MODA/MODE – IL PRANZO DELLA DOMENICA
di Elena Vada______
Il “Dopo-lockdown” è ricco di chiacchiere d’ogni genere, non mancano quelle su cucina e ricette varie, frutto dell’esperienze maturate in “reclusione-covid”.
Le varie trasmissioni televisive (non ne citiamo nessuna, delle miriadi esistenti, per non fare torti) sono bazzecole al confronto.
La “solita amica Lella”, sedicente cuoca provetta, abile in tutte le preparazioni, dispensa consigli.
La cosa più divertente è che si spaccia originaria di ogni regione italiana (quasi ogni provincia), correggendo le nostre varianti familiari.
Ecco, quindi: l’autentica lasagna emiliana, i veri agnolotti piemontesi e risi e bisi veneti,
l’unica pizza napoletana possibile, le sole orecchiette pugliesi fattibili, la focaccia ligure originale.
“…. e la crema “catalana” come si fa?”
Peccato, Lella non ha nessun parente iberico… (la Catalogna è una regione della Spagna), così va bene la mia preparazione.
Una cosa è certa, ai tempi del lockdown, nei condomini, si sentiva odore di cibo a tutte le ore del giorno, dal primo all’ultimo piano: ragù, arrosto, soffriti, verdure, dolci, e così via.
Avremmo potuto apparecchiare uno splendido ed appetitoso banchetto, nell’androne.
Etnico pure.
Oggi, domenica? (nella foto, Barbara De Rossi nel film “Il pranzo della domenica”, 2006, di Carlo Vanzina)
Ristorante all’aperto o take-away, potendo.
Oppure, pranzo tradizionale di famiglia, consumato in casa di mammà.
Ottimo, anche se il menù è sempre lo stesso da più di mezzo secolo… e la Signora Lella “mangia e tace”. Finalmente!
Queste ricette non si contestano, si gustano e basta.
Category: Costume e società, Cronaca
Sempre brava