LE POLEMICHE PER LE VISITE ALLE CHIESE A PAGAMENTO / …E FIORELLA SCACCIA I MERCANTI DAL TEMPIO
di Francesco Buja______
In chiesa si dovrà esibire la carta d’identità per non pagare la tassa d’ingresso. Solo i residenti della diocesi di Lecce infatti non saranno obbligati al balzello dovuto in forza, più che in virtù, del progetto “LeccEcclesiae”, gentilmente pensato per retribuire il servizio d’apertura di quattro chiese barocche fornito da una cooperativa nata ad hoc.
I mercanti del tempio alla riscossa. Dio è morto anche nelle curie arcivescovili.
Dunque, se un gallipolino vorrà recitare una preghiera nella basilica di Santa Croce dovrà calarsi le mani in tasca. Tre euro per l’ingresso nel periodo fra le 9 e le 21 (cioè sempre), da maggio a settembre e a dicembre. Ma è prevista l’offerta irresistibile: nove euro per visitare le quattro chiese, anziché dodici.
Ai candidati sindaci del capoluogo salentino la Curia ha chiesto un parere su tale misura. E l’aspirante primo cittadino, espressione del centrosinistra, Carlo Salvemini, ha giudicato “dannoso affermare il principio che al turista non si possa chiedere alcun contributo per l’accesso ai beni monumentali”.
Non poteva, certo, Salvemini, essendo ateo, essere preoccupato per le preci. Ma anche volendo considerare la chiesa solo quale bene monumentale, sorge un problema: come si identificheranno coloro che non risiedono nella diocesi? Inconfondibile il sandalo impreziosito da calzino, marchio tradizionale del visitatore tedesco, ma un devoto leucano come riconoscerlo? Occorrerà la carta d’identità?
In senso contrario a quello di Salvemini va la lettera inviata da Mario Fiorella (nella foto), aspirante sindaco di Lecce su mandato di Sinistra Comune, all’arcivescovo Michele Seccia. “Si tratta – ha scritto l’ex magistrato – di luoghi di culto e di cultura che, come tali, indipendentemente dal regime proprietario dell’immobile, sono beni comuni, esclusi dalla logica mercantile, che invece appartengono indistintamente all’umanità, credenti e non credenti, e, quindi, accessibili, come afferma la Cei, senza il pagamento di alcun pedaggio». Dunque, la richiesta dell’esponente della sinistra radicale: “Tenuto conto delle forme improvvide con le quali si chiede la riscossione del biglietto, anche a comitive di studenti, del fatto che tale situazione danneggia l’attività delle guide e degli operatori turistici che lavorano in questo settore da innumerevoli anni, che l’esigenza di prolungare l’apertura e di salvaguardare il decoro delle chiese può essere soddisfatta in altri modi con l’intervento anche economico delle istituzioni (Comune, Provincia, Regione), le chiedo di valutare l’opportunità di revocare la decisione di imporre il pagamento di un biglietto d’ingresso alle chiese in questione”.
Ma non ci sono più i volontari di una volta, che per spirito di servizio e fede aiutavano i sacerdoti a gestire la chiesa?
Io sono pugliese di nascita,così i miei parenti.Nessuno residente a Lecce,per quanto alcuni vi abbiano frequentato l’università…Ieri visitando le chiese che ho visitato negli anni scorsi sempre gratis…mi sono vista chiedere: 10euro a testa,da pagare obbligatoriamente non in moneta, quindi con carta di credito o bancomat….In più mi è stato comunicato che pur accompagnandomi solo con il mio partner (nessuna scolaresca,comitiva o banda di turisti stranieri…) e pur essendo architetto e docente…e cattolica praticante…non mi spettava ingresso gratuito. Se fosse stato un monumento,un palazzo comunale,un museo per una legge dello Stato,in quanto architetto e docente,da cittadina in un bene statale sarei entrata gratis. Però come cattolica,che versa il suo bravo 8 per mille alla chiesa cattolica,che fa offerte durante le messe per ogni sorta di beneficenza, mi viene impedito l’ingresso in una chiesa per dire una preghiera.Il mio partner,cattolico praticante,si è rifiutato di pagare il ticket,ha detto che non pagherà mai per entrare in una chiesa.In più al Duomo,fatto ancora più grave,….Quando ho cercato di approfondire la faccenda, ci è anche stato specificato che non ci avrebbero fatto entrare nemmeno pagando il ticket,perché loro “attendevano un matrimonio”…”e sa signora,quando ci sono i matrimoni io non faccio entrare i turisti”.Io non ero una turista,ero una pugliese,non residente a Lecce,che come ogni anno tornava a vedere uno dei posti belli della propria regione,e che sarebbe entrata da cattolica,rispettando la quiete del tempio, per dire una preghiera.Ovviamente non eravamo vestiti in abito da cerimonia è così il giovane saputello messo all’ingresso del duomo ha pensato che potesse sostenere che certo non eravamo invitati alla cerimonia…e pur di non perdere i suoi introiti ha interdetto con questa motivazione l’ingresso a me,al mio compagno e a tutta la gente sopravvenuta dopo di noi.Io sono stata lì,lì dal chiamare i carabinieri per chiedere loro se coloro che si sposano hanno il diritto dell’uso esclusivo della Chiesa e il diritto di interdire l’accesso a coloro che anche non invitati volessero assistere alla cerimonia. O forse bisognava chiedere ai carabinieri di spiegare ai saccenti giovani messi alla guardia degli ingressi delle chiese che la loro funzione non è quella di rappresentare gli interessi privati degli sposi o di specifici accreditati utenti,…che non sono i pr o le guardie di ingresso di una discoteca.Alla fine: noi non siamo entrati in nessuna chiesa sottoposta al ticket…Siamo andati in un’altra chiesa meno blasonata e “a ingresso libero” e abbiamo detto le nostre preghiere. I 10 euro che ci avevano chiesto per il ticket li avevamo già spesi alla libreria dove abbiamo comprato,fra altri, dei libri da donare ai bambini ricoverati presso un vs ospedale locale.