HAPPY CASA BRINDISI, OBIETTIVO CRESCITA NONOSTANTE LA PANEDEMIA
Poco più di dieci anni fa, Brindisi festeggiava la prima promozione nella Serie A di basket. Un risultato eccezionale per una realtà nata ad inizio degli anni 2000 ma logico vista la crescita esponenziale, stagione dopo stagione, nell’organizzazione societaria.
Oggi la New Basket Brindisi, che quest’anno ha come main sponsor Happy Vita, è una realtà consolidata, di certo quella di riferimento per il movimento cestistico nel Sud Italia dopo la sparizione di piazze storiche come Caserta. Tre partecipazioni ai playoff, due finali di Coppa Italia (l’ultima disputata a febbraio e persa contro Venezia), presenza fissa nelle coppe Europee (quest’anno partecipa alla Champions League): Brindisi non vuole fermare la sua crescita nonostante le gravi difficoltà economiche che affliggono in generale tutto il sistema basket italiano e più in particolare club che non hanno alle spalle grandissimi gruppi o proprietari facoltosi.
Oggi la Happy Vita si gode un inizio di Serie A di altissimo livello (quattro vittorie di fila dopo lo scivolone iniziale a Venezia, secondo posto in classifica alle spalle dell’Olimpia Milano) e può essere, almeno stando alle quote dei migliori bookmakers italiani elencati anche suI sito gambler.biz/it, la grande sorpresa di questo campionato.
I motivi della crescita
Quello del club salentino è un piccolo miracolo, poco da dire. Il budget stanziato quest’anno, utile a coprire ingaggi, staff tecnico e tutto quanto serve a portare avanti la stagione, è di 3 milioni di euro, lontanissimi dai colossi come, appunto, Milano, o come la Virtus Bologna (in odore di Eurolega).
Per restare ad alti livelli, allora, si è fatto ricorso all’unica strada possibile: la solidità finanziaria e una struttura consolidata della società. A capo, ormai da otto anni, del club c’è il presidente Nando Marino, mentre Simone Giofré svolge con grandi risultati il ruolo di direttore sportivo, ormai da tre anni a questa parte. Il “triangolo operativo” è chiuso ovviamente da coach Frank Vitucci che a dicembre festeggerà i tre anni in panchina. Un sodalizio destinato a continuare, considerate le parole del diretto interessato che più di una volta ha spiegato quanto si sente a suo agio nel capoluogo pugliese “Questa terra ti regala cordialità e generosità, qualità che fanno la differenza e che si sentono maggiormente rispetto ad altre piazze al nord”.
Dal suo canto, il presidente Marino conferma le grandi difficoltà economiche derivate dall’emergenza sanitaria e dalla chiusura pressoché totale dei palazzetti: “Non possiamo nascondere le difficoltà, siamo l’unico club del sud in Serie A e questo lo dimostra. Se poi si pensa che la vendita dei biglietti per noi rappresenta normalmente circa il 30% del budget si capisce quanto questa crisi possa essere pesante per noi. Dalla nostra parte, però, abbiamo passione, la volontà dei soci, sparsi in tutta la regione, di portare avanti il progetto con tante sponsorizzazioni e l’associazione ‘Vola a Canestro’ che rende i tifosi pienamente partecipi col 10% delle quote”.
Allo stesso tempo, i progetti sono comunque concreti: “Il prossimo obiettivo sarà il nuovo palasport da 7mila posti”, questa la “promessa” di Marino riportata di recente anche dalla ‘Gazzetta dello Sport’.
L’ennesima rivoluzione estiva
Dal punto di vista tecnico, il successo di Brindisi si deve ad uno scouting di altissimo livello che permette di rivoluzionare il roster praticamente ad ogni stagione senza compromettere la competitività. 4/5 del quintetto base dello scorso anno è svanito (Banks, Brown, Stone e Martin), in compenso è stato costruito un organico qualitativo e profondo forse come non mai.
Al talento di D’Angelo Harrison, point guard che ha tutto per fare la differenza nel nostro campionato, si aggiungono i vari Bell e Willis (due che in Eurolega ci starebbero alla grande) senza dimenticare Krubally (che a nemmeno 30 anni è uno dei veterani del gruppo), Perking e i vari italiani come Zanelli, Cattapan, Visconti e Gaspardo.