L’ON. GORGONI E IL PRESIDENTE SCARDINO SE NE SONO ANDATI INSIEME
a cura di Valerio Melcore_____Alle famiglie dell’Onorevole Gaetano Gorgoni e del Presidente Leonardo Scardino giungano le condoglianze del sottoscritto e della Redazione del giornale.
Gaetano Gorgoni è personaggio noto, un uomo che ha fatto della politica la sua ragione di vita, a 86 anni e nonostante avesse ormai perso completamente la vista, continuava la sua attività di primo cittadino di Cavallino ricevendo quanti lo cercavano, nella sua stanza, quella del sindaco, sontuosamente arredata posta al pian terreno.
Ninì, questo il nome con cui veniva chiamato dagli amici, per oltre trenta anni ha svolto, il ruolo di primo cittadino, perché anche quando superati i due mandati e la legge gli impediva di ricoprire tale incarico, attraverso una persona di sua fiducia continuava a guidare il Comune.
Iniziò la sua attività politica da ragazzo nel Movimento Sociale Italiano, che abbandonò per passare in un partito di sinistra il PRI, Partito Repubblicano Italiano, e qui iniziò la sua carriera politica, prima come consigliere e assessore provinciale, poi dopo molti insuccessi, caparbiamente continuò a candidarsi e alla fine la spuntò venendo eletto, grazie all’intervento di Susanna Agnelli, prima deputato e poi sottosegretario, per diverse volte.
Quando la Prima Repubblica, fu spazzata via da Tangentopoli, pensò bene di ripartire da Cavallino e posizionandosi una volta a destra e una a sinistra, appoggiando ora gli uni ora gli altri, nelle varie competizioni elettorali, riuscì a tessere buoni rapporti con il centro-destra ed il centro-sinistra che sparirono da Cavallino, lasciandogli carta bianca e appoggiandolo a livello locale e provinciale nei momenti di difficoltà. Il suo rammarico non essere più riuscito a farsi candidare per un seggio in Parlamento.
Definito da amici e avversari il Feudatario di Cavallino, con la sua morte va via non solo un pezzo di storia, ma questo paese, nel bene e male, non sarà più lo stesso.
Passano poche ore da quando ho appreso la triste notizia, ed il mio cellulare squilla, da sotto le coperte tiro fuori un braccio e rispondo, è un amico del Circolo Il Cavaliere, io mi sbrigo a dirgli che ho la febbre alta che ho saputo di Gorgoni, e così vengo informato che anche Scardino non era più fra noi.
Leonardo Scardino, per gli amici Narducciu, per gli altri il Presidente, aveva 72 anni ed era stato Presidente della USL, quella che ha sede a San Cesario.
Approda alla politica quasi per sbaglio, il suo background culturale non è quello tipico del politico a cui siamo abituati, Narduccio si è laureato all’Università della Vita, e quando Gorgoni dal palco mettendolo alla berlina lo definì un ragazzaccio, lui si schermì dicendo che era vero, e non c’era motivo di offendersi. La sua empatia era universalmente riconosciuta da amici e avversari.
Approdò nelle file della Democrazia Cristiana dopo essersi fatto notare per un intervento in polemica col Partito Comunista, durante un dibattito alla Festa dell’Unità che si teneva in piazza Castromediano a Cavallino.
Amico del Ministro Pino Leccisi, un altro militante missin0 approdato poi nelle file della Democrazia Cristiana, Scardino fu nominato Presidente della USL quando quest’incarico aveva un peso notevolmente maggiore rispetto a oggigiorno.
Aveva avuto un notevole consenso elettorale, come amava ricordare, in alcuni periodi della sua stagione politica, aveva ricevuto due voti su tre dall’elettorato cavallinese come quando fu eletto Consigliere Provinciale.
Se Gorgoni viveva nel Palazzo circondato da stemmi ed arazzi che ricordavano le sue origini, tra dipinti e volumi antichi, Scardino era un uomo del popolo cresciuto in una casa modesta come tanti, e se non aveva ricevuto un’educazione colta e raffinata, la strada gli era stata maestra e questo gli permetteva di comprendere maggiormente le problematiche e i bisogni dei cittadini.
Questi due personaggi cavallinesi che oggi fanno l’ultimo viaggio insieme, in comune hanno avuto, la passione per la politica, il coraggio, che va riconosciuto ad entrambi ed il paese natale.
Mentre nella mia mente si affastellavano ricordi di questi due miei avversari, con i quali in passato mi ero duramente scontrato, ricevo un’altra telefonata.
Apro il cellulare, è un altro amico del Circolo, al suo “pronto” , rispondo :” si ho saputo di Gorgoni e di Scardino, Si mi dispiace, purtroppo ho la febbre….” dall’altro lato del telefono una pausa, poi una voce stentorea:“Dio è morto, Marx pure e io non mi sento troppo bene”.
Poi comincia a fare l’elenco delle persone che non ci sono più e che hanno caratterizzato per qualche decennio la politica nostrana. Fernando Carlà tesoriere provinciale del PCI prima, del PDS e del PD poi uomo di D’Alema; Raffaele Baldassarre, deputato al Parlamento Italiano e poi eurodeputato,braccio destro di Fitto, Gaetano Gorgoni, Leonardo Scardino, poi chiosa “siete rimasti solo tu e Franco”.
Gli amici che mi leggono scuseranno la mia volgarità ma un gesto improvviso della mia mano tradisce lo scongiuro. Così ho telefonato al mio vecchio avversario, Franco Corallo, già Sindaco di Cavallino, per informarmi sul suo stato di salute.
Quando gli ho raccontato il tutto e gli ho ricordato che avevo 10 anni meno di lui, senza perdere un attimo di tempo saggiamente mi ha risposto:” Di al tuo amico, no a ci tocca ma a ci toppa”.
Dei personaggi che ho citato sono stato un irriducibile avversario, almeno sino al giorno in cui avevano ruoli istituzionali importanti e gestivano il potere secondo metodi che io non ho mai condiviso.
Gorgoni poi che è stato il personaggio che più a lungo ha gestito il potere nel mio Comune, è stato quello che più di tutti è stato oggetto delle mie critiche, e una volta che sono stato eletto in Consiglio Comunale da Capogruppo dell’opposizione non ho mai lesinato critiche e durissimi attacchi alle Amministrazione da lui guidate. Le mie documentate critiche però venivano definite diffamatorie e più volte ho dovuto affrontare procedimenti penali. E quando questi non sono serviti a zittirmi si è passati alle denunce civili con richieste risarcitorie, l’ultima delle quali ammontava a 500 mila euro. Per fortuna un bravo avvocato e dei giudici coscienziosi hanno riconosciuto che le mie critiche politiche erano giustificate dall’intento di salvaguardare gli interessi e la salute dei cittadini.
Per cui il mio giudizio sulla conduzione politico di Cavallino è impietoso, poi c’è l’aspetto umano ed tutta un’altra cosa.
Gorgoni per esempio era un grande affabulatore, poteva tenerti per ore a raccontarti storie vere o verosimili, ammaliandoti, bravissimo nel tessere i rapporti con chi si trovava di fronte, ed inoltre un grande lavoratore, un instancabile lavoratore della politica, una passione ed un attivismo che gli derivavano sicuramente dalla sua prima esperienza politica.
Testardo e coraggioso, con una disposizione al comando e con una grande capacità di gestire tecniche comunicative militari, come ebbe a dirmi una volta un Comandante che tali tecniche ben conosceva.
Mi è già capitato in passato di provare sofferenza, non solo dovuta all’umana pietà, ma perché proprio con quegli avversari con i quali mi sono scontrato più duramente, ho condiviso una parte della mia vita, e con la loro dipartita e come se una parte di me andasse via.
Gorgoni, lo avevo visto prima di Natale, tra di noi non c’era astio, sono anni che non mi occupo più di politica, l’ho trovato in buona salute, lucidissimo, si lamentava per il fatto che aveva perso completamente la vista, io ho cercato di confortarlo ricordandogli che nonostante la sua età fosse in splendida forma, e scherzando gli ho detto che anche se non poteva vederle, la qualità delle sue segretarie era migliorata nel tempo. Ci siamo fatti due risate e quattro chiacchiere, mi ha fatto dono del libro che parla della sua vita e ci siamo salutati cordialmente.
Qualcuno di quegli che gli è stato vicino negli ultimi anni in più di qualche occasione mi ha detto che nonostante gli scontri o forse proprio per questi, Gorgoni mi stimava, questo perché a suo dire ero l’unico che lo aveva sempre affrontato a viso scoperto. Non so ciò sia vero, o il tentativo di un comune amico di mettere miele su antiche ferite, però mi piacerebbe che fosse vero.
Con Scardino nel tempo siamo diventati amici. Finita la sua parabola politica, abbiamo passato diverso tempo insieme, al bar, in piazza, o gironzolando in auto. Mi raccontava aneddoti e retroscena che riguardava le decisioni che i partiti prendevano alle spalle di iscritti e dirigenti. Come quella volta che la Segreteria Provinciale della Democrazia Cristiana, alle elezioni comunali, attese sino all’ultimo obbligando i consiglieri uscenti della DC a non candidarsi, costringendoli a fare una lista di new entry. Ciò nonostante la DC prese più voti delle altre liste, ma con Consiglieri Comunali privi di esperienza e spaccati al loro interno il disegno ordinato dai centri di potere fu raggiunto.
Mi raccontava di tutti quei medici, veterinari, infermieri ed impiegati che ancora oggi lavorano presso l ‘Asl di San Cesario, e si lamentava della mancata gratitudine, allora io gli ricordavo che anche Gorgoni si lamentava di tutti quelli che ave fatto entrare in Provincia. Poi però non mancavo di manifestare il mio dissenso rispetto ad un certo modo di intendere la politica.
Termino questo mio ricordo di questi due uomini che in maniera diversa hanno tanto inciso sulla vita della Comunità cavallinese riportando quel pensiero che ieri a caldo ho postato su facebook.
In questa giornata di mestizia, mi viene da pensare, chissà se mentre fanno insieme il loro ultimo viaggio i due avversari politici da sempre, l’Onorevole e il Presidente staranno facendosi una bella litigata oppure staranno ridendo di noi; o cosa più probabile l’Onorevole bacchetterà il ragazzaccio perché anche quando sul teatro della vita sta calando il sipario, cerca di togliergli la scena, abbandonando questa vita nello stesso giorno, e il Presidente che sornione ricorda al gentiluomo la livella di Totò.
Nella foto:
A sinistra di chi guarda Leonardo Scardino a fianco Gaetano Gorgoni, sono immagine di qualche anno fa.______
LA RICERCA nel nostro articolo di ieri
Un articolo bellissimo, assolutamente rispondente alla realtà storica e saggiamente equilibrato. Complimenti Valerio!!
Scusa Valerio, lo so che i latini dicevano “parce sepulto” ma negli ultimi lustri a Cavallino ha anche prosperato l’industria del “rifiuto” o immondizia che dir si voglia. Con la discarica e le famose “ecoballe”. Non penso non si possa citare questa circostanza non proprio commendevole per chi ha guidato le sorti della città negli ultimi 30 anni.
Tanto per rendere i ritratti a “tutto tondo”.