PURE LA BELLANOVA TENE LA XYLELLA AN CAPU
di Giuseppe Puppo______“Oggi non è più il momento di attaccarsi agli sciamani, è il momento di riconoscere il ruolo della scienza e della tecnica, applicare tutto quello che è giusto fare per bloccare quel batterio, e per ripopolare quel territorio, eradicazione e investimenti, eradicazione è il futuro che si deve costruire su quel territorio”. Con i reimpianti, ovvio.
Alla prima vera uscita pubblica, polemiche su titoli di studio e abbigliamento a parte, polemiche su cui è meglio per tutti stendere quel pietoso velo, alla prima dichiarazione di sostanza per quanto riguarda il suo dicastero, la nuova ministro dell’ agricoltura Teresa Bellanova non perde tempo, e si porta avanti col lavoro.
Non che avessimo dubbi, ma la speranza è congenita, specie se collegata al nuovo, al futuro, come anche questo governo M5S-PD dice di voler fare.
Ma di speranza c’è rimasto solo Roberto, e sta alla sanità.
Infatti, una delusione totale, questa intervista ai telegiornali della Rai, andata in onda poche ore fa.
La Bellanova recita il trito e ritrito della vulgata convenzionale sulla così detta emergenza xylella, sull’affaire che essa si porta dietro e davanti.
Abbattimenti e chimica, da un lato, e investimenti, cioè soldi pubblici agli affaristi e agli speculatori.
Nessun dubbio brechtiano, e pure Bertold Brecht di sinistra era, e quella vera, mica leghista.
Un insulto, la ciliegina sulla torta, nella definizione di ‘sciamano’ per chi – e sono tanti autorevoli giornalisti, scienziati, ricercatori, tecnici, magistrati, commentatori – qualche dubbio, diciamo così, ha avanzato, illustrato, documentato e consolidato ormai sull’intera questione.
Ma si sa l’insulto è l’unico strumento che resta a chi non sa altro di quel che è costretto a ripetere.
Come il suo predecessore Centinaio, né più, né meno, ma almeno nessuno si era sognato di paragonarlo a Peppino Di Vittorio, come invece nei confronti di Teresa Bellanova è stato fatto in queste ore da qualche profondo conoscitore della Storia italiana, e da qualche sagace commentatore politico.
Strano esempio di sindacalista geneticamente modificato, l’ex sindacalista che fa carriera politica in un partito che ha in pratica rinnegato tutto quello che di sinistra aveva nel suo dna e si è riconvertito al liberismo sfrenato della globalizzazione selvaggia.
Strano sindacalista chi non ha mai considerato nel dramma dello sfruttamento del lavoro agricolo le colpe della grande distribuzione, e dei trafficanti internazionali di esseri umani.
Chi avalla e ora dirige dall’alto di un dicastero un progetto legato e finalizzato alla distruzione dei piccoli proprietari autosufficienti, a vantaggio dei grandi latifondisti, dei turbocapitalisti, e dei veleni prodotti e venduti dalle multinazionali, nello sconvolgimento del paesaggio.
Chi crede nelle virtù dell’olio di Ferragosto, e magari potrebbe essere un’idea da commercializzare.
La Coop sei tu, chi può darti di più?