COPIONI, SMEMORATI E TERUN: UNA CAMPAGNA ELETTORALE DIVERTENTE. TUTTA DA RIDERE (MA SOLO PER NON DOVERSI METTERE INVECE A PIANGERE)
di Francesco Buja______
Non si dica che questa campagna elettorale amministrativa di Lecce non sia divertente. Le occasioni per sorridere si succedono rapidamente, ponendo quindi l’elettorato in una tale condizione di gratitudine verso i candidati sindaci che neanche la bonifica delle paludi malariche, o la vittoria dei campionati mondiali di calcio avrebbero sortito.
Il candidato sindaco del centrosinistra, il radical chic Carlo Salvemini, ricorda sul suo sito web che quel che ha fatto da primo cittadino lo ha realizzato in diciotto mesi. Un merito. O un’attenuante, il poco tempo, per quel che non si è fatto? Scappa una risata, ma amara, se si pensa ai residenti del rione San Pio che attendono di abbandonare appartamenti fatiscenti per trasferirsi negli alloggi già finiti sperando che si ricostruiscano le abitazioni in via Sozy Carafa. Non bastavano diciotto mesi per far traslocare questa gente? Il tempo evidentemente è relativo. Ma pare che qualcuno stia inviando sotto il balcone di casa del sindaco uscente il trio Morandi-Ruggeri-Tozzi per dedicargli una serenata dal titolo “Si può dare di più in diciotto mesi”.
Strappa un sorriso anche lo staff di Saverio Congedo inciampando in una figura da copioni. Il programma elettorale del candidato sindaco del centrodestra è stato in parte pedissequamente attinto da quello del primo cittadino di Bergamo, Giorgio Gori, esponente del centrosinistra. Inevitabile l’ironia apparsa sui social network. E passi che si possano acquisire le proposte di altri sindaci, ma chissà che ora non si scateni la curiosità di cercare altrove parole, opere e omissioni di Congedo e dei suoi aspiranti consiglieri comunali, per verificare che siano farina del loro sacco.
La caccia alla copiatura ha fatto “sgamare” Alessandro Delli Noci, già vicesindaco nell’amministrazione di Carlo Salvemini: due anni fa, nel suo programma di candidato a primo cittadino di Lecce, comparvero proposte in tema di socialità prese senza cambiare mezza parola dal programma elettorale per Alife, cittadina in provincia di Caserta.
E diverte la ex parlamentare Adriana Poli Bortone quando svela un altarino del senatore leghista Roberto Marti. Questi aveva messo in guardia gli elettori dal votare per la (ri)candidata a sindaco di Lecce: chi la sceglie favorirebbe il centrosinistra. “Già Marti, un’altra volta, tanto per esser chiari – ha tuonato l’ex ministro – “mi chiese, attraverso un amico comune, di chiedermi scusa per le bugie che aveva detto. Non accetto più né lacrime né scuse: che dica ad alta voce da dove gli vengono queste notizie oscene, che soltanto alcune persone possono andare a dire, cioè chi ha la coscienza sporca e chi e chi ha sostenuto, come i suoi quattro (consiglieri; ndr) la giunta Salvemini“.
Divertente perché Marti l’accusatore diventa accusato. E sputtanato.
Il senatore però ieri ha dichiarato a una emittente televisiva che forse le sue parole sono state riportate male ad Adriana Poli Bortone. E l’ipotesi di un messaggero solerte, ma debole d’orecchie, o rintronato che corra a riferire fischi per fiaschi all’ex parlamentare porta alla mente l’immagine di qualcuno di quei goffi personaggi che talvolta animano spassosamente le commedie in vernacolo.
Un sorriso strappa pure l’eventualità che quell’odioso coro «Terùn, tèrun» incitato da un giocatore del Brescia e seguito gioiosamente dai tifosi di questa squadra della Lombardia risvegli le diffidenze dei meridionali verso la Lega. Un coro che ricorda il passato di Salvini. Una bella grana per i leghisti leccesi convincere gli elettori che gli auspici padani di un lavaggio vesuviano dei napoletani sono lava..ehm..acqua passata.
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