RISCOPERTE / QUELLA STAGIONE IRRIPETIBILE DELLA LETTERATURA AMERICANA IN ITALIA
CON I NOSTRI GIOVANI HOLDEN CHE TENEVANO SALINGER, HEMINGWAY, KERUAC, LEE MASTERS E WHITMAN SUL COMODINO
di Raffaele Polo______ (nella foto: Model: Elisa Gioia Stanchi, Ph: Roberto Olivieri, Hair Style & Makeup: Marilena Lucenti – ImmagineColori, Auto Lancia Appia by Giovanni Barbato)______
“- Sal, è tempo di metterci in viaggio, dobbiamo andare, e non fermarci mai, finché non arriviamo.
– Per andare dove, amico?
– Non lo so, ma dobbiamo andare”
Jack Kerouac, “On the road”, III, 10______
Quando, un po’ di anni fa, mi sedetti davanti alla titolare della cattedra di ‘Letteratura Anglo-americana’, sorridevo tra me e me. Perché la mia generazione, grazie a Vittorini, reputava di conoscere tutto, ma proprio tutto, di quello che avveniva di là dell’oceano e che noi europei sintetizzavamo e semplificavamo fra la scelta dei Beatles o dei Rolling Stones. Nella letteratura, nella poesia, c’era veramente da sbizzarrirsi: si andava dal ‘mito’ di Kerouac, rafforzato dalla sua prematura scomparsa, nel 1969, a quello di Salinger (del quale il prossimo 27 gennaio ricorre il decimo anniversario della morte), passando per le preziose diversità di Saroyan, Kazan e magari Faulkner, oppure il ‘Capitano, mio capitano’ di Whitman che, però, era più datato, anche se la poesia non ha età e identificazioni temporali molto rigide…
Era così, presi dall’entusiasmo, mescolavamo date, scrittori, versi famosi, conoscevamo meglio il panorama degli scritti degli States che quelli di casa nostra; pensare che, col passare del tempo, ci saremmo accorti che la nostra letteratura non aveva nulla da invidiare a quella degli Usa, ma è così, noi siamo cresciuti col mito americano ben saldo dentro, e allora eccoci a non vedere l’ora di parlare di tutto questo con l’assistente di turno, che ci chiede di Poe, uno dei nostri autori preferiti, soprattutto per gli scritti giornalistici, chi conosce la ‘Storia letteraria di Thingum Bob esq. ‘ oppure la ‘x-atura di un articolo’, pezzi mirabili, che non hanno eguali nella intera letteratura… o forse no, ma noi non lo sappiamo, parliamo, parliamo, poi ci chiedono di Emily Dickinson, un grande cuore infranto, romanticismo pessimista, eccone un’altra che non ha eguali, baasta, basta, la professoressa sorride e poi, abbassando la voce, quasi a non volersi far sentire dagli altri, ci chiede: ‘E di Holden, che mi dice?’.
Il Giovane Holden, il libro lo avevamo su comodino, insieme a Big Sur e all’antologia di Spoon River, prima di addormentarmi prendevo uno di questi autori a caso e leggevo qualcosa, i miei sogni erano poi meravigliosi, altro che Joyce o Solzenitsin, solo negli States c’è la vera emozione di vivere, quante volte ho immaginato, ho sognato di essere io l’acchiappatore nella segale e salvare tutti i bambini incauti che si avventuravano nella campagna piena di pericoli….
E così, siamo andati avanti, con il mito di Salinger che, tra alti e bassi, tra colpi di testa e amori sempre più tempestosi, ci ha lasciato nel 2010, con la curiosa disposizione che i suoi scritti fossero pubblicati solo dopo 50 anni. E qui c’è tutta la orgogliosa supponenza di questi autori che, un po’ alla Hemingway, hanno uno smisurato senso di appartenenza alle proprie idee, tanto da rifiutare, come fa Saroyan, il più ambizioso dei premi, affermando con sufficienza che i critici, con lui, si sono sbagliati.
Ma Salinger, vita irregolare e ritiro dalle apparizioni in pubblico, forse proprio per alimentare la curiosità verso di lui, assurge sin da subito a simbolo di quella irrequieta presenza che così bene rende sullo schermo Humprey Bogart, che gli somiglia anche un po’…
E, come spesso accade per molti famosi scrittori (l’esempio di Conan Doyle è obbligatorio…) i personaggi da loro creati sopravvivono e si impongono al pubblico, offuscando in gran parte la figura del loro creatore. E succede così per il giovane Holden, vera e propria immagine di un Pinocchio americano, dove però la Fata dai capelli turchini è, più esplicitamente, una giovane prostituta…
Non vogliamo, con ciò, esaltare il mito di Salinger: non ce n’è bisogno. Ma vorremmo che i giovani leggessero questo suo capolavoro e lo facessero come abbiamo fatto noi, quasi di nascosto, quasi proteggendo un modello di ragazzo, novello Peter Pan, che simboleggia i desideri e gli impulsi di intere generazioni. Non solo americane, ma di tutti i luoghi: come deve essere per i libri più importanti della letteratura mondiale.
Category: Cultura