ESPLODONO LE VIOLENZE, GLI USA SULL’ORLO DI UNA NUOVA GUERRA CIVILE / IL MALE AMERICANO
di Giuseppe Puppo______Dolore e rabbia lungo tutta L’America. Cominciano con questo titolo riassuntivo negli ultimi minuti i servizi della tv e on line della CNN, da Los Angeles, Minneapolis, Atlanta, New York, Denver, Houston. Sembra un bollettino di guerra. Lo è.
A Oakland, in California, è stato ucciso un agente della Polizia Federale e un altro è rimasto ferito da colpi di arma da fuoco.
A Detroit è stato ucciso un ragazzo di 19 anni da spari provenienti da un’auto il cui conducente invece ce l’aveva con i dimostranti in Cadallac Square.
In molte città dei vari Stati si registrano saccheggi, negozi dati alle fiamme e attacchi anche ad altri poliziotti.
Siamo ormai al quarto giorno di protesta dopo la morte a Minneapolis di un uomo di colore, di 46 anni, George Floyd, che aveva sul collo il ginocchio di un poliziotto bianco.
La violenza genera violenza. La spirale è innescata.
Manifestanti anche sotto la Casa Bianca a Washington, respinti con i lacrimogeni.
Secondo l’agenzia Associated Press il Pentagono ha chiesto all’esercito di tenere diverse unità militari pronte ad essere impegnate per le strade.
L’America deve ancora fare i conti con un suo passato, remoto e prossimo, per tanti versi ingombrante.
Ora, i nodi paiono venire al pettine, proprio nel bel mezzo dell’emergenza sanitaria della pandemia, sia per i Repubblicani, sia per i Democratici, due facce della stessa medaglia, in realtà.
In realtà il problema razziale, che come un filo rosso attraversa tutta quanta la loro storia, non l’hanno mai risolto. Obama non fu altro che un’operazione di facciata.
Dicevano di essere i campioni della democrazia, ma loro le leggi razziali in molto stati in vigore fino a tutti gli anni Sessanta ce le avevano, unici al mondo.
Dicevano di portare la democrazia nel mondo, ma in realtà era solo un pretesto per esportare i loro interessi economici, e distruggere regimi a loro ostili, dalla Jugoslavia, alla Libia l’elenco è lungo.
Dicevano di voler favorire migliori condizioni economiche, hanno imposto invece un modello sociale fatto di egoismo, sopraffazioni, affarismo sfrenato, che crea enormi disuguaglianze sociali, a cominciare da quelle esistenti nel loro interno.
E le disuguaglianze sociali accumulano insoddisfazioni e fanno esplodere rivolte.
Che sistema è, quello in cui se hai la carta di credito puoi curarti, e se non ce l’hai puoi morire?
Che sistema è, quello in cui se hai un buon avvocato puoi farla franca, anche se colpevole, e se non ce l’hai puoi marcire in prigione, anche se innocente?
Continuano a vendere armi, all’esterno e al loro interno, come se fossero noccioline, ogni tanto scatenano qua e là qualche attacco missilistico, o riforniscono di nuovi modelli le armerie libere a tutti.
In realtà, non si uccide una persona, quando si spara: si comincia a uccidere una persona, quando si acquista un’arma.
Gli Usa non hanno una memoria storica condivisa, ed ecco quello che succede, se rimangono mentalità diffuse, di segregazione, di superiorità economica e sociale, in ultima analisi di ignoranza.
I film di Hollywood sono foglie di fico appiccicate qua e là per coprire le vergogne.
La Storia soffre di amnesia, le amnesie producono sinapsi.
I cortei di Martin Luther King, i disordini razziali, le rivolte feroci, I have a dream e Good Morning Vietnam…
E passato mezzo secolo, ma invano: ora è di nuovo tutto come prima, peggio di prima.