IL LECCE / LA PARTITA / BELIN CE STAU FIACCU
(Rdl)______
Lotta diretta per la salvezza, domenica sera a Marassi.
Per il GENOA (4-3-2-1) giocano Perin; Masiello, Romero, Zapata, Criscito; Lerager, Schöne, Sturaro (14′ Barreca – 90′ Goldanica); Pandev (91′ Favilli), Falque (54′ Jagiello); Sanabria (46′ Pinamonti).
Per il LECCE (4-3-2-1) giocano Gabriel; Donati, Lucioni, Paz, Dell’Orco; Barak, Petriccione (83′ Falco), Mancosu; Saponara, Farias; Babacar (33′ Lapadula).
Il primo tiro in porta è di Pandev: aggancia un pallone vicino al limite dell’area, prende la mira e calcia, ma è centrale e Gabriel è attento.
Al secondo tiro in porta, al sesto minuto, il Genoa passa: dopo un disimpegno sbagliato della difesa dei Giallorosii, palla a Sanabria, che calcia di prima intenzione su un rimpallo favorevole, da dentro l’area, dal basso in alto e insacca sulla destra del portiere.
La reazione del Lecce, solo cinque minuti dopo, con Barak che su un cross a spiovere si libera per il colpo di testa, alto di un soffio.
Poi, tanto possesso palla, con passaggi a cercare l’ultimo smarcante, quello decisivo, regolarmente intercettato dalla difesa avversaria; oppure sbagliato, come Barak per Babacar al 27′.
Intorno alla mezz’ora invece c’è più Genoa in campo, a tenere il giro palla.
Babacar prende una botta e Liverani lo sostituisce con Lapadula per quanto non sia in condizioni fisiche perfette.
Entra, l’ex, e sembra muoversi bene.
Una serie di calci d’angolo, qualche deviazione vincente mancata di poco, tutto qui.
Tira Farias al 39′, ma forse in maniera troppo frettolosa e non centra la porta.
La centra di testa al 41′ Lapadula, ma Perin para bene.
Minuto 44′: conclusione di Saponara, Romero la respinge: i Giallorossi protestano, l’arbitro per tutta risposta ammonisce Saponara per proteste; poi però subito dopo ci ripensa, va a vedere il Var e ritorna sulle sue decisioni, assegnando il calcio di rigore, per un fallo del portiere Perin su Lapadula, precedente alla respinta del difensore, che era regolare.
Mancosu va sul dischetto, il pallone è pesante: calcia con forza, ma colpisce male: forte, ma fuori, oltre la traversa.
Aveva sbagliato contro la Lazio, dopo otto centri consecutivi, forse non doveva tirarli più lui i rigori, però d’altro canto è giusto che un capitano si assuma, nel bene e nel male, le responsabilità decisive.
Si riprende. Saponara di testa su cross morbido, fuori, al 47′. Come pure Barak poco dopo. Poi altri due angoli senza esito per i Giallorossi.
Cerca la manovra, a tratti pure disinvolta, il Lecce: il problema però sono le conclusioni, mai pericolose, come un’altra di testa di Barak, sempre fuori, al 58′.
Il Genoa crea un’occasione al 59′, con un tiro dalla distanza di Criscito che colpisce il palo.
Palo? Chi ha fatto palo? E il Lecce pareggia.
Minuto 60′. Bella manovra corale, risolta con freddezza da capitan Mancosu con un tiro vincente da fuori area che si insacca preciso e imparabile.
Il Genoa si agita, ma si rivela evanescente.
Più pericoloso Barak, che impatta bene, ma la sua conclusione non centra la porta, alta sopra la traversa.
Possesso palla dei padroni di casa prevalente in questa fase, gli ospiti paiono rifiatare, senza però concedere più di tanto.
Si va verso il finale, sul campo i minuti aumentano, le energie diminuiscono.
Minuto 81′, segna il Genoa e ritorna in vantaggio. In maniera rocambolesca, ma segna, su un tiro che colpisce il palo e rimbalza sulla schiena di Gabriel proteso in tuffo, che finisce così però per dare la deviazione letale al pallone dentro la sua porta.
La reazione del Lecce è più nelle intenzioni, che nei fatti, senza creare pericoli concreti.
Schemi saltati, squadre lunghissime.
Si va verso il recupero finale, quattro minuti.
Niente, non succede più niente.
Il campo ha detto che il Genoa vede la salvezza, e il Lecce invece vede la serie B.
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