BATTIBECCO TRA LA REGIONE E LA PROVINCIA… ECCO COME VIENE SPRECATO IL NOSTRO DENARO
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Se quei milioni di euro utilizzati per sensibilizzare sul tema del femminicidio, della tutela della donna e dei minori, invece di essere sprecato in inutili chiacchiere, conferenze e manifestazioni che servono solo ai nostri politici per mettersi in vetrina, fossero utilizzati per creare posti di lavoro per quelle famiglie dove il disagio sociale è forte, e dove spesso avvengono certi crimini proprio a causa della miseria, quel denaro non sarebbe speso meglio?
“DEGLI OLTRE DUE MILIONI DI EURO DI FONDI REGIONALI ALLA PROVINCIA DI LECCE SINORA SOLO 100MILA EURO”: REPLICA DELL’ASSESSORE D’ANTINI SOLERO ALLA CONSIGLIERA MOLENDINI.
“Forse la consigliera regionale di Parità, Serenella Molendini, non conosce l’operato delle Province e, probabilmente, essendo a capo di un organo esterno agli assessorati, non conosce le attività degli stessi, né tantomeno i rapporti esistenti con l’assessorato regionale di riferimento”. Così Filomena D’Antini Solero, in qualità di titolare della delega alle Politiche sociali e Pari Opportunità della Provincia di Lecce, replica alle parole della consigliera, pronunciate, a quanto si legge sui giornali, nell’ambito del tavolo istituzionale convocato ieri a Bari dall’assessore Elena Gentile, sul tema del femminicidio.
“Dei 2 milioni e 300mila euro impegnati dalle Regioni a favore delle Province, soltanto 100mila sono pervenuti alla Provincia di Lecce, a dire della Regione per questioni legati al Patto di Stabilità. Voglio ricordare anche alla consigliera di Parità Regionale che il finanziamento regionale sarebbe dovuto pervenire all’indomani dell’approvazione dei PIL provinciali avvenuta da oltre un anno”.
“Ad oggi è arrivata soltanto una prima trance del finanziamento previsto e questa è stata puntualmente investita nelle attività di comunicazione e sensibilizzazione sul tema del femminicidio e della tutela di donne e minori. Partirà nei mesi estivi, infatti, nell’ambito delle attività previste, anche una rassegna teatrale dal titolo “Colpi di genio”.
“Va ricordato che sul nostro territorio, infatti, tra le opere di prevenzione e di sostegno messe in atto in questi anni dalla Provincia di Lecce – ribadisce Filomena D’Antini – è stato attivato il Primo Piano Provinciale Antiviolenza per donne e minori, attraverso il quale sono stati messi in rete i centri antiviolenza di tutto il territorio. Sei Ambiti territoriali Sociali, coinvolti al tavolo di concertazione, hanno disposto l’attivazione di 6 Centri Antiviolenza nei comuni di riferimento: per l’ Ambito di Campi Salentina, il comune di Squinzano; per l’Ambito di Galatina, il comune di Galatina; per l’Ambito di Gagliano, il comune di Specchia; per l’Ambito di Casarano, il comune di Parabita. L’Ambito di Lecce ha riconosciuto il Centro Renata Fonte come Centro di riferimento per il territorio. Inoltre, la Provincia ha da oltre un anno attivato il CAIA, il Centro provinciale che si occupa di violenze tra le mura domestiche e interagisce con l’Ufficio della Consigliera di parità per le violenze sui posti di lavoro”.
“Sappiamo tutti che la violenza sulle donne nel nostro Paese riempie purtroppo le pagine di cronaca nera tanto che, ormai, si parla, , di “emergenza femminicidio”. Una strage che va fermata a tutti costi, con tutti gli strumenti più idonei al fine di bloccare tutte quelle forme di violenza fisica e psicologica, che si consumano prevalentemente tra le mura di casa ad opera di mariti, ex mariti, compagni ed ex compagni”.
“L’auspicio è che la proposta di legge delle deputate Giulia Bongiorno e Mara Carfagna, divenga una delle priorità del governo. E’ necessario comprendere quanto sia importante e prioritario riconoscere il femminicidio come un’aggravante specifica, tra quelle già previste dal codice penale e, così, punire con l’ergastolo l’omicidio di una donna in quando donna e considerare aggravante quando l’omicidio è preceduto da anni di violenze e maltrattamenti. Auspico, altresì, che venga considerata la possibilità di allungare i tempi di prescrizione di reati di questo genere, per poter arrivare, così, ad una pena certa”.
“Ritengo molto valida, la proposta del ministro Cancellieri, ovvero quella di introdurre il braccialetto elettronico, ovvero un dispositivo per tenere sotto controllo colui che mette in atto il reato di stalking, al fine di sottoporlo a provvedimento interdittivo ed evitare che possa nuovamente avvicinarsi alla propria vittima”, conclude Filomena D’Antini Solero.
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