NOTE D’ARTE / UNA MOSTRA ANTOLOGICA DEDICATA A FERNANDO DE FILIPPI A LECCE DA VENERDI’ 4
di Raffaele Polo______
Una premessa: per chi ha una certa età e ha vissuto, magari partecipando attivamente, l’euforia e la disillusione pre e post ’68, esistono tuttora alcuni caposaldi, nelle Arti, che ricordano e simboleggiano proprio quel periodo, con tutti gli intuibili risvolti, che sono a configurare un periodo tutto sommato magico e ricco di suggestioni.
Soprattutto perché eravamo giovani (mi ci metto anch’io…) e pieni di entusiasmo. Chi ha interpretato perfettamente i nostri ideali, le nostre aspirazioni, nel campo pittorico, è stato certamente Fernando De Filippi.
Anche per la sua motivata scelta di realizzare molte delle sue opere in formato manifesto, grazie alla serigrafia e alle tecniche grafiche che consentivano la diffusione del multiplo in tante copie…
Lo confesso: alcune opere del Maestro sono ancora nel mio studio, campeggiano e sovrastano, con le loro dimensioni maxi, le grafiche e i lavori di altri valenti artisti, tutti protagonisti di quegli ‘anni Settanta’ che, per la nostra cultura, sono stati così importanti.
Perciò, è con grande piacere ed emozione che plaudiamo alla iniziativa che vede le sue opere esposte in buon risalto in quella Lecce che, purtroppo, costringeva i suoi figli più dotati ad emigrare, ad andare ‘al Nord’, proprio come è successo a De Filippi che, se fosse rimasto qui, sicuramente non avrebbe realizzato il suo importante percorso…
Guardiamo, osserviamo, assimiliamo perciò le sue realizzazioni con grande interesse e con una punta di commozione. E vogliamo ricordare che, quando venivano realizzate queste opere, non c’erano ancora i computer in ogni casa e i telefoni funzionavano a gettone. Può sembrare una cosa da nulla, un aspetto poco importante. E invece, bisogna partire proprio da questo per poter meglio comprendere come sia emozionante quello sventolio di bandiere rosse che racchiudeva una speranza purtroppo svanita nel nulla.
Come la nostra giovinezza.
In occasione dei suoi ottant’anni il Museo Castromediano dedica una mostra antologica a Fernando De Filippi, maestro dell’arte contemporanea, nato a Lecce nel 1940 e di stanza a Milano sin dal 1959, con alle spalle un’intensa storia di ricerca, militanza culturale e una prestigiosa attività espositiva, che l’ha visto esporre le proprie opere alla Biennale di Venezia, a Palazzo Reale di Milano e in alcuni importanti musei nazionali e internazionali sin dagli anni Sessanta.
La mostra, che sarà inaugurata il 4 settembre e sarà fruibile sino al 2 ottobre, suddivisa in specifiche sezioni, analizza in maniera sistematica la sua indagine sin dai primi anni Sessanta, attraverso le opere legate a un personale impegno politico e sociale, declinato mediante iconografie legate alla Pop-Art, ma assolutamente autonome rispetto alle istanze americane, per poi giungere, attraverso l’analisi dell’iconografia di Lenin, alle performance, alle scritte sulla sabbia legate agli scritti teorici di Marx e poi, dagli anni Ottanta, alla mitologia e alla costruzione di un immaginario in cui l’iconografia dell’albero assume una determinata centralità. Si approda poi agli anni Duemila, con le opere realizzate con l’ausilio delle nuove tecnologie, in cui il fuoco e la riflessione sull’alchimia evidenziano particolari visioni.