STORIA CONTEMPORANEA / ‘Don Raffaè’ E IL CASO MORO
(g.p.)______”Don Raffaè” non sistemava solamente posti di lavoro e pratiche burocratiche, come nella canzone di Fabrizio De Andrè. Il boss della Camorra, che oggi ha 77 anni ed è malato, sempre in carcere, (“Sono sepolto vivo in una cella. Se esco e parlo crolla il Parlamento. La mia vera condanna fu la liberazione di Ciro Cirillo, la prima trattativa Stato – mafia“, aveva detto nel 2015) era ben dentro affari riservati gestiti dai servizi segreti interni, come, appunto, nel 1981 nel rapimento da parte delle Brigate Rosse del consigliere regionale della Campania della Dc Ciro Cirillo, del quale trattò la liberazione, su imput del partito, che, a differenza del sequestro Moro, scelse la trattativa con i terroristi, sia pur sottobanco e senza carattere di ufficialità.
Poteva farlo, dato il suo ruolo di capo della Camorra napoletana, che contava pure per la Ndrangheta calabrese, legata all’epoca operativamente con alcune frange armate della Brigate Rosse, e per il controllo della popolazione carceraria, fra cui camorristi e brigtisti, con cui avviare la trattativa.
Raffaele Cutolo (nella foto), nel 1978, avrebbe potuto ‘salvare’ Aldo Moro, quando fu rapito dalle Brigate Rosse, con il concorso esterno di numerosi servizi segreti esteri: “Potevo salvare Moro, fui fermato. Aiutai l’assessore Cirillo, potevo fare lo stesso con lo statista. Ma i politici mi dissero di non intromettermi. Per Ciro Cirillo si mossero tutti, per Aldo Moro nessuno, per lui i politici mi dissero di fermarmi, che a loro Moro non interessava”.
La sconvolgente dichiarazione di Raffaele Cutolo, che riporta d’attualità il caso del rapimento e dell’uccisione dello statista democristiano, e conferma un’ interpretazione del resto già affermata, sulle responsabilità della Dc di Francesco Cossiga e di Giulio Andreotti (“Il mio sangue ricadrà su di loro”, aveva del resto scritto dalla prigionia lo stesso Moro), è del 25 ottobre 2016, come risposte alle domande del pm Ida Teresi e del capo della Dda, Giuseppe Borrelli durante un interrogatorio giudiziario.
Era rimasta inedita e sconosciuta, l’ha pubblicata questa mattina il quotidiano “Il Mattino”.