IL CANTICO DEI CANTICI PER LINGUA MADRE A RUDIAE
di Eugenio Limburgo______
Astràgali Teatro e Ensemble Montesardo ci hanno regalato un Sogno, sabato 1 agosto 2020, a Rudiae (nelle foto).
Di Astràgali, Compagnia teatrale d’innovazione, potremmo dire dell’instancabile lavoro di promozione della Cultura e teatrale in particolare, da 40 anni; degli interventi nelle zone di conflitto; delle produzioni originali; del costante impegno nell’allacciare relazioni tra i Luoghi e le Persone, per la direzione artistica di Fabio Tolledi. E non sarebbe mai abbastanza.
Il Cantico dei Cantici è un poema d’Amore umano e sensuale della tradizione sapienziale, contenuto nella Bibbia ebraica e cristiana, “canto assoluto di amore e di conoscenza”, divino dialogo di umani sensi fra due amanti.”
L’Amor cortese e il Dolce Stil Novo e Dante sono potuti essere proprio perché esisteva questo testo nella Bibbia”, come ci dice Fabio Tolledi, “il Cantico è un tema fondamentale che attraversa i secoli e lo spettacolo è un attraversamento di tante lingue”.
E’ di Tolledi, drammaturgo e regista dello spettacolo, il difficile lavoro di riscrittura del poema, centrato sulla forza sonora di una lingua neosalentina che ricerca atmosfere arcaiche e immagini potenti della Vita e della Morte, restituendo intatto il Sublime dell’originale.
In scena le attrici di Astràgali, Roberta Quarta e Simonetta Rotundo, voci recitanti; l’Ensemble Montesardo composto dai soprano Ludovica Casilli e Kairi Kosk e dai musicisti Livio Grasso e Luca Tarantino (nelle foto di Marina Colucci), che ha eseguito brani del Seicento di Salomone Rossi Hebreo, Girolamo Melcarne detto il Montesardo e altri.
Il luogo è l’anfiteatro di Rudiae, antica città messapica che, al tempo, era più estesa e più importante di Lecce stessa; uno dei siti archeologici più importanti del Salento, è nota per essere la città natale di Quinto Ennio (239-169 a. C.), il padre della letteratura latina. L’anfiteatro, portato alla luce nell’ultimo decennio, è di epoca romana, costruito durante il regno di Traiano (98-117 d.C.).
Lo spettacolo si inserisce nel progetto “Taotor – Teatro, mito e archeologia” progetto di Astràgali Teatro. Taotor è il nome dell’unico Dio messapico conosciuto, grazie alle iscrizioni trovate nella Grotta della Poesia di Roca.
Un Sogno. Tutto ha congiurato alla Bellezza: la Luna per proiettore alle nostre spalle, i grilli per sottofondo, per fondale il rosso tramonto sugli ulivi che fanno corona all’anfiteatro e la bravura appassionata dei protagonisti, in primis.
Dal Cantico dei Cantici per lingua madre
“Cantu de tutti li canti
Nducime mera alle stanze toe
Sta ccercu la notte intra lu liettu l’amore miu
Ce ssi beddha amica mia, ce ssi beddha
Fane ntorna lu ggiru
Ah, ci tie eri fraima”.
Al trionfo del Nichilismo e della Tecnologia, alla perdita di Senso, possiamo resistere con questa Bellezza, con la coscienza delle proprie Radici e cercare di restare Uomini.
Citando il poeta Quinto Ennio “Nos sumus Romani qui fuimus ante Rudini” (Annales).
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