LA ‘SCRITTURITE’ DEL DOTTOR SALVATORE SISINNI
di Raffaele Polo______
Nella società attuale, pervasa da continue sollecitazioni e messaggi che ci vengono dai mezzi telematici più sofisticati e ci raggiungono grazie ai telefonini dai quali tutti, ma proprio tutti, sono schiavi (avete provato a ‘perdere’ il vostro cellulare, anche per qualche minuto? Lo sconforto è incredibile, vi crolla il mondo addosso, è un fatto gravissimo che solo il successivo ritrovamento dell’infernale apparecchio può compensare….) pure, la tentazione di ‘dire la propria’ e di ‘farsi sentire’ è sempre ben presente e nessuno si può sottrarre a questo bisogno impellente….
Una volta, si scriveva ‘al direttore’. Nei giornali, anzi, c’era un grande spazio per questi interventi che erano letti e commentati forse più degli articoli di fondo. Era il modo migliore per far emergere una idea, mantenendo comunque quella conclamata equidistanza ed imparzialità che tutti gli organi di stampa dicono di perseguire. Le ‘Lettere al Direttore’ che, al femminile, divenivano ‘La posta del cuore’, la facevano da padrone e servivano anche a riempire spazi, sollecitando la vanità degli estensori che si potevano ‘leggere’ sul quotidiano o periodico preferito. Dapprima, il Direttore (con la D maiuscola) rispondeva, fornendo il destro per un ulteriore, interessante e simpatico scambio di idee… Poi, si è preferito pubblicare solo le lettere, senza interventi del direttore (ormai retrocesso a entità astratta e con la ‘d’ minuscola). Infine, si è scelto di non pubblicare più nulla di questo genere, lasciando ai canali ‘social’ il più agevole compito, soprattutto perchè nessun tipo di censura o reprimenda è previsto…
Cambiano i tempi ma c’è ancora chi, con grande pazienza e con una mai sopita speranza nella idea dell’immortale ‘castigat ridendo mores’, si ostina a scriverle e spedirle veramente, queste lettere al direttore, convinto che il proprio parere e la propria idea possano servire a qualcosa, nel mare magnum dell’indifferenza e della superficialità.
E non solo: come nel caso di questo libro, edito da Sette Muse (euro 18,00) dall’esplicativo titolo di “EGREGIO DIRETTORE… 3 E voglio dire la mia… Riflessioni su fatti e problemi della vita (lettere ai giornali, dal 2017 al 2019)” del prolifico Salvatore Sisinni (nella foto), si raccolgono e si corredano con foto e riproduzioni nel consueto girovagare didascalico che accompagna, da sempre, gli scritti del medico di Squinzano.
Gli argomenti sono quelli di attualità, di tutti i giorni. E le considerazioni dell’autore rispecchiano quello che la ‘maggioranza silenziosa’ spesso condivide scrollando il capo, rassegnata ad una continua diminuzione del buon senso generale e del buon gusto.
Fatti di cronaca, politica, momenti drammatici e dimostrazioni di lampante nonsense, si alternano nelle oltre 290 pagine, a formare un articolato caleidoscopio della nostra società, spaziando da ‘Senza cultura non si vive’ a ‘Come arginare il fenomeno della violenza contro le donne’, fino a ‘Incompatibilità tra Lega di Salvini e i Pentastellati di Di Maio’ e ‘Ribaltone a Lecce’.
Insomma, c’è proprio di tutto e chi vuole divertirsi a scegliere gli argomenti più ‘a la page’ dei nostri tempi, può leggere tutto d’un fiato quello che il bravo medico ci propone, con dovizia di particolari e confessando di essere affetto da una malattia molto emblematica: la Scritturite, che così viene da lui definita: ‘A differenza di qualsiasi altra malattia, lieve o grave, però, non mi preoccupa, non mi affligge; anzi mi conforta, mi fa compagnia e mi tiene moralmente su, facendomi dimenticare, anche se non del tutto, gli acciacchi che, inesorabilmente, avanzano…’
Con la consueta profusione di immagini e lapidarie iscrizioni e detti famosi, la pubblicazione fa onore all’anziano psichiatra e al suo editore, il vulcanico Luigi Maci.