“Senza regole non c’è gioco sicuro”, DAL CONVEGNO DI LECCE DI QUESTA MATTINA E’ EMERSA L’ESIGENZA DI UN TESTO UNICO NORMATIVO, PER CONTRASTARE SIA L’ILLEGALITA’, SIA LA DIPENDENZA PATOLOGICA
di Francesco Buja______
Sono considerate luoghi sensibili le chiese, ma non i supermercati, che invece sono maggiormente frequentati dalla gente. Anomalia, questa, della legge numero 43 della Regione Puglia del 2013 che vieta di ubicare sale da gioco a meno di cinquecento metri dalla probabile presenza di ragazzi. Incongruenza sottolineata nell’odierna mattinata dal procuratore capo della Repubblica presso il tribunale di Brindisi, Antonio De Donno, al convegno “In nome della legalità. Senza regole non c’è gioco sicuro”, svoltosi a Lecce, all’Open space del Comune (nella foto). Incontro organizzato da “Codere”, multinazionale che gestisce sale Bingo, terminali di gioco, agenzie di scommesse, ippodromi e casinò.
Ribadite nell’incontro la necessità di un testo unico che riqualifichi il gioco legale e l’urgenza di una risposta al gioco patologico e a quello illegale. Infatti,«la criminalità organizzata ha da sempre manifestato interesse per il settore del gioco e delle scommesse – ha osservato Antonio De Donno, procuratore capo della Repubblica presso il tribunale di Brindisi – ed è solo con il meccanismo del gioco pubblico, controllato dallo Stato attraverso i concessionari, che si è cercato di porvi rimedio». Il magistrato, che è anche presidente dell’Osservatorio permanente su gioco, legalità e patologie dell’Eurispes, ha osservato:«È vero che l’aumento dell’offerta di gioco conseguitane ha comportato ricadute sociali negative, quali l’incremento delle ludopatie, ma è illusorio pensare che il problema possa essere risolto mediante strumenti come il distanziometro e la riduzione degli orari di apertura dei locali in cui si effettua l’offerta di gioco».
Nel 2018, in Italia, la spesa per il gioco si è attestata a 18,9 miliardi di euro, fruttando un gettito per l’erario di 10,4 miliardi di euro. Dati dell’ultimo Libro Blu di Agenzia dogane e monopoli. La Puglia ha contribuito con una spesa di poco superiore a 1,25 miliardi di euro. Nella provincia di Lecce la spesa si è aggirata su circa 250 milioni di euro.
Secondo la Regione Puglia, gli apparecchi da intrattenimento rappresentano il comparto più fruttuoso: 112.381.208,2 euro. Lotto e Lotterie nazionali incassano 72.588.867,36 euro, le scommesse sportive 26.903.960,13, il Superenalotto 8.395.339,29 euro e il Bingo 4.881.504,41 euro. Minore l’impatto dei giochi tradizionali.
«Il riordino dell’intero settore del gioco pubblico è essenziale per un corretto governo del sistema – ha evidenziato Alberto Baldazzi, vicepresidente di Ricerche Eurispes -. La lotta al gioco illegale e una più efficace azione di contrasto e cura delle dipendenze patologiche, devono procedere affiancate, anche per assicurare prospettive accettabili per la filiera legale. Il mix di para-proibizionismo e di velleitarismo che ispira alcuni settori della politica, sia a livello centrale che periferico, non può che produrre disastri, anche al di là delle buone intenzioni che li ispirano».
L’analisi di Eurispes dell’ottobre 2018, infatti, indica che il giocatore fortemente problematico preferirebbe privacy e lontananza dai luoghi i cui si vive. Sicché il distanziometro non servirebbe. Né può contrastare il gioco on line, che pure imperversa. Dunque l’esigenza di un testo unico adeguato alla realtà. Un codice che tutelerà anche gli stessi gestori del gioco. «La lotta al gioco d’azzardo patologico, insieme al rispetto della legalità e alla tutela dei posti di lavoro, è obiettivo degli stessi operatori appartenenti alla filiera del gioco legale – ha sottolineato Marco Zega, direttore Finanza e affari Istituzionali di “Codere Italia” spa. Siamo pronti a dimostrarlo lavorando a Lecce in sinergia con la Asl e con il Comune per fare educazione e informazione consentendo di attivare nella nostra sala un presidio sanitario che possa interloquire direttamente con i nostri dipendenti e i nostri clienti».
La necessità di un’azione coordinata fra le istituzioni è stata sottolineata anche da Silvia Miglietta, assessore al Welfare del Comune di Lecce. « Se c’è un sentimento che si può associare alla legalità – ha osservato l’esponente della giunta cittadina – questo è il coraggio ».
Trattare la febbre del gioco, ma in maniera diversificata. Questa l’avvertenza di Salvatore Della Bona, direttore del dipartimento Dipendenze patologiche dell’ Asl Lecce. Fermo restando che la patologia del gioco derivi dal malessere sociale, dalla solitudine. Sul tema la la professoressa Claudia Venuleo, ricercatrice e docente di psicologia clinica all’Università del Salento, la quale ha fatto notare:« Giocano un ruolo importante anche le dimensioni connesse al capitale sociale e il rapporto tra ludopatia e malessere sociale (basso supporto percepito, povertà della rete sociale, sfiducia interpersonale), anche in rapporto a dati di ricerca raccolti nel territorio salentino. Le strategie di prevenzione e contrasto devono tenere conto di questi elementi, allargando lo sguardo dal giocatore alla rete sociale di riferimento».
Sono intervenuti anche Maurizio Stefanizzi, dirigente della Questura di Lecce, che ha sostituito il questore, l’assessore del Comune di Lecce, Paolo Foresio, il capitano della Guardia di finanza, Francesco Coppola. Moderatore Riccardo Pedrizzi, presidente della commissione Finanze e Tesoro del Senato dal 2001 al 2006.
Category: Costume e società, Cronaca