QUELLA LACRIMA SUL VISO
di Giuseppe Puppo______
Allora, era già tutto previsto. Da ieri sera e per tutta questa notte è andata in onda a reti unificate una puntata speciale del Grande Fratello Vip, l’ennesimo one man show di propaganda dell’uomo solo, buono per tutte le stagioni, non eletto da nessuno, al comando.
Dopo che dell’ultimo provvedimento che doveva aiutare cittadini, famiglie e imprese dopo un mese abbiamo potuto verificare tutte le inadempienze, le promesse rimaste tali, le incongruenze, e pure le bugie, sugli aiuti pubblici, che in realtà sono a favore delle banche, il governo ne ha varato un altro, che, al solito, nessuno ha potuto ancora leggere.
Ma tanto è servito a mettere su la nuova puntata con la regia di Rocco Casalino.
Ci dobbiamo tenere gli annunci, le promesse, le assicurazioni del governo.
Senza nessuna assicurazione sull’effettiva attuazione dei provvedimenti, senza nessun accenno a tempi e modi, mentre la situazione dell’emergenza ora sociale diventano di giorno in giorno più drammatiche.
Quando arriveranno i soldi? Come? In che strategia di rilancio? Con che progetto di ripresa? In che clima che possa favorire l’occupazione, lo sviluppo, la partecipazione, la comunità nazionale?
Non è dato sapere.
Nemmeno dal comunicato stampa del governo, l’unico documento ufficiale disponibile al momento.
Ora, intendiamoci, proprio perché la situazione sociale è di giorno in giorno sempre di più drammatica, la speranza nostra non è il ministro: è che almeno questa volta ci siano fatti, non parole, soldi positivi per lavoratori rimasti senza lavoro, famiglie, imprese, partite Iva, uno stop a vecchi e nuovi balzelli, tregua fiscale, e poi, in ultimo, ma non per ultimo, che si riesca a superare la burocrazia più oppressiva.
A differenza delle altre volte, ieri sera c’è stato però una novità da Caramba che sorpresa, da C’è posta per te, da non so più nemmeno io che cosa.
Il ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova si è messa a piangere in diretta, facendo commuovere subito dopo il suo principale, nell’annunciare come previsto e ottenuto il provvedimento, contenuto nel maxi decreto di ieri sera, che regolarizza gli immigrati irregolari quali braccianti agricoli, ma pure colf e badanti, presentandolo come un atto di legalità, come un contrasto al caporalato, come un riscatto personale.
Ora, che cosa sia in realtà questo articolo del provvedimento, per la precisione ancora non è dato sapere. Il sospetto è che si tratti di una maxi sanatoria per seicentomila immigrati clandestini, o che lo diventi.
Gravissimo.
Il governo, questo governo, guidato dallo stesso uomo che fino a qualche mese fa aveva cercato di porre un freno agli arrivi indiscriminati sul nostro territorio, ora ne diventa il normalizzatore, e indirettamente dà un avallo ai trafficanti di esseri umani, alle organizzazioni terroristiche che stanno dietro loro, e agli speculatori di ogni colore, che sanno bene che “gli immigrati rendono più della droga”.
Certo, cambiare idea è lecito, questo governo come tutti ha il diritto di prendere i provvedimenti che ritiene più opportuni anche sul tema così dirompente dell’immigrazione, e magari ci fosse una qualunque strategia dietro.
Il problema è che lo fa nascondendolo e nascondendosi. Che lo fa in un momento in cui dovrebbero essere aiutati e ‘regolarizzati’ gli Italiani. Che lo mascheri di pie intenzioni, che sono solamente pretesti.
Serve alla lotta al caporalato la maxi sanatoria? No, le leggi contro il caporalato ci sono già e vengono pure applicate.
Serve all’agricoltura italiana questo provvedimento? No, per detta degli stessi agricoltori. In queste ore il presidente di Coldiretti Ettore Prandini lo sta spiegando con ripetute dichiarazioni, per quanto esse non trovino la diffusione mediatica che meriterebbero.
Sostiene Prandini, che gli agricoltori italiani avevano bisogno di misure urgenti, non di queste robe qua che sono una questione di partiti, e di interessi di partiti, non di agricoltura. Dice che avevano chiesto e non ottenuto di poter far arrivare lavoratori specializzati, perché servono braccianti in un qualche modo già pratici, dai paesi dell’Unione Europea. Dice che non è vero che gli Italiani non sono interessati “a raccogliere pomodori”: dice che però i datori di lavoro non possono assumerli, perché avrebbero bisogno di strumenti agili come i voucher, che non hanno avuto.
Ma perché il ministro dell’Agricoltura, ove volesse aiutare i produttori italiani, non interviene sulle speculazione sui prezzi operata dalla grande distribuzione, dalle cooperative, dai grossisti, su cui non ha mai detto una parola?
Infine, la narrazione della sua storia personale, di quando era ragazza – ma per quanto lo ha fatto? – e andava a raccogliere l’uva.
La smetta di raccontarcela, per favore.
Teresa Bellanova ha un’età per cui era ragazza negli anni in cui queste esperienze non erano certo sua eroica prerogativa, ma un destino in comune condiviso da tutta una generazione, specie quella degli anni Settanta, specie dei figli delle famiglie monoreddito, specie qui a Sud.
Tanti professionisti o impiegati di oggi, figli del popolo, che si sono fatti da soli, perché all’epoca la mobilità sociale era ancora possibile: hanno studiato, a cominciare dalle elementari, poi via via alle medie, al liceo, all’università, mentre due o tre pomeriggi alla settimana, d’estate pure di mattina, andavano a fare lavori agricoli nei campi, a scaricare camion di bibite o di gelati, cassette di frutta ai mercati generali, a vendere cerotti, a distribuire volantini.
Non l’hanno mai detto, non perché se ne vergognino, ma perché non è un motivo di vanto: semplicemente è una elaborazione personale, di dignità certo, ma che però non deve servire alla vanagloria personale, o, peggio, alla carriera, o alla propaganda politica.
Ben detto, caro direttore e … nella maniera corretta e reale!
Eh.. quanto sono utili le lacrime alla propaganda!