LA SERA ANDAVAMO A TEATRO…CON UN PO’ DI NOSTALGIA, UNA RECENSIONE SUL FILO DELLA MEMORIA: “Le Isole Sataniche” DI MAURIZIO CICCOLELLA. SPERANDO DI POTERNE FARE PRESTO TANTE ALTRE NUOVE
di Eugenio Limburgo______
Era Settembre. La favolosa Estate di Teatro del 2018 sembrava al termine, con la malinconia che prende nell’ultimo scorcio. Poi, come a volte nella Vita, la sorpresa. Una nuova rassegna – Borgarti – un Festival per la Direzione artistica di Maurizio Ciccolella (nella foto di copertina), regista e attore, per raccontare il territorio e la contemporaneità.
“Le Isole Sataniche” è l’evento che chiude la rassegna, tenutosi presso l’Aula Consiliare del Comune di Ostuni, scritto e diretto da Maurizio Ciccolella e in anteprima nazionale. In scena: Matteo Maci, Mino Leone, Lello Galasso, Lorenzo De Simone, Greg Dubem.
A San Domino, isola delle Tremiti, si realizza in epoca fascista un confino peculiare, quello di ragazzi omosessuali, simboli della diversità del periodo.
Come possono costruire un presente impossibile se non accomodando alla meglio i ricordi per non rimanere schiacciati. Bisogna espiare la colpa di essere “pederasta”, con una esistenza costretta al margine; si trovano in ogni tempo colpe da espiare. Ma qualcuno trova pure il modo di essere se stesso più di quanto non potesse essere nella sua città. Così un gruppo, attraverso il Teatro, tenta di sfuggire alla triste esistenza.
La vita è dura, la violenza cruda; la leggerezza, l’immaginazione costituiscono la via di fuga.
“Non c’è una trama vera e propria – ci dice il regista – perché ciò che ci interessa non è raccontare una storia, ma aprire una riflessione su fatti tragici di 70 anni addietro. La narrazione è un pretesto per far emergere tutte le individualità, vissuti personali che raccontano violenze affatto diverse, come il professore accusato di avere sedotto un ragazzo ed è finito al confino”.
Chi si aspettava uno spettacolo compassionevole è stato positivamente deluso.
L’azione si svolge sullo sfondo di una scenografia multimediale che la integra; voce d’epoca fuori campo –“La piaga della pederastia si diffonde e questi individui agiscono allo scoperto. Questo dilagare, contrario al miglioramento della razza, ha attirato l’attenzione della Questura! Ricorrono a tutti gli espedienti per mettere su dei quartieri per i loro abietti incontri. Si ritiene indispensabile per la difesa della razza, adottare misure più drastiche, come il confino di polizia per i soggetti più ostinati”-
Nel primo quadro c’è un uomo con l’impermeabile che sodomizza un compagno di prigionia, è la storia di un uomo messo in manicomio perché seduceva i maschi. C’è poi Alfio, il calzolaio, che avendo dato prova di vita oziosa, come da rapporto di polizia, è stato sottoposto a visita medica ano-rettale a cui è risultato positivo.
Sull’isola si litiga per l’acqua. Sono assegnati cinque litri a testa per bere, lavarsi e tutto il resto.
C’è financo un eterosessuale scambiato per omosessuale e confinato. Lo spettacolo mette in evidenza anche l’uso di procedure cliniche assurde per scovare gli omosessuali.
Madama Butterfly, invece, è quasi più contenta di essere lì, allo scoperto, che nascondersi al paese; con la madre ha litigato perché lei lo voleva professore, ma egli sogna di cantare la lirica. “La nostra mente – dice – sconfigge la paura e ci darà la libertà”.
Usavano, quindi, il Teatro come diversivo per fuggire dalla realtà. L’Arte rimane la via di salvezza possibile.
Un sincero plauso a Maurizio Ciccolella, Direttore di Talìa-Scuola d’Arte Drammatica della Puglia e agli interpreti per la prova convincente.
Sarà stata complice la location, ma se uno spettacolo ti trasporta tutto intero, anima e corpo, al tempo narrato, allora quello è Teatro Vero.
Category: Cultura
Articolo che rende bene l’idea della narrazione.
Un favoloso articolo…dove viene descritto alla perfezione il disagio e poi la soluzione allo stesso attraverso l’arte del teatro!!
Grazie…mi confondete!! Ma il merito va a questo lavoro teatrale che speriamo di rivedere in scena.