LA SCULTURA ‘Campo’ DI ROCCO CORONESE ESPOSTA A LECCE
di Raffaele Polo______
Con Campo, opera di Rocco Coronese (nella foto) realizzata nel 1976, si avvia la collezione di scultura contemporanea all’aperto nel Museo Castromediano di Lecce.
L’idea portante è quella di testimoniare, tangibilmente, l’apporto salentino alla scultura contemporanea. Perciò, presso il Museo Castromediano di Lecce inizia a costruirsi una vera e propria raccolta degli elementi più significativi come la scultura del 1976 di Rocco Coronese, realizzata assemblando elementi modulari in ferro, con un approccio costruttivista e un’estetica minimalista.
Donata dagli eredi, su volontà della moglie Miriam, l’opera si intitola “Campo” e sarà installata in permanenza nel cortile esterno del Museo, avviando uno dei nuovi progetti del Polo biblio-museale di Lecce, ovvero una collezione in progress di scultura contemporanea, anche in linea con la grande mostra dedicata alle “Opere costruite” di Pietro Guida allestita lo scorso anno nel cortile del museo.
Il progetto rientra in un processo di valorizzazione degli spazi esterni del museo, anche in attesa dell’apertura della caffetteria che consentirà ulteriori modalità di fruizione dell’area all’aperto.
All’inaugurazione, prevista per le ore 11 di domenica 6 ottobre, insieme alla moglie e alla figlia dell’artista, parteciperanno: Loredana Capone, assessore all’industria turistica e culturale, Regione Puglia; Luigi De Luca, direttore del Polo biblio-museale di Lecce; Brizia Minerva, responsabile delle collezioni storico-artistiche, Museo Castromediano; Lorenzo Madaro, curatore d’arte e le eredi Rocco Coronese.
Nato a Parabita nel 1931, tra i protagonisti del rinnovamento della scultura negli anni Settanta, impegnato anche in una lunga attività didattica nelle accademie di belle arti (tra cui quella di Frosinone, che ha anche diretto), Coronese viene a mancare a Ferentino nel 2002.
Curioso e dinamico, nel 1951 si era trasferito a Roma, dove si iscrive dapprima alla Facoltà di Ingegneria Mineraria e poi a Geologia, abbandonando successivamente gli studi, a un passo dalla laurea. Intorno alla metà degli anni Sessanta realizza un ciclo di lavori serigrafici, legati a forme primarie e alle tendenze neo-gestaltiche, e si impegna nella comunicazione visiva per istituzioni ed enti.
Tra le prime mostre significative va annoverata la partecipazione a “Nuovi materiali. Nuove tecniche”, a Caorle, a cura di Andrea Emiliani, Luigi Mallè, Garibaldo Marussi, Franco Passoni e Lorenza Trucchi, insieme a grandi protagonisti dell’arte italiana, tra cui Fausto Melotti e Lucio Fontana. Siamo nel 1969, l’anno in cui avvia un lavoro rigoroso sulla scultura costruttivista. Cinque anni dopo allestisce una mostra di sculture in Piazza Margana a Roma, all’interno di un ciclo espositivo in cui furono coinvolti anche Aldo Calò, Pasquale (Ninì) Santoro e Carlo Lorenzetti. Molto intensa anche l’attività dei decenni successivi. Tra le mostre da segnalare, la personale del 1976 a Parabita, con opere di grandi dimensioni (tra cui “Campo”) allestite nello spazio pubblico, a conferma di una delle prerogative di questo tipo di indagine, ovvero il rapporto dialettico tra la forma, lo spazio architettonico e lo spazio urbanistico.
Profondo anche il rapporto con la sua terra d’origine, testimoniato dall’impegno generoso verso la sua Parabita (a cui donò una straordinaria collezione di manifesti), dove oltre a realizzare opere pubbliche curò l’organizzazione di mostre d’arte contemporanea, in cui coinvolse, tra gli altri, l’artista Ezechiele Leandro.
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