LA POLEMICA / “Sono un uomo antico, che ha letto i classici”…ECCO PERCHE’ PIER PAOLO PASOLINI OGGI SAREBBE STATO DALLA PARTE DI MATTEO SALVINI, NON CON VOI. LETTERA APERTA ALLE SARDINE, CHE PER LA PRIMA VOLTA DOMENICA PROSSIMA NUOTERANNO ANCHE A LECCE
di Giuseppe Puppo______
Le rivoluzioni, da che è mondo è mondo, si fanno contro il potere, non contro chi è all’opposizione, oh cari.
Se si manifesta contro chi si oppone, automaticamente si è dalla parte del potere.
Va bene, pure i vostri nonni, i vostri padri, non lo so, del Sessantotto erano figli di quella buona borghesia che essi dicevano di voler combattere, per quanto fossero anch’essi ammalati di americanismo e di consumismo, ma almeno nelle pure intenzioni erano contro il potere.
Certo, anche se poi sono diventati direttori di quei giornali che ora, evidentemente non è un caso, vi hanno adottato, protagonisti di quelle tv che ora vi coccolano, funzionari di quelle banche che ora vi blandiscono, dirigenti di quelle sovrastrutture che vi hanno arruolato.
Diventerete anche voi onorevoli e senatori funzionali al sistema, avvocati e lobbysti delle multinazionali, maitre a penser del pensiero unico dominante, filosofi della globalizzazione, contabili dell’alta finanza internazionale.
Quando, in questi ultimi giorni, siete scesi in piazza contro Matteo Salvini, io stavo dalla parte di Matteo Salvini.
E sappiate che non lo ero mai stato prima: mi avete fatto diventare leghista voi, col vostro fascismo degli antifascisti.
Volete dividere la proposta della politica in due, fra chi è bello e buono, e chi è brutto e cattivo? Bene, io sto dalla parte dei brutti e dei cattivi.
Bisogna schierarsi, o gli uni, voi, o gli altri? D’accordo, cari, ecco, mi sono schierato.
Esattamente come, da ragazzo, da bambino, anzi, spaesato al ginnasio del Palmieri, mi schierai, i corsi e i ricorsi, no? della Storia, negli anni Settanta, quando i vostri nonni, o i vostri padri, non so, mi fecero diventare “fascista”.
E perciò quando domenica prossima voi nuoterete in piazza Sant’Oronzo, io me ne starò nel mio popolare quartiere di Santa Rosa.
Siete apartitici? No, siete servi del Pd, quel Pd che con i suoi annessi e connessi ha negato e mortificato la sinistra popolare sul lavoro, sull’ambiente, sulla finanza, sul territorio, sul futuro, sulla cultura, sulla libertà di espressione, sul disagio popolare che ha tradito, e sull’agio di porsi contro che non ha capito.
Quel Pd che si sta cagando sotto dalla paura di perdere la battaglia di Stalingrado del prossimo 26 gennaio in Emilia Romagna, e, incapace di elaborare proposte politiche, nel nome dell’antipolitica vi ha ideati, creati e battezzati.
Volete negare sovranità popolare, radici, tradizioni, in nome del progresso, del conformismo, dell’omologazione.
Dite di voler difendere i migranti, sulla cui pelle si sono arricchiti trafficanti, organizzazioni, associazioni e partiti, ma continuate a non capire che non siete dalla parte degli sfruttati, ma degli sfruttatori, e che col vostro buonismo political correct aggiungete solamente disperazione a disperazione: non aiutate quelli che emigrano e danneggiate quelli che stanno qui.
Lo so, il vostro riferimento culturale è Jovanotti, siete la compiuta realizzazione del suo sogno profetico:
“Io credo che a questo mondo esista solo una grande chiesa
che passa da Che Guevara e arriva fino a Madre Teresa
passando da Malcom X attraverso Gandhi e San Patrignano
arriva da un prete in periferia che va avanti nonostante il Vaticano”.
A voi, Papa Francesco guarderà nei fatti con affetto.
E già nei fatti, sappiatelo, volenti o nolenti, che il vostro Che Guevara è Nicola Zingaretti, il vostro Gandhi è Matteo Renzi, il vostro Malcom X è Roberto Saviano, la vostra Madre Teresa è Elsa Fornero, e la vostra San Patrignano sono le segrete stanze di Maastricht di Mario Monti.
Si parva licet componere magnis, vi invito a leggere e meditare questo passo di un autentico profeta, così magari capirete a che gioco state giocando, solo per difendere chi sta nel Palazzo, sperando di poterci entrare presto anche voi.
La citazione è letterale, sta in “Saggi sulla politica e sulla società”, il volume – raccolta edito da Mondadori nel 1999, pagina 861, di tanti scritti sparsi di Pier Paolo Pasolini:
“Il capitalismo è oggi il protagonista di una grande rivoluzione interna: esso sta evolvendosi, rivoluzionariamente, in neocapitalismo.
Davanti a questo neocapitalismo rivoluzionario, progressista e unificatore si prova un inaudito sentimento (senza precedenti) di unità del mondo.
Perché tutto questo? Perché il neocapitalismo coincide insieme con la completa industrializzazione del mondo e con l’applicazione tecnologica della scienza. Tutto ciò è un prodotto della storia umana: di tutti gli uomini, non di questo o quel popolo.
E infatti i nazionalismi tendono, in un prossimo futuro, a essere livellati da questo neocapitalismo naturalmente internazionale.
Sicché l’unità del mondo (ora appena intuibile) sarà un’unità effettiva di cultura, di forme sociali, di beni e di consumi.
Io spero naturalmente che, nella competizione che ho detto, non vinca il neocapitalismo: ma vincano i poveri. Perché io sono un uomo antico, che ha letto i classici, che ha raccolto l’uva nella vigna, che ha contemplato il sorgere e il calare del sole sui campi, tra i vecchi, fedeli nitriti, tra i santi belati; che è poi vissuto in piccole città dalla stupenda orma impressa dalle età artigianali, in cui anche un casolare o un muricciolo sono opere d’arte, e bastano un fiumicello o una collina per dividere due stili e creare due mondi.
Non so quindi cosa farmene di un mondo unificato dal neocapitalismo, ossia da un internazionalismo creato, con la violenza, dalla necessità della produzione e del consumo“.
Complimenti