“Non è uno sport, è una guerra” / #STOPCACCIA
(Rdl)______Roma, 2 settembre 2019. 15.00. “Ripartono gli stermini legalizzati contro gli animali”. Ha commentato così, in una nota diffusa questa mattina via social, l’apertura in anticipo della stagione di caccia in quasi tutte le Regioni l’associazione ‘Animalisti italiani’: “Ricominciano le uccisioni di massive di animali selvatici: si tornerà a sparare per il piacere sadico della lobby dei cacciatori e in totale assenza di controlli, alcuni dei quali affidati agli stessi cacciatori a causa del riordino delle Province che ha determinato in molti casi l’azzeramento dei corpi di Polizia Provinciale. Il cacciatore controllore di se stesso? Una vera assurdità!”.
In particolare il presidente Walter Caporale chiede alle Regioni di “assumersi le proprie responsabilità, dinanzi ai cittadini e alla natura, perché si continua ancora, imperterriti, a infischiarsene della fauna selvatica per compiacere la lobby dei cacciatori. Ogni anno proseguono stermini autorizzati con deroghe venatorie appositamente concesse”.
Questo perché “la nostra classe politica ha sempre avuto una sorta di timore reverenziale dei cacciatori, tanto da arrivare a favorirne gli interessi”.
“Il calendario venatorio regionale, approvato (come sempre) in forte ritardo rispetto alla data del 15 giugno prevista dalla legge, dispone che l’apertura della stagione sia fissata al 15 settembre 2019 e termini il 29 gennaio 2020 per i residenti in Puglia. In deroga a quanto stabilito, è stato deciso di consentire l’esercizio dell’attività venatoria per alcune specie a rischio, tra cui la tortora selvatica nei giorni 1, 4 e 11 settembre. Una preapertura a cui siamo fortemente contrari, e che in alcune Regioni come Marche e Abruzzo è stata sospesa in seguito all’accoglimento da parte dei rispettivi Tar dei ricorsi presentati da alcune associazioni di protezione ambientale”.
Lo dichiara il consigliere del M5S Gianluca Bozzetti, che ha inviato una PEC agli uffici competenti per sapere se non ritengano opportuno svolgere una più approfondita valutazione rispetto a quanto disposto in materia di preapertura della stagione venatoria, con particolare riferimento alla tortora, anche in considerazione di quanto accaduto nelle altre regioni.
La tortora selvatica è indicata nelle valutazioni europee come specie in ‘precario stato di conservazione’, tanto che la Commissione europea ha trasmesso agli Stati membri interessati, tra cui l’Italia, la richiesta di moratoria assoluta della caccia alla specie e lo stesso Ministero dell’Ambiente il 3 luglio 2018 ha inviato una nota per chiedere di evitare di autorizzare la preapertura dell’attività venatoria alla specie. Eppure, non solo le regioni ignorano tali richieste, ma ne prevedono anche l’abbattimento già nei primi giorni di settembre, in una fase molto delicata di transito della specie dall’est europeo. L’ISPRA, nel parere espresso in merito al Calendario Venatorio della Regione Abruzzo, ha valutato come accettabile un prelievo della specie anche nella stagione venatoria in esame, ma ha ritenuto di escludere la preapertura della caccia alla tortora anteriormente alla 3^ domenica di settembre. Nonostante tali rilievi, molte regioni, tra cui la Puglia, omettono di garantire il ‘prevalente interesse pubblico generale alla conservazione della fauna selvatica’ adottando il principio di precauzione.
“Un parere, quello dell’ISPRA, che sappiamo non essere vincolante, ma riteniamo non debba essere ignorato, come invece ha fatto la Puglia. Il Calendario Venatorio pugliese – continua Bozzetti – come quello di altre regioni, ha inoltre previsto la possibilità di prelevare numerose altre specie che dovrebbero essere invece rigorosamente escluse dal calendario venatorio, come il moriglione e la pavoncella, per le quali Commissione europea e Ministero dell’Ambiente hanno chiesto alle regioni di vietare la caccia. Il tutto è ancora più grave se si pensa che la Regione Puglia, in forte ritardo nella definitiva approvazione del Piano Faunistico Venatorio Regionale, continua ad autorizzare la caccia a specie a rischio, in assenza di un piano di gestione che contribuisca a contrastare il cattivo stato di conservazione delle stesse”.
Nella lettera inviata agli uffici, il consigliere pentastellato evidenzia, inoltre, le persistenti criticità in merito alla concreta operatività del Nucleo di Vigilanza Ambientale della Regione Puglia, che necessita di essere attivato quanto prima per importanti esigenze di prevenzione e repressione dei reati ambientali e di vigilanza venatoria.
“Allo stato – incalza il consigliere cinquestelle – il personale in servizio non è nelle condizioni di espletare pienamente le proprie funzioni di controllo in quanto l’iter per la concreta attivazione del Nucleo di Vigilanza non risulta concluso. In questo modo si rischia, come già accaduto lo scorso anno, di lasciare scoperto il territorio della indispensabile attività a cui il Nucleo è preposto, specialmente in una fase in cui si registrano da parte della Sezione regionale di vigilanza forti ritardi nell’adozione di atti e provvedimenti volti a garantire la piena operatività anche delle guardie venatorie volontarie. Va garantita un’adeguata vigilanza per proteggere la nostra fauna e la Regione deve spiegare come intenda assicurare che questo avvenga.”