ECCO, S’AVANZA UNA STRANA ATTIVISTA NO TAP…
Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Il presidente dell’associazione Sportello dei Diritti Giovanni D’Agata ci manda il seguente comunicato.
Sullo stesso argomento (nella foto) il sindaco di Melendugno Marco Potì ha diffuso un appello______
Giovanni D’Agata:
Ormai non può essere più considerato un evento inaspettato. Dopo l’avvistamento ed il video del giugno 2017 nelle acque antistanti Tricase, arriva la conferma di una presenza non più occasionale per il Salento, ma non di meno eccezionale: la foca monaca torna non solo nel mare aperto del Salento, ma addirittura sulla spiaggia di Frigole, località del comune di Lecce che si affaccia sull’Adriatico.
Non più a fare capolino tra le onde, dunque, ma adesso vi è la prova certa che nei giorni scorsi numerosi cittadini ne hanno visto almeno un esemplare salire sulla riva sabbiosa, salvo rigettarsi in mare data la nota timidezza della specie sempre più rara e perciò schiva.
Un’emozione incommensurabile poter avere la conferma che il mammifero marino a distanza di oltre quarant’anni dagli ultimi avvistamenti documentati torni in quello che era uno dei suoi habitat e che dimostra come la natura, ove rispettata possa riprendere i suoi spazi originari se e solo se decidiamo collettivamente di salvaguardarla.
Sembra quasi l’ennesimo presagio ed un monito per quanti, come il consorzio TAP del megagasdotto che vorrebbe sorgere solo un po’ più a sud dell’avvistamento, ritengono di potersi fare beffe di territori che meritano soltanto cura parsimoniosa, silenziosa e assoluta delle bellezze che la rendono unica. Basti ricordare che del pinnipede, secondo una stima dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura sopravvive una popolazione di appena 600-700 esemplari: circa 200 concentrati nell’Egeo e nel Mediterraneo sudorientale, 20-30 nel Mar Ionio, 10-20 nel Mare Adriatico, una decina nel Mediterraneo centrale, dai 10 ai 20 nel Mediterraneo occidentale e meno di 300 in Atlantico. La specie è pertanto da considerarsi a serio rischio di estinzione. La Società Zoologica di Londra, in base a criteri di unicità evolutiva e di esiguità della popolazione, considera la Monachus monachus (questo il nome scientifico) una delle 100 specie di mammiferi a maggiore rischio di estinzione. Non ci resta che rilanciare, quindi, l’appello già rivolto nel giugno 2017 ad un intervento immediato delle autorità nazionali, in particolare del Ministero dell’Ambiente per avviare tutte le azioni necessarie per la salvaguardia dell’habitat della foca monaca anche nell’amena terra del Salento. Ovviamente a tutti i fortunati che avranno l’occasione di avvistarla, raccomandiamo di mantenere la giusta e dovuta distanza per evitare d’impaurire l’esemplare di una specie che merita il massimo rispetto e prudenza in qualsiasi tipo di approccio.______
Marco Potì:
MASSIMO RISPETTO, ATTENZIONE E TUTELA PER LE FOCHE MONACHE BENTORNATE NEL MARE DEL SALENTO.
FERMARE IMMEDIATAMENTE I DEVASTANTI LAVORI DEL GASDOTTO TAP NEL MARE DI SAN FOCA È UN DOVERE MORALE OLTRE CHE UN OBBLIGO.
Il Centro recupero fauna di Calimera, in collaborazione con i Carabinieri Forestali gruppo provinciale Lecce e il Nucleo Biodiversità di San Cataldo, sta monitorando l’esemplare di foca monaca, avvistato in questi giorni sulle coste salentine. La popolazione è invitata a mantenere la massima discrezione per non arrecare disturbo all’animale e alle forze dell’ordine.
⚠⚠⚠Se doveste avvistarla⚠⚠⚠
Non cercate di avvicinarla.
Rimanete almeno a 50m di distanza.
Contattate i Carabinieri Forestali al 1515
NON PRENDETE ALCUNA INIZIATIVA.
Category: Cronaca, Politica, Riceviamo e volentieri pubblichiamo
La presenza della rarissima foca monaca nel Salento immortalata definitivamente nei video che stanno rimbalzando sui social e sui media del giovanissimo esemplare placidamente disteso sulla spiaggia di Frigole, ad un tiro di schioppo dal capoluogo di Terra d’Otranto e la necessità di protezione di una costa in un’ampia porzione di una parte della Regione Puglia che da tempo ha abbandonato ogni velleità industriale, impone una scelta politica drastica da parte delle autorità locali e nazionali: l’istituzione immediata e improrogabile di una grande area marina protetta nelle acque interessate dalla presenza del pinnipede, pure con l’individuazione di una zona a riserva integrale.
È questo il pensiero e l’appello dello “Sportello dei Diritti” che anche per voce del suo presidente, Giovanni D’Agata, da tempo e prima della notizia in questione, ha lanciato l’idea di un’Area Marina protetta a partire dalla costa antistante l’Oasi Naturale de “Le Cesine” che potrebbe costituire il fulcro dell’istituenda zona a speciale tutela.
Fortuna (o sfortuna per i non ambientalisti) vuole che, come abbiamo già detto nei nostri precedenti interventi, quest’evento si collochi proprio in un arco temporale in cui la ricomparsa dopo oltre quarant’anni del mammifero marino, dichiarato praticamente estinto sulle coste italiane, coincida con l’intensificarsi dei lavori del megagasdotto del consorzio TAP, una grande opera evidentemente incompatibile sia con la sostanziale vocazione non industriale di questo territorio che con la presenza di specie che meritano assoluto rispetto e protezione. Ma l’occasione accade anche a ridosso delle prossime elezioni regionali che c’impongono di chiedere ai candidati il coraggio di questo impegno che diventerà una scelta politica dirimente per la protezione di una terra ed, in particolare, di una specie simbolo della bellezza della natura.