DUE FA A BRINDISI SCOPPIAVA UNA BOMBA
Son passati due anni dalla morte di Melissa la studentessa morta a seguito di un attentato che nell’intenzione dell’omicida doveva servire per scuotere l nostro sistema giudiziario dal quale non era riuscito ad ottenere giustizia.
Tante le manifestazioni che si sono tenute per ricordare quest’evento luttuoso, centinaia di interventi, fiumi di parole, da quelle accorate rivolte alla famiglia, a quelle più scontate e formali rivolte alle, e dalle istituzioni.
Tutte parole sacrosante.
Peccato che però in questi due anni nessuno si sia chiesto cosa ha scatenato la follia omicida del Vantaggiato, e cosa si può fare perchè in futuro, quando qualcuno firma un assegno, poi ne risponda, se non lo onora, magari con la galera.
Un argomento questo che andrebbe approfondito, perchè l’Italia è diventato il paese delle chiacchiere, che non riesce ad interrogarsi sul perchè avvengano certe tragedie, e sopratutto, non riesce a trovare delle risposte a certe ingiustizie che a volte armano la mano di persone che dopo anni di attesa, dopo sentenze passate in giudicato, non ottendo giustizia perdono il lume della ragione, trasformandosi da operosi lavoratori, in criminali.
Alla mamma di Melissa, che non era presente alla manifestazione, al suo papà, a questi genitori che con la loro dignità sono un esempio per tutti noi, va l’affetto e la vicinanza, della redazione di Leccecronca.
Alle istituzioni invece diciamo che è ora dalle parole di passare ai fatti concreti, perchè in futuro non vi siano famiglie che finiscono in mezzo ad una strada a causa di imbroglioni che emettono assegni a vuoto, e vi debbano essere altre famiglie che debbano piangere perchè qualcuno pensi di farsi giustizia da solo, o peggio ancora quando qualcuno esce fuori di testa e dichiara guerra al mondo intero.
Perchè se è vero che delle persone impazziscono, e fanno esplodere delle bombole di gas davanti ad una scuola, o sparano all’impazzata davanti a Montecitorio, e pur vero che esistono delle cause scatenanti di cui troppo spesso non teniamo conto.
V.M.
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