LA “Luna busciarda” DI DEDO DI FRANCESCO
di Raffaele Polo______
Un’ottima lettura questo ‘Luna busciarda’, di Dedo di Francesco (Robin edizioni, 14 euro), condotta amabilmente dal bravo scrittore di Barletta, ma ormai salentino di Lecce per adozione, quasi senza parere, ma col risultato finale di avvincere con la trama e incuriosire con cronache e notizie che vengono inserite nel testo senza parere, corroborando una linea legata agli avvenimenti storici del passato, assai cara e congeniale al nostro autore.
Stavolta siamo a Napoli, nel 1911, e si parla ampliamente della guerra di Libia che vede coinvolti i personaggi principali dello scritto. Ma l’interrogativo presente in tutta la trama è quanto mai solleticante: quanto peso ha avuto la Luna nel corso plurimillenario dell’umanità? Ed è plausibile che il nostro satellite influenzi i sentimenti degli esseri umani, come si è sostenuto dai tempi di Aristotele?
In una garbata polemica tra un anziano professore ed un giovane pescatore, insieme a quattro suoi amici (come non ricordare le conversazioni del professor Bellavista, di Luciano De Crescenzo?), emergono le contraddizioni più svariate: i colloqui si intrecciano con la storia personale del ragazzo, con la sua vita sentimentale non particolarmente felice, in un periodo non facile per il capoluogo partenopeo….
Ma il sopravvenire della guerra metterà in moto un susseguirsi di avvenimenti che segneranno l’avvenire del giovane pescatore, senza però alterare il candore dei suoi sentimenti.
Ma la luna è poi ‘busciarda’ come si sostiene nel titolo?
Rimane un quesito senza risposta; del resto, il fascino del nostro satellite è proprio quello.
E lo sente anche il cagnetto Pucci, che non può fare a meno di esprimere il proprio consenso con un sonoro: ‘Woof!’…
La conclusione è ottimistica e, come nella più piacevole delle storie, è coronata da un matrimonio. Insomma, c’è tutto, in questo bel libro di Dedo, per riconciliarci con le disavventure e tragedie della nostra grigia quotidianità. E, soprattutto, per farci alzare ancora una volta gli occhi al cielo, a contemplare quella meravigliosa ‘Casta diva’ che ci fa ancora sognare, nonostante tutto.