ESEGUITI SEQUESTRI DI BENI MOBILI E IMMOBILI A DUE PERSONE RITENUTE AFFILIATE ALLA SACRA CORONA UNITA
(e.l.)______Lo scorso 26 febbraio c’era stata una grossa operazione della Squadra Mobile della Questura di Lecce (nella foto), con l’esecuzione dell’ ordinanza di misura cautelare, emessa dal gip presso il Tribunale nei confronti di settantadue persone ritenute appartenenti alla criminalità organizzata salentina, indagate a vario titolo, per associazione di tipo mafioso, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione e gestione del gioco d’azzardo.
Nel corso delle indagini era già emerso l’interesse a reinvestire i proventi delle attività illecite sia nell’acquisto di beni mobili e immobili, sia nella creazione di attività commerciali o imprenditoriali.
In questa ottica la sezione Misure di Prevenzione Patrimoniali della Divisione Anticrimine, anche su impulso della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, ha avviato una serie di accertamenti su questo tipo di attività avviate da alcuni degli indagati, anche al fine di prevenire un inquinamento dell’economia legale, specie nell’attuale periodo di lockdown, e di difficoltà per tanti imprenditori.
Le ultime disposizioni normative, per rendere ancora più incisivo il potere di proposta del Questore, prevedono la possibilità di proposta congiunta con il Procuratore della Repubblica da inoltrare alla competente Sezione del Tribunale.
Al termine di meticolosi accertamenti, condotti dalla citata Sezione Misure di Prevenzione Patrimoniali è stata quindi presentata nota congiunta del Questore della provincia di Lecce e del Procuratore della Repubblica con la quale è stato richiesto il sequestro di alcuni beni accumulati illegalmente a carico di due persone indiziate di appartenere alla sacra corona unita.
Il Tribunale di Lecce Prima e Seconda Sezione Penale hanno emesso quindi i provvedimenti di sequestro per “congelare” i beni prima della definitiva confisca.
Nei giorni scorsi la Divisione Anticrimine – Sezione Misure di Prevenzione Patrimoniali ha così eseguito il decreto di sequestro dei beni, ai sensi delle vigenti disposizioni del codice Antimafia, a carico di due degli arrestati nell’operazione dello scorso febbraio,nei confronti dei quali è emersa una significativa sproporzione fra il reddito prodotto ed i beni acquistati negli ultimi tempi.
Così, questa mattina, a Salvatore Bruno, di Merine, sono stati sequestrati beni mobili e immobili per un valore di circa 300.000 euro; e a Nicolas De Dominicis, di Vernole, beni mobili e immobili per un valore di circa 100.000 euro.
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