CONGIUNTI E AFFETTI STABILI. LESSICO FAMIGLIARE
di Giuseppe Puppo_______
Il nostro presidente del Consiglio, che vediamo in tv sempre pettinato di tutto punto, finanche impomatato, con tutto il suo staff, non solo dignitoso, come si addice ad un’alta carica dello Stato, ma di più, elegantissimo, un po’ sopra le righe, in questo tempo emergenziale di barbieri negati a tutti i comuni cittadini, continua a stupire per il lessico adoperato negli ultimi giorni.
Sta lentamente distaccandosi, a fatica, dalla solida impostazione giuridico – processuale cui era avvezzo, per aprirsi ad una forma più colloquiale.
Per quanto riguarda la prima, però, deve ancora spiegare agli Italiani che ne sono ignari, che esiste una bella differenza fra Decreti Legge, e i suoi Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri con cui sta disinvoltamente governando negli ultimi tempi, ma va beh.
Magari ai cittadini, purtroppo, importa poco e punto.
Ai cittadini importa magari di più e urgentemente avere quella liquidità promessa in tempi e modi reboanti, ma per lo più ancora latitante.
Lui, ha chiesto scusa due volte, ultimamente, e questo gli vada ascritto a merito. Anche se su tante altre cose diciamo discutibili della sua gestione dell’emergenza sanitaria ed economica deve ancora scusarsi, ma tempo al tempo, magari prima o poi provvede.
Poi, però, è inciampato nei famosi 400 miliardi, che, abbiamo scoperto, non sono “potenza di fuoco” economica messa a disposizione dal governo, bensì “atti d’amore” delle banche, prestiti a interesse: “Chiedo uno sforzo a tutto il mondo bancario perché possa erogare subito liquidità alle imprese che hanno bisogno, abbiamo offerto una cospicua garanzia dello Stato” – ha dichiarato tre giorni fa – “Cercate di fare modo di venire incontro a queste richieste, fatelo. C’è una risposta ma la risposta può essere ancora più incisiva. E’ un atto d’amore che chiedo al mondo bancario per l’Italia, per i cittadini italiani, per le imprese”.
E, conoscendo ognuno per conto suo quanto amore, dedizione e altruismo le banche abbiamo sempre dimostrato ai loro clienti, gli Italiani hanno così capito tutto, e se ne sono fatti una ragione.
Ora, però, da lunedì prossimo 4 maggio comincia la così detta Fase 2 della quarantena, con l’annunciata novità – anch’essa questione sentitissima dagli Italiani – di poter uscire per andare a trovare “i congiunti”, così li ha definiti Giuseppe Conte, con chiara eco di procedimenti da codice di procedura civile, per poi allargare i destinatari dei permessi da auto certificare agli “affetti stabili”, ritornando al nuovo lessico amoroso.
Chi sono “i congiunti”?
Chi sono gli “affetti stabili”?
Dopo giorni di tentativi di interpretazione, finalmente ‘stasera abbiamo le risposte. O, per meglio dire, una sola, ma almeno una l’abbiamo.
‘Stasera, infatti, il sito ufficiale della presidenza del Consiglio dei ministro spiega l’arcano mistero dell’ultimo Dpcm, e così recita:
“Sono consentiti gli spostamenti per incontrare esclusivamente i propri congiunti, che devono considerarsi tra gli spostamenti giustificati per necessità. E’ comunque fortemente raccomandato limitare al massimo gli incontri con persone non conviventi, poiché questo aumenta il rischio di contagio. In occasione di questi incontri devono essere rispettati: il divieto di assembramento, il distanziamento interpersonale di almeno un metro e l’obbligo di usare le mascherine per la protezione delle vie respiratorie.
Chi sono i congiunti con cui è consentito incontrarsi, secondo l’articolo 1, comma 1, lettera a), del Dpcm del 26 aprile 2020?
L’ambito cui può riferirsi la dizione congiunti può indirettamente ricavarsi, sistematicamente, dalle norme sulla parentela e affinità, nonché dalla giurisprudenza in tema di responsabilità civile.
Alla luce di questi riferimenti, deve ritenersi che i “congiunti” cui fa riferimento il DPCM ricomprendano: i coniugi, i partner conviventi, i partner delle unioni civili, le persone che sono legate da uno stabile legame affettivo, nonché i parenti fino al sesto grado (come, per esempio, i figli dei cugini tra loro) e gli affini fino al quarto grado (come, per esempio, i cugini del coniuge).
Si può uscire per fare una passeggiata?
Si può uscire dal proprio domicilio solo per andare al lavoro, per motivi di salute, per necessità, o per svolgere attività sportiva o motoria all’aperto.
Pertanto, le passeggiate sono ammesse solo se strettamente necessarie a realizzare uno spostamento giustificato da uno dei motivi appena indicati. Ad esempio, è giustificato da ragioni di necessità spostarsi per fare la spesa, per acquistare giornali, per andare in farmacia, o comunque per acquistare beni necessari per la vita quotidiana, ovvero per recarsi presso uno qualsiasi degli esercizi commerciali aperti. Inoltre, è giustificata ogni uscita dal domicilio per l’attività sportiva o motoria all’aperto. Resta inteso che la giustificazione di tutti gli spostamenti ammessi, in caso di eventuali controlli, può essere fornita nelle forme e con le modalità consentite”.
Bene, ora sappiamo chi sono i congiunti da poter andare a trovare, uscendo finalmente, almeno un po’, dalla reclusione.
Rimane da capire – ‘stasera non ce l’hanno ancora spiegato – chi siano “le persone che sono legate da uno stabile legame affettivo”.
Ora, c’è poco da scherzare, come stanno facendo in tanti in questi giorni sui social, anche se bisogna ammettere che è una ventata catartica e liberatoria. C’è solo da sperare che anche questo ce la faremo, a superare.
Magari appellandoci a noi stessi, al nostro senso di responsabilità, che si aspetta però che le Forze dell’Ordine ritornino ad essere impiegate nei compiti loro propri, e non nei controlli sugli spostamenti, ora dovendo pure sindacare questioni private.
Gli atti d’amore lasciamoli alle banche.