“Tempi tecnici rapidissimi” FURONO PROMESSI NEL 2016 DA MICHELE EMILIANO A UGENTO PER LA BONIFICA DELLA DISCARICA DI BURGESI. CHE PERO’ E’ ANCORA LA’, ORA PROSSIMA A COLLASSARE. ANZI ADESSO LA REGIONE PUGLIA VUOLE PORTARCI ALTRI RIFIUTI: NON LASCIA, RADDOPPIA
(Rdl)______.No, nella foto di copertina, il Coronavirus non c’entra niente. La mascherina, quel giorno, il 27 dicembre 2016, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano la mise perché andò a fare un sopralluogo in loco, a Burgesi, dove promise una bonifica integrale in tempi tecnici rapidissimi.
La discarica è ancora là, con i suoi carichi ingombranti, e i suoi segreti.
Anzi adesso è prossima a collassare.
Però adesso Michele Emiliano vuole portarci i rifiuti provenienti da Massafra. Sì, anch’essa ‘attenzionata’ dai magistrati, il 14 marzo 2019, con sette arresti, fra politici e amministratori.
Cittadini e sindaci del basso Salento protestano contro la decisione assunta dalla Regione Puglia di conferire nella discarica di Burgesi (nella foto sotto, ai tempi delle inchieste giudiziarie del 2016), situata fra i comuni di Ugento e Presicce Acquarica, rifiuti provenienti dall’impianto di Massafra.
Ricordiamo a questo proposito appunto che la discarica di Burgesi fu oggetto di indagini della Procura della Repubblica di Lecce, che portarono alla scoperta di rifiuti tossici.
Ricordiamo che all’epoca il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano si disse pronto a bonificare l’area.
Ricordiamo che poco prima di morire assassinato il consigliere provinciale Peppino Basile credeva di aver individuato a Burgesi la presenza di rifiuti nucleari.
Sulla questione è intervenuto con una nota il Movimento Regione Salento.
“L’ennesima decisione senza senso della Regione Puglia” – ha commentato il coordinatore cittadino di Ugento Luca Bleve – “Burgesi è ornai al collasso. Questo territorio è svilito da tanto tempo da problematiche serie che hanno provocato l’insorgenza di varie patologie tumorali. Non possiamo permettere assolutamente che la bellezza dei nostri luoghi venga sporcata ancora, così come non possiamo permettere che altri rifiuti vengano ammassati dove già tutto è vicino all’esaurimento. Siamo sempre preoccupati che questo territorio si trasformi ancora di più in una bomba ecologica e che i danni possano diventare incalcolabili”.
Concorda e sottoscrive il presidente del Movimento Regione Salento Paolo Pagliaro (nella foto sopra): “Non riusciamo a capire il motivo per cui dopo aver dirottato verso questo impianto anche i rifiuti in uscita degli impianti di biostabilizzazione di Cavallino e Poggiardo, adesso Ager, cioè l’Autorità regionale competente, ha deciso di farlo anche con i rifiuti provenienti da Massafra. Per questo motivo, in modo propositivo, chiediamo alla Regione Puglia di rivedere immediatamente la politica del ciclo dei rifiuti che da un lato vessa i cittadini con costi esosi per lo smaltimento fuori provincia e dall’altro non tiene conto assolutamente delle problematiche serie che ruotano intorno a questa materia riferite alle patologie tumorali di cui abbiamo, purtroppo, un tasso altissimo”.______
LA RICERCA nei nostri articoli del 23, 27 e 29 dicembre 2016, e del 9 e 10 gennaio 2017
L’ INCHIESTA / CHI HA UCCISO PEPPINO BASILE? – 3 / “Un contatore Geiger, dove lo posso trovare?”
DISCARICA BURGESI: LE PRECISAZIONI DELLA PROCURA DI LECCE SU INDAGINI E ‘MESSA IN SICUREZZA’
“La discarica di Burgesi è uno dei fallimenti conclamati della Regione Puglia: un monumento all’inconsistenza degli annunci del governatore Michele Emiliano. Ricordiamo tutti le promesse, le passerelle sul sito, le parole roboanti del presidente che, in favore di telecamere, annunciava chiarezza, celerità e fondi per bonificare una delle discariche più pericolose e inquietanti della regione. Parole vuote. Non è rimasto neanche l’eco di quegli annunci. E oggi al danno si aggiunge la beffa”.
Così il consigliere del M5S Cristian Casili dopo la decisione dell’Ager, ufficializzata nei giorni scorsi, di smaltire nel sito di Burgesi i rifiuti in uscita dal biostabilizzatore di Poggiardo e Cavallino, che prima venivano inviati nei siti fuori provincia, soprattutto in quello di Massafra, che sembra aver raggiunto la sua capienza massima.
“Senza alcuna pianificazione – continua Casili – la soluzione trovata è una ripartizione iniqua che farà diventare Burgesi la pattumiera del Salento. Non solo. La gestione dei rifiuti in Puglia, priva di ogni elementare strategia, è così fallimentare che l’Agenzia è costretta a smistare questo smaltimento in una discarica su cui ci sono ombre enormi in merito alla presunta presenza di rifiuti tossici tombati all’interno e su cui non è mai stata fatta pienamente chiarezza, nonostante le preoccupanti analisi dell’Arpa e le rassicurazioni di Emiliano. Una ulteriore beffa per la comunità di Ugento, Presicce e Acquarica, che ha già pagato un caro prezzo ambientale e sanitario e che merita rispetto e considerazione.
La Regione sblocchi immediatamente i fondi destinati a mettere in sicurezza il sito e faccia subito chiarezza su Burgesi.
Il territorio è stanco delle chiacchiere”.
#RIFIUTI IN #PUGLIA DALLA #CALABRIA. ANCHE A #CAVALLINO.
#SINDACO, SE CI SEI BATTI UN COLPO!
“In Puglia è aumentata la differenziata con conseguente sotto utilizzo degli impianti di trattamento di rifiuti indifferenziati. Per tenere a regime il funzionamento di queste strutture la Regione decide, sconsideratamente, di accogliere spazzatura da fuori.
Questa logica, se portata a compimento, creerà un grave precedente. Perché una volta risolto il problema del Lazio, il Commissario pugliese Grandaliano potrebbe tranquillamente decidere di mettere l’impianto di #Cavallino a disposizione di qualche altra #Regione.”
Esattamente due anni fa, era il 31 maggio 2018, con queste parole il Movimento 5 Stelle e il Meetup di Cavallino e Castromediano concludevano una serie di tre comunicati, pubblicati nel giro di una settimana, per scongiurare il pericolo di accogliere, negli impianti di C
avallino, #rifiuti indifferenziati provenienti da fuori regione.
Quella battaglia fu in parte vinta, in quanto quei rifiuti non arrivarono mai a Cavallino ma “si fermarono” a Foggia.
Il pericolo dunque, effettivamente, non era del tutto scampato e infatti oggi, a due anni da quelle vicende e a pochi mesi dalla campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio Regionale Pugliese, la minaccia si ripresenta. Questa volta, però, neanche i Comuni direttamente coinvolti sono stati resi partecipi della decisione presa da Emiliano con una delibera di giunta regionale e così ci è toccato apprendere dalla stampa che fino al 30 giugno gli impianti di Cavallino accoglieranno rifiuti solidi urbani indifferenziati provenienti dalla Calabria. Inoltre, a più di una settimana dalla decisione presa da Emiliano, ancora non si conosce la definizione dei flussi negli impianti pugliesi e i termini dell’Accordo con la Calabria.
DOVE METTONO LE ECOBALLE? DOVE PORTANO LE ECOBALLE?
Bisognerebbe capire, per esempio, dove verrà conferito l’ulteriore rifiuto in uscita dagli impianti interessati dai nuovi conferimenti.
SI SONO VALUTATI GLI IMPATTI SANITARI IN UN TERRITORIO GIA’ SOTTO STRESS AMBIENTALE?
Ma soprattutto ci chiediamo se siano stati attentamente valutati gli ulteriori impatti sanitari e ambientali sui territori interessati, viste le criticità che da tempo interessano il sito di Cavallino.
Intanto si prendono accordi, dimenticando ancora che il nostro territorio è già costretto a trattare e smaltire più rifiuti di quelli che produce, a causa di una politica che da trent’anni è incapace di programmare con lungimiranza una gestione dei rifiuti e dei relativi impianti che tenga conto dell’effettivo fabbisogno di ciascun territorio nel rispetto del principio di prossimità e di autosufficienza.
A due anni di distanza ribadiamo con fermezza #STOP_RIFIUTI_A_CAVALLINO!
Il nostro territorio ha già dato e quegli impianti, ormai obsoleti, sono da chiudere e bonificare; a maggior ragione non si dovrebbe consentire il trattamento dei rifiuti provenienti da fuori regione.
“Passano i giorni, ma da Regione Puglia e Ager ancora non si ha alcuna notizia su dove verranno smaltiti i rifiuti indifferenziati provenienti dalla Calabria. Non è possibile che siano ancora ignoti i termini dell’Accordo con la Calabria e che i sindaci dei Comuni in cui si trovano gli impianti di TMB potenzialmente destinati ad accogliere quei rifiuti, debbano saperlo dai giornali.
Dopo aver fatto virtualmente il giro della Puglia, ora sembra che la scelta da parte della Regione sia ricaduta sul sito di Cavallino.
Un impianto ormai obsoleto e per questo tale da non garantire un corretto funzionamento in caso di ulteriori conferimenti, come ha sottolineato il sindaco e situato in un territorio già fortemente penalizzato dalla presenza di numerosi impianti. È necessario un confronto tra tutti gli attori interessati, per questo ho presentato una richiesta di audizione in Commissione Ambiente”.
Lo dichiara il consigliere del M5S Antonio Trevisi, che ha chiesto di audire l’Assessore regionale alla Qualità dell’Ambiente Gianni Stea, il Direttore Generale dell’Agenzia territoriale della Regione Puglia per il servizio di gestione dei rifiuti (AGER) Gianfranco Grandaliano e i sindaci dei Comuni di Deliceto, Foggia, Bari, Massafra, Manduria, Cavallino, Ugento, Poggiardo e il Commissario Prefettizio di Conversano.
“È necessario – continua Trevisi – conoscere nel dettaglio quali impianti saranno interessati dai conferimenti dei rifiuti provenienti dalla Calabria, le rispettive quantità e la destinazione dei rifiuti in uscita dagli impianti. Ad oggi, infatti, non è stata resa nota in modo chiaro da parte dell’AGER la definizione dei flussi, delle tariffe da applicare e delle modalità tecniche operative e di trasporto dei rifiuti provenienti dalla Calabria, mentre si deve garantire trasparenza e pubblicità delle informazioni.
Bisogna avviare un confronto con i Comuni interessati dalla presenza degli impianti di TMB, soprattutto alla luce del fatto che la maggior parte dei territori che ospita questi impianti presenta già situazioni di emergenza sanitaria e ambientale avendo per anni subito gli impatti di impianti non correttamente gestiti.
È importante, quindi, conoscere se siano stati valutati gli ulteriori impatti sanitari e ambientali sui territori interessati, viste le criticità che da tempo interessano, ad esempio, i siti di Cavallino, Burgesi e Poggiardo”.
Nella richiesta di audizione si chiede anche di sapere, alla luce del fatto che gli impianti di TMB operano a regime ridotto per l’aumento della raccolta differenziata, quali siano le scelte programmatiche che la Regione intende assumere nel lungo periodo per garantire che la disponibilità residua rispetto alla capacità autorizzata di questi impianti, non si trasformi nella disponibilità di spazi per conferimenti da fuori regione.
“È opportuno – conclude Trevisi – valutare e individuare soluzioni in grado di convertire gli attuali impianti di biostabilizzazione in modelli più sostenibili dal punto di vista sanitario e ambientale come, ad esempio, le fabbriche dei materiali che assicurano schemi di processo più adattabili alle future prospettive di aumento della raccolta differenziata.
La programmazione regionale, finora totalmente assente, deve pianificare gli impianti sulla base dell’effettivo fabbisogno di ciascun territorio nel rispetto del principio di prossimità e di autosufficienza della gestione”.
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