IL PRIMATO DELLA CULTURA SULLA POLITICA RIVENDICATO DA PIERFRANCO BRUNI, CANDIDATO DELLA FIAMMA TRICOLORE A PRESIDENTE DELLA REGIONE PUGLIA
di Francesco Buja______
Un pensiero profondo. L’approccio culturale a segnare la differenza con gli altri candidati alla presidenza della Regione Puglia, alle prossime elezioni regionali di settembre.
Quello della Fiamma Tricolore è Pierfranco Bruni (nella foto), intellettuale dichiaratamente di destra, originario della Calabria, ma tarantino per inveterata residenza.
Si è presentato ieri mattina alla stampa, in conferenza in un bar nel centro di Bari. Al suo fianco, all’incontro coi giornalisti, il segretario regionale del partito dei missini irriducibili Egidio Personè e una figura quale quella di Adriana Poli Bortone.
L’archeologo, saggista poeta e critico letterario, Pierfranco Bruni ha detto di voler piantare l’albero di una nuova realtà nella sua regione: “La Puglia è una società in transizione. Quando parliamo di una Puglia mediterranea e adriatica dobbiamo conoscere cosa sono stati il Mediterraneo e l’Adriatico e quali sono i rapporti storici che ci hanno legato. Soltanto attraverso questo si può creare una nuova economia”.
La strada è, secondo Bruni, alternativa al tecnicismo recentemente imperante, dovuto al fallimento della politica: il percorso che si snoda su cultura, investimento e turismo, viaggiando sul treno della destra genuina: “Noi dobbiamo parlare di una destra vera, che sia azione, visione integrale della cultura e non soltanto quel vecchio che abbiamo vissuto nel corso di questi anni”.
Dunque in campo un’innovazione costituita dalla “destra che è sociale, che affronta i temi attraverso il legame società e cultura, cosa che non ho visto nella coalizione di Fitto”, al quale Bruni non ha risparmiato critiche: “Tutto ciò che ha sviluppato finora non ha nulla della destra. Non c’è la destra sociale, non c’è l’identità culturale della destra: è un vecchio ritorno a ciò che era stata prima la Democrazia cristiana”.
Bruni ha battuto il tasto dell’alleanza fra società, economia e cultura: “Elementi che sembrano astratti ma che poi vanno all’interno dei problemi veri e propri. Per non dimenticare della questione della Mittal a Taranto: lì c’è una gestione che dovrebbe essere recuperata e bisogna inserire all’interno di questa gestione proprio quel fenomeno tedesco che è l’autogestione del personale. Anche questo credo che sia un fatto innovativo che bisogna gestire con molta capacità culturale”.
E anche le questioni economiche, secondo l’intellettuale, devono essere in rapporto col mondo della cultura: “Ogni problema deve svilupparsi attraverso la conoscenza del territorio. E noi come destra puntiamo fortemente a questo rapporto tra cultura ed economia. Anche la questione sanitaria, se non la si affronta attraverso una visione scientifica di ciò che è accaduto nel territorio pugliese debellando completamente alcuni ospedali, alcuni punti di riferimento, è impensabile soprattutto in questo periodo riparlare di una nuova visione della Sanità, perché proprio approfittando in modo doloroso di questa situazione noi possiamo investire nella riapertura di quegli ospedali”.
Non slogan, non programmi che risuonino come il programma di un amministratore di condominio, ma pensieri alti, quelli di Pierfranco Bruni.
Solo aulici pensieri di un intellettuale? No, perché l’archeologo e saggista ha calato la sua altitudine di riflessione nell’attività amministrativa, essendo stato assessore e vicepresidente della Provincia di Taranto: “Io vengo dal mondo della cultura, di una cultura militante, non non accademica. Nel corso di questi quarantatré anni il mondo della cultura mi ha aiutato ad affrontare il rapporto di una progettualità culturale che entrasse in tutti i settori”, ha spiegato.
Invece la musica in Puglia è stata altra: “In tutti questi anni non ci sono state professionalità perché non c’era alla base una visione culturale della politica. Io dico spesso che il suicidio della politica passa attraverso l’omicidio della cultura. A questo abbiamo assistito negli ultimi venti anni. E a questo noi vogliamo riparare attraverso un’idea vera di società, un’idea vera di economia, un’idea vera dell’uomo”.
Non manca un precedente di quello che intende fare l’intellettuale tarantino. Il quale infatti cita Massimo Cacciari: “È una persona che è riuscita a mettere insieme la cultura e lo sviluppo economico: perché Bari non dovrebbe fare un’operazione del genere?”. Già…