propositi che ci vengono proprio dalle nostre radici, dalla nostra terra, dai nostri nonni…
E, con la sua innata predisposizione al narrare, ecco che il Nostro diventa autore di numerosi, intriganti racconti che, questa volta, sono riuniti in una sorta di antologia, prendendo a piene mani da precedenti pubblicazioni e scegliendo il meglio per sottoporre all’attenzione del lettore la meravigliosa realtà di un mondo perduto ma sempre presente nella memoria dei meno giovani.
Ecco, allora, balzare dalle pagine di questa intrigante sequenza di brevi storie, i personaggi (Lu Ginu te la Elena, Cosimino lu Vita, Il fante Raffaele Ramirez, Narduccio Valente, Carlo Cerova, La zi’ Angila, La surda “pe…pe…”, La Zi’ Anna te li mustazzoli, Lu Cici Palese de li morzi), ma anche quello che le cronache e i racconti tradizionali, i cunti, rammentano ancora e tramandano.
Sempre più flebilmente, i verità; perché si è perduta, ahimè, anche l’abitudine per quella trasmissione orale tra i vecchi e i giovanissimi su cui è stata costruita, da sempre, la progressione dell’appartenenza alla propria comunità, oggi limitata, magari, solo al tifo per la locale squadra di calcio o pallavolo…
Il Comandante Nahi, peraltro, come appare da questi racconti? È diverso dall’integerrimo ufficiale che vediamo, sempre indaffarato, per le vie del paese e per le marine? E il suo procedere è ‘con la divisa’, magari la grande uniforme, anche nello scrivere?
Non sembrino interrogativi trascurabili: perché, proprio rispondendo a questi interrogativi, possiamo capire il valore e l’efficacia del messaggio che Tonio Nahi vuole condividere con noi.
Diciamo subito che, in effetti, c’è una piacevole coerenza tra la figura del ‘comandante’ e l’estensore degli scritti che lo contraddistinguono.
In tutte e due le vesti, Nahi si pone al centro dell’attenzione, ma lo fa senza apparire, con fermezza e precisione, per raggiungere, subito, lo scopo che si prefigge. Questo spiega, ad esempio, perché sceglie di far precedere ogni suo racconto da una breve postilla esplicativa, non lasciando assolutamente nulla alla capacità interpretativa del lettore. ‘Questo è quello che voglio dire. E tu, amico che mi leggi, non ti confondere e stai attento!’ pare dirci sotto traccia il Comandante. Che è lo stesso che, con meticolosa precisione, provvede a disseminare tutte le strade del suo paese con segnali stradali e segnaletica orizzontale, per adempiere ad una fondamentale idea cui tiene moltissimo: la sicurezza stradale.
E anche nei racconti, notiamo la profusione di questi segnali che aiutano a procedere speditamente per la strada segnata, raggiungendo l’epilogo che, come nei racconti didattici di Esopo prima e di Fedro poi, hanno tutti una morale, un insegnamento che ci viene esposto con delicatezza ma anche con un pizzico di malinconia, un po’ come la Befana del Pascoli che sta sul monte, vede tutto ma…. non può intervenire a raddrizzare i mali del mondo e, per questo ha una profonda ruga sulla fronte…
Allora, Tonio Nahi, da vero nocchiero di nave alle prese col mare agitato, provvede a calmarci e rassicurarci, tornando indietro nel tempo, mescolando realtà tramandate con la fantasia e aggiungendo considerazioni di malinconico rimpianto per quel ‘come eravamo’ che, ormai, è rimasto solo un piacevole ricordo, come un sogno che ci ha rallegrati ma che, al risveglio, ci fa constatare la dura realtà….
Lasciamoci, allora, guidare dalla sua verve sicuramente ispirata e coinvolgente. E non ci spaventiamo, non ci adombriamo, non facciamoci prendere dalla gelosia per le medaglie che ostenta sul petto e per i successi letterari che costellano la sua carriera di scrittore. Sono, anche questi, simboli di una profonda sincerità e della voglia di convincere che il bene, il lavoro, la cultura, alla fine sono sempre premiate.