IN PROGRAMMA TRE SPETTACOLI, MUSICA E TEATRO. I VENERDI’ DELLA COMPAGNIA DI SALVATORE DELLA VILLA 7, 14 E 21 AGOSTO A PARCO CANALI DI VIGNACASTRISI
(s.p.)_____Riprenderà venerdì 7 agosto con il concerto “Suite dei Sensi” dell’Istituto di Cultura Musicale ‘J.S.Bach’ diretto da Francesco Scarcella, la sesta stagione teatrale ‘Teatro Essenza’ del Comune di Ortelle, dopo l’interruzione nel mese di marzo a causa dell’emergenza sanitaria. Un concerto da camera, per voce recitante, quella di Salvatore Della Villa, soprano ed ensemble, in cui la seduzione è declinata in un sorprendente itinerario drammaturgico.
La seduzione incontra la musica e la poesia. Un percorso, giocoso e intrigante, che libera codici diversi dai rispettivi confini: l’opera rompe il guscio accademico che spesso la imprigiona e la seduzione diventa racconto, contrappunto, scrittura scenica.
La stagione si avvale, per il secondo anno, della collaborazione dell’associazione Tracce Creative Aps e della Compagnia Salvatore Della Villa (nella foto). Dopo i primi due appuntamenti che hanno registrato il tutto esaurito, la stagione continuerà in nuova location, il Parco Canali di Vignacastrisi.
Si proseguirà poi il 21 agosto con lo spettacolo ‘Passo a due’ di David Conati con protagonisti Nathalie Caldonazzo e Francesco Branchetti, che ritorna ospite di Teatro Essenza dopo lo spettacolo di febbraio con Barbara De Rossi; per concludere la stagione con ‘Il racconto dell’isola sconosciuta’ di Josè Saramago, nuova produzione della Compagnia Salvatore Della Villa.
porta ore 21.00 – sipario ore 21.30
PARCO CANALI – S.P. 208 Vignacastrisi-Castro, Vignacastrisi (Ortelle Le)
Coordinate Google Maps 40.011498,18.418921
Costo Biglietto €8 posto unico
Info e prenotazione obbligatoria: 329.3173865 – 327.9860420______
7 agosto 2020
Istituto di cultura musicale ‘J.S.Bach’
SUITE DEI SENSI
soprano Lucia Conte
mezzosoprano Serena Scarinzi
ensemble Le Armoniche Stravaganze
violini Gabriella Manca Miriam Baffi
viola Ennio Coluccia
violoncello Fabio De Leonardis
contrabbasso Maurizio Ria
flauto Luigi Bisanti
oboe Antonella Florio
tromba Francesco Protopapa
chitarra Antonio Scarinzi
percussioni Vito De Lorenzi
direttore al cembalo Francesco Scarcella
voce e regia Salvatore Della Villa
‘Suite dei Sensi’ è un concerto da camera per soprano, mezzosoprano, ensemble e voce recitante in cui la seduzione è declinata in un sorprendente itinerario drammaturgico. La seduzione incontra la musica e la poesia. Un percorso, giocoso e intrigante, che libera codici diversi dai rispettivi confini: l’opera rompe il guscio accademico che spesso la imprigiona e la seduzione diventa racconto, contrappunto, scrittura scenica.
Per usare le parole di Aldo Carotenuto “C’è una forza sottile e imperscrutabile che attrae gli esseri l’uno verso l’altro, li avvicina e li avvince, che li consuma e li perde (…) La seduzione opera ovunque, ha molteplici sembianze e nomi, non possiamo ridurla al fenomeno dell’attrazione erotica tra due esseri, ma dobbiamo conferirle un significato molto ampio, che racchiude ogni ricerca mossa da Eros (…) Ovunque c’è Eros, c’è seduzione. Ma, come ci ricordano gli antichi, la seduzione non è un’attrazione armoniosa del simile per il simile, un movimento di avvicinamento che corona il sogno dell’unione perfetta, che acquieta i cuori e li sospinge l’uno verso l’altro beatamente. Essa è insidiosa, subdola, pericolosa, apre ferite, scardina gli equilibri, getta l’anima nelle tenebre. Meglio non essere toccati da lei, affermavano i tragici greci, perché non lascia indenni, al contrario, rovina, porta distruzione e perdita: Saffo per amore si lancia in mare da un’alta rupe, Pietro e Giovanni evangelista abbandonano le loro famiglie e il loro mestiere, Tristano e Isotta si lasciano morire, Orlando perde il senno, Edipo ne viene accecato”.
La seduzione, l’eros, l’irresistibile attrazione verso l’altro, ha da sempre ispirato musicisti, pittori, scrittori, registi a comporre e a creare opere d’arte, che di quell’afflato ne sono permeate. Le figure di Don Giovanni e Giacomo Casanova, gli amanti infernali Paolo e Francesca, i nobili spregiudicati de Le Relazioni Pericolose, sono accomunati da un desiderio comune: l’atto della seduzione nel portare ‘altrove’ l’amante prescelto. ‘Vittima’ a volte inconsapevole, altre volte desiderosa di assoggettarsi al gioco della passione.
Arie di: J.B.Lully, C. Monteverdi, G.F.Haendel, A. Scarlatti, G. Rossini, H. Purcell, J. Dowland, W. A. Mozart
______
21 agosto 2020
Foxtrot Golf
Nathalie Caldonazzo e Francesco Branchetti
PASSO A DUE PAS DE DEUX
ovvero: l’amore ha cinque fasi ma molte coppie si fermano alla terza
di David Conati
con Isabella Giannone
musiche Pino Cangialosi
regia Francesco Branchetti
L’amore, secondo alcuni è un groviglio complesso di sentimenti e situazioni che ci fanno perdere la testa, secondo altri si tratta di una serie di reazioni chimiche determinate dai ferormoni che alla fine portano comunque allo stesso risultato.
In letteratura eminenti psicologi, che hanno il vizio di dover “fasificare” e analizzare tutto, si sono scomodati per incasellare, catalogare, dare una struttura più o meno logica per comprendere questo sentimento che nel bene o nel male, volenti o nolenti, ci tocca, ci sfiora, ci coinvolge tutti.
Chi perché, come Diogene, lo cerca per tutta la vita senza trovarlo, chi perché fa di tutto per sfuggirgli, chi perché non può vivere senza e chi perché vorrebbe non averlo mai incontrato, chi perché lo venera, chi perché, come nelle fiabe, sogna il suo amore ideale con tanto di “e vissero per sempre felici e contenti”.
Coloro che si sono presi la briga di analizzare “La costruzione di un amore” osservandola nelle sue diverse sfumature, evoluzioni e involuzioni, hanno stabilito che questo percorso ha cinque fasi.
Fasi ben identificabili per una serie di comportamenti e di stati d’animo che le caratterizzano in modo inequivocabile: Infatuazione, Innamoramento, Disillusione, Consapevolezza, Complicità. Per esporre meglio il concetto in questo percorso teatrale alla scoperta delle fasi dell’amore, ho elaborato una serie di quadri che le ripercorrono tutte, partendo dal Simposio di Platone passando per Amore Psiche, arriviamo fino ai giorni nostri. Il viaggio tra le schermaglie amorose di epoche e stili teatrali diversi ci permette di osservare e immedesimarsi nell’evoluzione del gioco delle relazioni nel quale le diverse coppie sono coinvolte loro malgrado.
Alla fine di questo percorso forse saremo in grado di capirne un po’ di più e potremo ripetere comunque gli stessi errori ma stavolta in modo più consapevole.______
28 agosto 2020
Compagnia Salvatore Della Villa – Tracce Creative Aps
IL RACCONTO DELL’ISOLA SCONOSCIUTA
di Josè Saramago
regia Salvatore Della Villa
musiche originali Gianluigi Antonaci
“Tutte le isole, anche quelle conosciute, sono sconosciute finché non vi si sbarca.”
Contro ogni previsione dei notabili di corte, un uomo ottiene dal re l’autorizzazione di utilizzare una sua caravella per andare alla ricerca di un’isola sconosciuta, non ancora mappata in nessuna carta. Alla sua ricerca si unisce un’umile donna, la donna delle pulizie del palazzo del re, che a poco a poco si rende indispensabile nel governare la barca alla rada nel porto. Schiacciato dalla burocrazia, dall’arbitrarietà, dal potere e dal disprezzo, il protagonista diventa consapevole del fatto che per trovare la propria identità deve vivere tra la realtà e il sogno. Ma alla fine forse è proprio la dimensione onirica a rappresentare la vera via per raggiungere la felicità. E, inopinatamente, sarà una felicità a due.
Un’incantevole favola d’amore, magistralmente sospesa tra realtà e sogno.
Il racconto dell’isola sconosciuta di José Saramago è una piccola grande storia d’avventura e d’amore, dove le parole sono poche e misurate e dove anche la cattiva punteggiatura ha senso.
Quel flusso di parole accavallate senza regola, infatti, non sono altro che il flusso delle emozioni e delle sensazioni vissute e raccontate come se si fosse dentro a un sogno (e alla fine il tema del sogno ritorna). E chi sogna non ha bisogno di mettere i punti e le virgole. Chi legge s’infila in questo vortice di parole e le divora, velocemente, per arrivare alla fine della storia, che è anche la fine del sogno e del libro.
“Un uomo andò a bussare alla porta del re e gli disse, Datemi una barca”. Un sempliciotto, un uomo senza nome, che non conosce nulla dei misteri del mare, supplica il suo re di dargli una barca per andare a caccia dell’isola sconosciuta. Ma un’isola sconosciuta non è cosa che possa convincere un sovrano pomposo che ama gli ossequi e detesta l’idea di perdere il suo oro all’avventura. A maggior ragione se lo stesso si è convinto che tutto quello che c’era da scoprire è già stato scoperto, collocato sulle mappe delle terre emerse.
Fargli cambiare idea sembra più difficile di solcare il mare alla cieca, ma l’uomo senza nome è così convincente da vincere le certezze del sovrano, perché “semplicemente, è impossibile che non ci sia un’isola sconosciuta”. E come dargli torto. Forte delle sue a idee avrà la sua barca. Ma avrà pure la sua isola?
Cosa spinge un uomo alla caccia dell’ignoto? Cosa cerca quest’uomo nell’isola sconosciuta? Molte delle riflessioni fatte da Saramago portano direttamente alla similitudine uomo/isola. “Ogni uomo è un’isola”, si legge; ma soprattutto non si può vedere l’isola se non ci si distanzia da essa, così come non è possibile comprendere se stessi se non si prendono le distanze dalle proprie convinzioni e certezze. Così l’uomo a caccia dell’isola sconosciuta altro non vuole fare che arrivare alla conoscenza profonda del suo animo.
“Se non esci da te stesso, non puoi sapere chi sei“
Ma dove si trova quest’isola sconosciuta? Quanto lontano bisogna spingersi per trovarla? La risposta arriva dopo appena una notte e non sarà necessario nemmeno lasciare il porto. Non ha dovuto navigare per accorgersene, perché il suo posto lo trova nello sguardo di una donna. La donna delle pulizie che viveva nel palazzo del re e che decide di seguire lo sconosciuto cacciatore d’isole, prendendo in mano la sua vita, abbandonando la strada vecchia per la nuova, comprendendo che non sempre “si sa quel che si lascia ma non si sa quel che si trova” è la regola d’oro da seguire. Lei ci crede e non s’arrende, neanche quando nessun marinaio del regno vuole intraprendere quel folle viaggio. Si ritrovano soli, su una nave senza uomini, senza scorte di cibo, invasa dai gabbiani che hanno fatto della barca la loro casa. Tutte metafore della vita. Il coraggio delle idee (dell’uomo e dell’isola sconosciuta che può esistere), il coraggio delle scelte (della donna che, lasciato il castello del re, non torna più indietro), la ricerca della felicità a discapito del mondo noto. E infine, nelle ultime righe del libro, quando l’uomo si sveglia da un sogno confuso per ritrovarsi tra le braccia della sua donna, la scoperta di aver trovato il suo posto e la sua personalissima isola di felicità.