MA CHE CI FANNO MANGIARE?!? LE BISTECCHE COL BATTERIO RESISTENTE?!? IL PROSCIUTTO ALL’ANTIBIOTICO?!?
(g.p.)______In Italia la metà dei medicinali antibiotici consumati – quindi, un dato enorme – viene somministrata a titolo per così dire di prevenzione da possibili infezioni a polli, tacchini e maiali perfettamente sani negli allevamenti industriali.
Questo nonostante normative di legge internazionali e nazionali che autorizzano l’uso degli antibiotici negli allevamenti solo in caso di necessità e con protocolli e controlli molto rigidi.
Questo uso massiccio ha generato la nascita di batteri resistenti agli antibiotici.
Questi batteri, aggravando il problema, si trasmettono all’uomo tramite contatto diretto, oppure il consumo delle loro carni, prosciutto compreso.
Sono notizie contenute in uno studio specifico del Policlinico Gemelli di Roma, pubblicato sulla rivista specialistica Igiene e Sanità Pubblica, e divulgato oggi dall’agenzia Ansa, che cita quale esempio “la salmonella, che mostra già la presenza di ceppi resistenti a più antibiotici così come E. coli, presente nelle più comuni specie allevate in Italia (tacchini 73,0%, polli 56,0%, suini da ingrasso 37,9%) e nell’uomo (31,8%)”.
Fa impressione il commento del professor Walter Ricciardi, ordinario di Igiene e Medicina preventiva dell’ Università Cattolica di Roma, che, fra l’altro, ha dichiarato: “Sull’antibiotico-resistenza l’Italia ha una maglia non nera, ma nerissima. Il Piano del Ministero della Salute varato nel 2017 finora è rimasto sulla carta. La situazione è macchia di leopardo non solo a livello regionale, ma a livello delle singole Asl, che poi sono le reali responsabili dei controlli. Non bisogna poi scordare che c’è su internet un fiorente mercato illegale d’importazione di antibiotici.
In pratica il fenomeno dell’antibiotico resistenza si trasferisce dall’animale all’uomo, con il risultato che a livello ospedaliero, dove affluiscono tutti i pazienti con infezioni incurabili, l’Italia rispetto agli altri paesi della Ue continua a peggiorare”
Alla luce, o al buio, di tutto questo, crediamo che si tratti di una questione delicata, quanto importante, che interessa sicuramente ai lettori di leccecronaca.it, che sappiamo inoltre particolarmente attenti alle questioni ambientali, e a tutti noi consumatori.
Diamo notizie, da giornalisti, se verificate, oppure, come in questo caso, se di fonte attendibile, però al tempo stesso sappiamo che, soprattutto nel campo della sanità, è sempre necessario muoversi con i piedi di piombo.
Per un necessario approfondimento, che esula dalle nostre capacità di giornalisti, abbiamo chiesto aiuto perciò a quattro diverse autorità, alle quali abbiamo inviato questo nostro articolo con la richiesta del loro parere, commento, valutazione, nelle rispettive competenze: l’Asl di Lecce, alla quale fa capo il servizio di Igiene Pubblica; l’ Ordine dei Medici Veterinari della Provincia di Lecce; il Comando Provinciale dei Carabinieri, al quale fa capo il reparto dei Nas, Nucleo Anti Sofisticazioni; e, infine, un’associazione, lo Sportello dei Diritti, che, tramite il suo presidente Giovanni D’Agata, vediamo quotidianamente impegnata anche sulle tematiche della sanità e della tutela dei cittadini.
Saremo a loro tutti riconoscenti, se ci aiuteranno a capire meglio.
Category: Cronaca