IL DIAVOLO VESTE DIOR – 3 / QUALI SONO LE QUESTIONI DA VERIFICARE? CHI SI GIOCA LA SUA CREDIBILITA’?
(g.p.)______L’ultima iniziativa di Dior analoga a quella leccese del prossimo mercoledì 22 luglio, per presentare la sua nuova collezione cruise, così si chiamano, si tenne a Marrakesh, in Marocco, il 29 aprile 2019.
Cosa sono le collezioni cruise? Dobbiamo saperlo, perché se no non capiamo di che cosa stiamo parlando, per poter andare alla sostanze delle cose.
E’ un primo passo, a questo punto, dopo i nostri primi due articoli di ieri, necessario, per arrivare poi a definire le questioni più importanti, e poterle poi, successivamente, verificare nei fatti.
Andiamo con ordine.
Ci spiega cosa siano le collezioni cruise e le loro presentazioni, un articolo – il più chiaro, conciso e compendioso che abbiamo trovato – di Enrico Matzeu, sul quotidiano on line di informazione e di approfondimento Il Post diretto da Luca Sofri.
Ne riportiamo qui di seguito una sintesi significativa:
“Le cosiddette collezioni cruise stanno diventando un fenomeno nuovo e sempre più significativo nel mondo della moda…presentate in primavera con capi destinati a chi, nei mesi invernali, andava in vacanza in posti esotici (da qui il termine cruise, crociera, o resort, con cui vengono chiamate). Di recente la loro funzione è cambiata: sono diventate fondamentali per le case di moda, e destinate ai mercati più promettenti e ai clienti più disposti a comprare.
Oggi le collezioni cruise sono presentate qualche mese prima delle collezioni principali di prêt à porter, fuori dalle tradizionali settimane della moda. Sono di due tipi: quelle con le collezioni per la primavera/estate, chiamate anche resort collection e mostrate tra maggio e giugno; e quelle che propongono capi invernali, chiamate pre fall collection, mostrate tra novembre e dicembre.
La maggior parte dei marchi di lusso propone queste collezioni attraverso servizi fotografici pubblicati da giornali e riviste, anche se soprattutto le case di moda più grandi hanno iniziato a organizzare vere e proprie sfilate dedicate, in particolare per le resort collection.
L’aumento di queste collezioni intermedie è dovuto alla continua richiesta dei clienti di qualcosa di nuovo oltre alle due collezioni abituali, una richiesta stimolata dalle aziende di fast fashion (come Zara, H&M, Mango e simili), che propongono capi nuovi praticamente ogni mese.
Oggi le collezioni cruise non sono più dedicate a un abbigliamento da vacanza ma offrono capi che si possono indossare tutti i giorni, molto più portabili di quelli delle collezioni principali. Sono quindi destinate alle singole persone piuttosto che alla stampa e ai buyer (quelli che scelgono i capi da acquistare per boutique, grandi magazzini e portali di e-commerce).
Proprio per questo, le aziende che organizzano sfilate con le collezioni cruise invitano oltre che i giornalisti e le celebrità soprattutto i loro clienti più facoltosi.
Le aziende investono parecchio nella presentazione delle collezioni cruise: le passerelle vengono allestite in modo molto scenografico e i marchi spesso pagano agli invitati viaggio e permanenza, soprattutto se sono organizzate in paesi lontani dall’Europa.
Presentando le loro creazioni fuori dai ritmi frenetici delle fashion week, gli stilisti hanno anche la possibilità di far conoscere meglio i propri prodotti, spesso in città diverse da quelle classiche della moda”.
Perfetto. Ora abbiamo capito che cosa sia la sfilata di Dior a Lecce il prossimo 22 luglio.
Detto ciò, come andò in Marocco l’anno scorso (nella foto qui sotto; nella foto di copertina Meryl Streep e Stanley Tucci nel film “Il diavolo veste Prada”), l’ultima occasione per Dior per far parlare di sé attraverso ambientazioni scenografiche e insolite, nella fattispecie palazzo El Badi, fatto costruire da un sultano nel 1578, 350 stanze e una piscina lunga 90 metri e larga 20, con le modelle che sfilarono seguendone il bordo, alla luce di torce e falò?
Ce lo facciamo raccontare dal TgCom24, articolo non firmato del 30 aprile 2019, forse un redazionale pubblicitario, forse, almeno così sembra dai toni, che, comunque sia, anche se fosse un comunicato aziendale, ci permette di continuare a farci un’idea più precisa sull’evento leccese. Qui di seguito il testo integrale:
“Un punto di incontro tra mondi diversi, una metaforica nuova ‘porta’ che si apre sullo sfondo di uno scenografico tramonto infuocato, in una location suggestiva, il Palais El Badi di Marrakech, in Marocco. È andata in scena così la presentazione della collezione Cruise 2020 di Christian Dior. Continua il viaggio della direttrice artistica Maria Grazia Chiuri lungo nuove direttrici che a poco a poco stanno facendo evolvere l’intero sistema moda.
Dal tradizionale lavoro d’atelier a ‘factory contemporanea’, promotrice dell’artigianato, del rispetto delle culture, di emancipazione e inclusione sociale.
Non più semplicemente abiti…Un vero e proprio ‘melting pot’ culturale, quello che ha sfilato sulla passerella a cielo aperto, davanti ai bagliori del fuoco. Rivoluzionario l’uso dei tessuti ‘Wax’, tecnica di stampa composta da molteplici passaggi per imprimere colori e fantasie sui tessuti, grazie anche alla preziosa collaborazione di artisti e designer africani. Non una superficiale ‘cartolina dall’Africa’, ma un vero viaggio alla scoperta di territori tutti da esplorare e da cui lasciarsi attraversare”.
Questo – ci siamo arrivati, non vogliamo abusare della pazienza dei nostri lettori, ma è necessario procedere con i dovuti approfondimenti – è il primo punto da verificare, il rapporto costi/benefici.
Mi spiego. La Regione Puglia dà centinaia di migliaia di euro, se non milioni, faccio un solo esempio, a manifestazioni o ad enti che per la loro attività istituzionale dovrebbero contribuire alla sua valorizzazione artistica e turistica, a far conoscere e promuovere il territorio.
Qui non sappiamo se Dior abbia avuto contributi pubblici, non ce n’è traccia almeno.
In più per quanto riguarda nello specifico dell’amministrazione comunale, Carlo Salvemini ha detto due cose importanti, a proposito della sfilata Dior, virgolettato da un suo post su Facebook del 2 luglio scorso: “Scegliendo come scenario Piazza Duomo Lecce si garantirà una visibilità internazionale che come rappresentante degli interessi di una comunità che vive anche di turismo, sono stato felice di cogliere, per il bene di tutti. La portata delle ricadute in termini promozionali è superiore a qualunque campagna di comunicazione e marketing finora realizzata su scala globale sulla città. A costo zero per l’amministrazione”.
Quindi, a costo zero, e non abbiamo ragione di dubitare delle affermazioni del Sindaco, anche se come da dovere giornalistico andremo a verificarle successivamente.
E i benefici, a costo zero?
Qual è l’immagine di Lecce e del Salento che sarà veicolata attraverso la sfilata cruise di Dior?
Piazza Duomo stravolta dalle luminarie da festa patronale, nella fattispecie resa irriconoscibile dalla sistemazione della location? Ce ne saranno altre, di immagini, nei servizi delle testate specialistiche che seguiranno l’evento, nelle vetrine multimediali che si apriranno dopo le dirette su internet sui siti della multinazionale francese?
Questo, non possiamo saperlo, al momento, non possiamo dire adesso: sarà oggetto anch’esso di una verifica successiva.
Certo che da quando il Salento era sconosciuto ai più pure in Italia, figurarsi al mondo, ne è passato di tempo, e non è più così. Ne è passato di tempo, mezzo secolo, da quando il Premio Barocco fu inventato per far venire al Politeama Richard Burton e Sofia Loren e far parlare così, con questo mezzo, della città. Ora per fortuna da almeno due decenni le cose sono cambiate, e tutti conoscono e ci vengono in vacanza il nostro Salento, un risultato acquisito e consolidato.
Voglio dire: che adesso per la sfilata di Dior ci vengano il cantante Fedez e la consorte Chiara Ferragni influencer, ci può lasciare del tutto indifferenti e nel senso sopra evidenziato è del tutto ininfluente.
C’è piuttosto un’altra questione fondamentale, la cui valutazione, anch’essa forzatamente da rimandare ai prossimi giorni, se non ai prossimi mesi, permetterà di poter dare un giudizio sereno ed equilibrato sulla sfilata di Dior.
Una questione fondamentale che nemmeno il Sindaco ha indicato, ma che invece è prioritaria.
La condivisione dell’esperienza, con chi di quell’esperienza ha più bisogno, le Accademie di Moda e le scuole private operanti in città; la ricerca, la formazione, il coinvolgimento delle aziende tessili, di ideazione e di produzione per la moda, esistenti nel Salento.
Dior farà gli affari suoi, come è giusto che sia in una logica di mercato globalizzato, e basta? O, facendo gli affari suoi, coinvolgerà nei fatti, creativi e produttivi, le scuole e le aziende nostre?
Su queste questioni si gioca la corretta valutazione, quando sarà possibile farle, dell’evento Dior a Lecce.
Su queste questioni si gioca la credibilità non di Dior, che comunque vada, sarà un successo e si farà egregiamente i propri interessi; su queste questioni di gioca la credibilità del combo politico Michele Emiliano – Carlo Salvemini.
Beh, a dirla tutta, pure, suo malgrado, dell’Arcivescovo Michele Seccia.______
LA RICERCA nei nostri due precedenti articoli di ieri