RIPARTIRE O RICOMINCIARE? IL CONVEGNO DI SAN PIETRO IN LAMA
PRIMO MOMENTO DI CONFRONTO E DIALOGO PER LA COMUNITA’. leccecronaca.it E’ ANDATA A SENTIRE. ECCO IN SINTESI GIORNALISTICA CHE COSA I TANTI E QUALIFICATI RELATORI HANNO DETTO
di Stefania Bove______
Il confronto, come momento di riflessione e di crescita, ha animato, lunedì primo giugno, l’area mercatale di San Pietro in Lama. Numerosa la partecipazione della comunità dopo il fermo imposto dal governo. Un plauso agli organizzatori, che hanno dato molti spunti di riflessione.
Urgente la necessità di interrogarsi sul presente, ma soprattutto sul futuro, partendo da un interrogativo che appare sottile ma, di estrema sostanza come ben è emerso da tutto l’incontro.
La presenza di figure di ambito scientifico e sociale oltre a collegamenti video hanno dato ulteriore spessore alla serata.
In collegamento video c’erano anche: il dottor Italo Porto (Professore ordinario in malattie dell’apparato cardiovascolare, Università degli studi di Genova, Direttore U.O.C. nella clinica delle malattie cardiovascolari Policlinico San Martino IRCCS di Genova); il dottor Matteo Bassetti (infettivologo dell’ospedale San Martino di Genova) e il dottor Giuseppe De Donno (pneumologo dell’Ospedale Poma di Mantova).
Per poter fornire ai nostri lettori la possibilità di avere un’idea chiara dei molteplici ambiti toccati dai tanti interventi, di una serata molto articolata, ma comunque interessante, sia per gli argomenti affrontati, sia per gli illustri relatori, affinché essi possano poi, riflettendo e comparando, liberamente formare i propri convincimenti, leccecronaca.it è andata a sentire.
Ne riferiamo in dettaglio, dopo avere valutato l’ingente mole di informazioni raccolte, qui di seguito, anche se con una sintesi doverosa e in questa sede il necessario taglio giornalistico.
La questione è inevitabilmente multidisciplinare, come ben sottolineato dall’attento moderatore, il dottor Giorgio Doveri, sia per l’ambito scientifico dove varie discipline devono dialogare per raggiungere la giusta consapevolezza, diagnosi e relativo intervento, sia per il fatto che tutti noi siamo investiti da questo stravolgimento che porta a doversi porre interrogativi in ambito economico, politico e sociale.
Partiamo dal primo intervento, affidato al dottor Carlo De Michele, (medico internista, membro dell’ISDE, del Comitato Scientifico Multidisciplinare Indipendente e responsabile in Puglia per la Federazione italiana di ossigeno-terapia).
Operando in Puglia ed avendo lavorato sulla questione dei disseccamenti degli olivi, egli ha evidenziato il grave squilibrio ambientale che da anni ha sconvolto l’ambito agricolo, così come oggi l’emergenza Covid19 sconvolge noi tutti.
Ha segnalato una “crisi di sistema” strettamente legata ad uno sviluppo socio-economico insostenibile, ed ha messo in evidenza come scienziati e politici siano impreparati ad affrontare i problemi intrinseci al tipo di sviluppo stesso.
Carlo De Michele poi ha toccato la possibile, controversa e discussa relazione tra inquinamento elettromagnetico (soprattutto 5G) e pandemia, stimolato da uno dei numerosi interrogativi che hanno reso il dibattito costantemente interessante e vivace.
Secondo il relatore, le nuove tecnologie vengono diffuse sempre in ragione delle esigenze di mercato senza essere precedute da adeguati studi sui possibili effetti nocivi; pur tuttavia, esistono studi indipendenti che hanno messo in relazione le grandi epidemie del passato con i diversi step dell’inquinamento elettromagnetico come: trasmissioni radio senza fili/Spagnola, Rete mondiale radar/Asiatica, Rete satelliti militari/Hong Kong.
Certo – ha ammesso – si tratta di studi osservazionali, ma che lasciano pochi dubbi sul fatto che le onde millimetriche ad alta energia sono certamente in grado di interferire su numerose realtà metaboliche il cui potenziale patologico viene colpevolmente ignorato.
Il dottor Giuseppe Serravezza (immunologo, oncologo e Responsabile scientifico della LILT), figura popolare nel Salento per le sue battaglie in difesa del nostro territorio di tutti questi anni, lunedì sera ha incentrato il suo intervento sulla rottura degli equilibri tra gli organismi viventi, dovuta ad una forzata promiscuità ambientale che genera malattie, essendo proprio le regole base della biologia quelle che vengono sempre più ignorate per la sete di profitto a scapito della salute del sistema naturale nel suo complesso.
Di particolare attività è stata la relazione del dottor Agostino Ciucci (Dirigente Medico del Vito Fazzi di Lecce, medicina e chirurgia d’accettazione e d’urgenza), che si è occupato in prima linea dei pazienti Covid19 in ospedale e nella RSA La Fontanella di Soleto dopo il suo commissariamento.
Egli ha espresso il convincimento che le condizioni del sistema immunitario, messo a dura prova da una molteplicità di fattori, abbiano creato le condizioni per cui anche un virus di tipo influenzale come il Coronavirus ha potuto scatenare reazioni abnormi nei soggetti più fragili.
Ne ha imputato i danni derivati alle informazioni sbagliate dettate dalla politica, che, ad esempio – ha sostenuto – ha vietato lo svolgimento delle autopsie sulle persone decedute, che, se eseguite, avrebbero evitato errori fatali di diagnosi e quindi delle relative terapie.
Attualmente il virus è clinicamente scomparso – ha poi sottolineato il dottore – in quanto la pur positività al virus che ancora si può riscontrare non è sinonimo di malattia, perciò ha auspicato che si eviti di attuare misure di distanziamento o l’uso di mascherine, per lavorare appunto sul rafforzamento delle difese immunitarie.
La centralità del ruolo del sistema immunitario è stata sottolineata anche nell’intervento brillante dalla biologa specialista in Patologia clinica Adriana Micaglio, che ha spinto la riflessione sull’importanza della prevenzione in termini di stili di vita sani e naturali in contrapposizione ad un uso massiccio della chimica di sintesi.
Dal punto di vista dell’impatto sociale due gli interventi.
Il primo quello del segretario nazionale del sindacato SILP CGIL della polizia di Stato, Pietro Colapietro, che si è soffermato sul ruolo delle forze dell’ordine nell’attuazione delle misure di lockdown e non solo, ricordando il sacrificio di Giovanni Falcone nella lotta alla mafia, ” virus” di questo Paese. Un appunto critico personale è emerso, a seguito di un intervento dal pubblico, rispetto ad alcune delle norme adottate dal governo per la gestione dello stato d’emergenza tutt’ora in vigore.
Il secondo intervento, molto articolato, quello di Gino Ancona di Gino Ancona (segretario del Coordinamento per la difesa del Patrimonio Culturale contro le devastazioni ambientali), che ha puntato il dito contro la gestione politica e non scientifica della situazione, sintetizzandola come “il golpe dello starnuto”: non appena la scienza clinica è riuscita a prendere in mano la situazione – ha sostenuto – finalmente la strage ha avuto un drastico ridimensionamento, uscendo così dal terrore mediatico imposto.
Centrale è stata la riflessione su come evitare che si possano ripetere situazioni simili di imposizione subite da tutta la popolazione: Gino Ancona propone di ricostruire la comunità con un suo sistema di organizzazione che impedisca qualsiasi possibilità di accentramento di potere. Essenziale a suo avviso è di creare quindi un sistema di assemblee civiche che si autoconvochino per affrontare e risolvere le questioni in favore di ogni singolo individuo e conseguentemente di tutta la comunità, non più in ragione del profitto di qualcuno che la assoggetti fino a comprometterne anche la salute.
Nel finale molte le domande dal pubblico, segno del fatto che di incontri come questi ci sia grande necessità nel sentire comune, dei tanti che sempre più avvertono l’esigenza di comprendere quali possano essere le nuove forme per riprendere il cammino, dopo uno stop forzato, verso la costruzione di una vita in armonia e non più in contrasto con la natura.