SOLETO – LA STREET ART ENTRA A SCUOLA…ossia quando l’imbianchino si fa chiamare pittore?
Per tre giorni l’Istituto Comprensivo di Soleto si è trasformato in un laboratorio d’arte: la “street art” è stata il catalizzatore dell’intero evento e il mezzo di comunicazione per una corretta riqualificazione degli ambienti urbani e dei rapporti tra persone e territorio. L’iniziativa, promossa dal Comune di Soleto, dall’Istituto Comprensivo e dallo Sportello Informa Giovani, si è avvalsa del lavoro degli artisti del collettivo Street Art South Italy, una realtà prevalentemente pugliese, nota a livello internazionale, grazie alla qualità delle opere realizzate e alle collaborazioni e partecipazioni a contest europei.
I ragazzi dell’Istituto Comprensivo hanno avuto l’opportunità di conoscere le tecniche, la storia e le modalità della “street art”. L’arte di strada, talvolta, è intesa erroneamente in maniera negativa come atto vandalico; in realtà oltre ad avere pari dignità rispetto ad altre forme d’arte, per le emozioni e i principi che trasmette, ha un valore aggiunto: è un modo nuovo di intendere il rapporto tra l’uomo e l’arte; è un arte che parte dal basso ed è una formula per sviluppare nuova socialità e una rinnovata vivibilità delle aree urbane, magari degradate o abbandonate.
Gli artisti del gruppo hanno rivelato agli alunni come nascono e si sviluppano i progetti di “writing urbano” coinvolgendo chiunque abbia avuto voglia di cimentarsi o semplicemente capire tecniche, metodi e principi degli street artist.
Un’occasione, inoltre, per imparare a liberare la propria creatività nel circuito cittadino, per favorire la socializzazione e educare i giovani alla legalità e al rispetto dell’ambiente urbano attraverso l’arte di strada.
(ndr)
Favorire la socializzazione? educare alla legalità ed al rispetto della città?
Noi tanti anni fa abbiamo dipinto, o se vogliamo essere sinceri, “nquataratu” le facciate di tanti edifici leccesi, ma non abbiamo mai avuto la pretesa di essere degli artisti, se mai quello della bomboletta spray era l’unico mezzo che noi giovani, allora, avevamo per comunicare con la città.
Ma stiamo parlando di oltre trent’anni fa. Oggi con le mille televisioni che non sanno come riempire il proprio palinsesto, con le centinaia di giornali on- line, e sopratutto con la rete a disposizione di tutti, ci sembra assolutamente fuori luogo insozzare la città con la scusa dell’arte e della riqualificazione.
Perchè se è vero che l’Arte è morta, e da tanto tempo ormai, forse sarebbe il caso di evitare di fare i critici d’arte degli “imbianchini”.
Perchè decorare, una facciata di un edificio non richiede nessun talento artistico semplicemente un minimo di manualità. Per cui certe cose, se le si fa di notte e rischiando una denuncia, e magari un paio di ceffoni, se non altro c’è il piacere della trasgressione e si gode delle scariche di adrenalina, ma se usare una bomboletta spray o fare una mascherina con il cartone, viene insegnato a scuola, allora è la riprova dell’impoverimento culturale che la nostra società sta vivendo.
Su questo tema ci piacerebbe avere il parere dell’ordine degli architetti, ordine che interviene per dire la sua su tutto e su tutti, ma quando poi si tratta di intervenire su temi che riguardano direttamente l’architettura poi tace.
Category: Costume e società
Leggo dal vostro sito che Lecce Cronaca è “Un mezzo di espressività. Un’occasione di creatività. Una scelta di libertà e una possibilità di partecipazione per tutti”…bello, peccato che lo siete solo a parole. Quindi, se ho ben capito, l’impoverimento culturale sarebbe dovuto a tutti quegli imbianchini che si fanno chiamare pittori o che passano come critici d’arte, alla scuola che apre le porte a quelli che voi, dall’alto della vostra caratura culturale, chiamate imbianchini??? Scendete dal piedistallo dal quale scrivete e mettete da parte i rancori, evidenti, del passato: l’impoverimento culturale è rinchiudersi nelle proprie idee; e voi con questa nota di redazione, opinabile come il pensiero di chi scrive, ci siete riusciti. Prima di questo articolo bisognava già interpellare l’ordine degli architetti, intervistare i ragazzi, la dirigente scolastica, sentire il parere dei genitori, degli abitanti, eccetera eccetera….altrimenti di che giornalismo stiamo parlando?! Del solito giornalismo delle opinioni e dalle polemiche sterili.
(ndr)
Favorire la socializzazione? educare alla legalità ed al rispetto della città?
Noi tanti anni fa abbiamo dipinto, o se vogliamo essere sinceri, “nquataratu” le facciate di tanti edifici leccesi, ma non abbiamo mai avuto la pretesa di essere degli artisti, se mai quello della bomboletta spray era l’unico mezzo che noi giovani, allora, avevamo per comunicare con la città.
Ma stiamo parlando di oltre trent’anni fa’……… Nah 30 anni fa??? Universita’ occupata??? C’eri anche tu???? scrivimi e raccontami tuoi … sinceri
Noi tanti anni fa abbiamo dipinto, o se vogliamo essere sinceri, “nquataratu” le facciate di tanti edifici leccesi……
Nota di redazione … ossia quando una pescheria si fa chiamare redazione?
Cara nota di redazione ha proprio ragione lei che scuola scellerata quella che si apre al villaggio globale, che fa uscire i suoi alunni dalle classi per una chiacchierata all’aperto sull’arte contemporanea facendo conoscere Jean-Michel Basquait, Keith Haring , Blu… che buffonata fare un laboratorio di stancil tecnica artistica con cui un imbianchino di nome Banksy è celebre in tutto il mondo, che dire poi dei ragazzi del collettivo Street Art South Italy che perdono le loro giornate per ridare vita e colore ad un bene comune.
p.s. speriamo non dover aspettare altri trent’anni per farla smettere di ““nquatarare” con le sue note il web come trent’anni fa “nquatarava” i muri.
Che tristezza aprire la pagina virtuale di un giornale e leggere le confessioni di un giornalista che si è visto morire l’Arte nel suo vivere quotidiano. Ndr, se in qualche modo possiamo aiutarla a risalire la china in cui è precipitato per una sì grave perdita la prego, non esiti a contattare uno di commentatori al suo articolo, me compreso. Un consiglio: cominci a leggere qualche libro di Storia dell’Arte, li troverà pieni di imbianchini che hanno nquatarato il loro habitat: da Altamira, a Gizah, a Pompei, alla Cappella Sistina, ai muri di Soleto. Ne riparliamo fra trent’anni (brutta bestia l’invidia, eh?)
Bella inizitiva!!!!conplimenti 🙂 spero che prendano esempio
Rimanete con le vostre teorie dell’ottocento sugli artisti,se l’Italia non cresce è per colpa vostra e della vostra mentalità da mummie,rinchiudetevi nei vostri uffici e continuate a fare le mummie con il vostro arretramento culturale…
L’Italia ha un patrimonio artistico e ha tanti artisti emergenti conosciuti nel mondo,necessita di importanti interventi per la valorizzazione e la conservazione.I modi e i mezzi per valorizzare al meglio il “tesoro” artistico italiano ci sono.Gli artisti attuali che continuano a crescere ci sono,e per colpa di gente come voi che l’Italia va in rovina!
“La gente ha paura di quello che non riesce a capire.”
(dal film “The Elephant Man”)
FORZA SOUTH ITALY STREET ART !!!!!!!!!!!!!!