QUEI FILM CHE CI FACEVANO SENTIRE DEI PRIVILEGIATI
(g.p.)______E’ strano come a volte ritornino in mente cose che sembravano dimenticate. All’improvviso, come un flash che scatta e illumina scenari perduti per sempre, invece adesso così recuperati, un po’ con piacere, un po’ con amarezza.
Too old to rock’n’roll, too young to die mi è ritornata in mente una circostanza della mia educazione sentimentale, che, negli anni Sessanta e Settanta, esercitai nel popolare quartiere di Santa Rosa, povero ma bello, di una Lecce trepida e sapida che non esiste più.
Desidero condividerne l’emozione con chi allora con me la condivise, con chi ora niente ne sa, per tutti necessariamente ricordando preliminarmente che allora esisteva un solo canale tv, in bianco e nero, che iniziava le trasmissioni alle 17, e le finiva prima di mezzanotte, in cui davano un film alla settimana in tutto, e mica sempre, altro che le decine di emittenti di adesso, altro che le centinaia di film sempre a disposizione ora,
Però, ecco, ogni anno, in quel periodo, più o meno di questi giorni di settembre, quando all’epoca le scuole non erano ancora iniziate, accadeva una specie di miracolo.
In occasione della Fiera del Levante, “per Bari e zone collegate”, e il Salento, privilegiato, lo era, di mattina, per tutto il periodo di durata della manifestazione, su quell’unico canale davano ogni giorno un film diverso.
Gialli o neri, polizieschi o d’avventura, commedie a volte che avevano già fatto la storia del cinema, di solito americani, in libera visione: un evento, insomma.
Tutti o quasi a Santa Rosa avevano già la tv, per gli altri elettrodomestici si stavano attrezzando, e con qualche cambiale in aggiunta alla quota a riscatto dovuta per l’ Ina casa, le famiglie più audaci avevano anche la Cinquecento, o la Seicento, l’agognata botta di vita.
Di questi giorni, in quel periodo che durò lungo, ogni anno, ogni mattina, i giardinetti delle Villette, di via Coronatelli, dei Portici, della Chiesa, fino a Stalingrado, si svuotavano di colpo delle numerosissime presenze giovanili di cui erano abitualmente popolate.
Tutto intorno aleggiava un religioso silenzio, solo dai balconi aperti arrivava per strada l’eco lontana della proiezione televisiva.
Non appena poi il film finiva, tutti noi ragazzi e bambini di allora, che solo per questo ci sentivamo depositari di una fortuna, “scendevamo giù” a commentare quanto avevamo appena visto, trasognati, ancora eccitati, mentre riprendevamo le estenuanti partite a pallone, o i giochi con i tappi, o con le palline.
Eravamo felici, con poco, con niente.
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