ORRORE PURO FRA LE MONTAGNE DELL’ALTO ADIGE: MAGNIFICO ESEMPLARE DI AQUILA REALE CRUDELMENTE UCCISA A FUCILATE MENTRE COVAVA I SUOI PICCOLI, ANCH’ESSI MORTI DI FAME ACCANTO AL CADAVERE DELLA MADRE. REAZIONI IN TUTTA ITALIA, UNA TAGLIA SUL CRIMINALE, CHIESTE MISURE URGENTI CONTRO LA CACCIA
(g.p.)______Per lei, non ci sarà nessun poeta a a scriverne versi immortali
“Ritornava una rondine al tetto.
L’uccisero. Cadde tra spini.
Ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.
Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell’ombra che attende,
che pigola sempre più piano”.
A lei, un’ aquila reale è andata anche peggio, massacrata, insieme ai suoi due piccoli nel nido, a colpi di fucile, fra le montagne di Bolzano.
Lo ha reso noto l’associazione ambientalista Naturtreff Eisvolgel con un post sulla propria pagina Facebook, che nelle ultime ore è rimbalzato all’attenzione di molti mass media nazionali, per la crudeltà inaudita, la ferocia criminale del gesto, e sta suscitando numerose reazioni.
Ci sono anche le foto delle vittime. Sono un pugno al cuore. A me personalmente ha fatto un effetto disastroso, vedere quel magnifico esemplare di aquila reale, specie protetta e a rischio di estinzione, a causa del restringimento del suo habitat, vero e proprio emblema della Bellezza della Natura, senza più vita, con un’espressione di umana disperazione nel rigore della morte, e ancor di più quella dei due neonati, stecchiti dalla fame. Credo che questa sera non riuscirò a cenare, e forse questa notte non riuscirò a dormire.
Abbiamo scelto di non pubblicarle, per non urtare la suscettibilità dei nostri lettori più sensibili.
La foto di copertina, è di un esemplare di aquila reale, postata dalla Lipu, la Lega Italiana Protezione Uccelli, su Twitter, chiedendo le misure urgenti di cui diremo poi.
Riportiamo invece subito qui di seguito il post di Naturtreff Eisvolgel:
“L’aquila reale è un rapace davvero imponente, il re dei cieli, simbolo di libertà e per di più il nostro animale araldico tirolese. È un predatore straordinario e per questo, in tempi poveri quando gli umani dovevano ancora combattere per ogni risorsa, veniva perseguito da cacciatori e pastori, perché rappresentava una concorrenza per la selvaggina e il bestiame. Le sue popolazioni sono crollate, solo poche coppie nidificanti sono rimaste in valli inaccessibili. Solo dopo essere stata messa sotto protezione la popolazione ha iniziato a riprendersi.
Sfortunatamente, in alcune menti arretrate, ancora oggi, dove nessuno deve più combattere con la natura per la nuda sopravvivenza, il concetto delle cosiddette “specie nocive” è rimasto.
Questo modo di pensare probabilmente ha portato all`atto assolutamente spregevole dell`uccisione di un’aquila reale sui pendii sopra Gais.
Lì, vigliaccamente o per motivi ancora più bassi, un’aquila reale rigorosamente protetta é stata uccisa direttamente nel nido!
Il tiratore, ha sparato all’uccello mentre stava covando, non preoccupandosi di lasciare lentamente morire i piccoli per il freddo o per la fame.
Questa azione deve essere condannata severamente e chiunque conosca l`identitáà del colpevole deve essere consapevole, che con il suo silenzio, è complice della distruzione di un patrimonio naturale che appartiene a tutti noi.
Se l’autore è un cacciatore, il suo comportamento ha screditato l’intera comunità di cacciatori. Coloro che coprono un simile atto non sono migliori di questo miserabile bracconiere!
Noi della Naturtreff Eisvogel facciamo un appello alla coscienza di tutti al fine di scoprire il responsabile di questa azione.
Fissiamo una ricompensa di 1.000 € per chiunque abbia informazioni sull’autore”.
Da altre fonti apprendo che il crudelissimo massacro è avvenuto nel comune di Gais, a pochi chilometri da Brunico, Sud Tirolo, provincia di Bolzano. Ad accorgersene è stato Markus Kaiser, il guardiacaccia della zona: da otto ore vedeva l’uccello immobile nel proprio nido e così si è allarmato. Poi la conferma dell’uccisione: accanto all’aquila morta, trapassata da parte a parte, due piccoli completamente formati e un paio di uova non ancora dischiuse.
Thomas Clementi, il tecnico faunistico che dal 2003 monitora la specie, ha spiegato invece al quotidiano Alto Adige come sia potuto succedere: “All’imbocco della Val Aurina il nido si trova in una valletta laterale su una modesta parete di roccia. Sul versante di fronte, alla stessa altezza, corre una strada forestale e c’è un’altana per la caccia agli ungulati. Basta parcheggiare, si fanno due passi, si appoggia il fucile e bum. Finito. Un colpo facile, sono meno di trecento metri in linea d’aria. La caccia è aperta dall’8 maggio e certamente l’animale pochi giorni fa era ancora vivo”.
Sull’episodio è intervenuto anche il presidente dell’Associazione Cacciatori Alto Adige, Günther Rabensteiner: “È un fatto intollerabile”, la sua laconica dichiarazione.
La Lipu denuncia invece un altro caso di uccisione di aquila reale avvenuto pochi giorni fa, sugli Appennini, questa volta, nelle Marche, e chiede l’intervento urgente del presidente del consiglio Giuseppe Conte e del ministro per l’Ambiente Sergio Costa, per misure efficaci contro la caccia e controlli più rigorosi e severi.
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