“L’Assoluto Inconsapevole”, ROMANZO DI CARLO SINDACO
di Raffaele Polo______
Tralasciamo volutamente qualsiasi giudizio sulla impaginazione e sulla scelta editoriale di questo lavoro di Carlo Sindaco che, onestamente, avrebbe meritato una cura maggiore, anzi una qualsivoglia cura nella presentazione di un libro che, tanto per dire, inizia la narrazione e la scansione dei capitoli dalla pagina 4, seguendo poi una casuale attribuzione dell’incipit, ora sulle pagine a destra, ora a sinistra… Sciocchezze, naturalmente: diciamo meglio che sono discutibili scelte editoriali di 0111 Edizioni che, però, non rendono un buon servizio alla lettura ed alla assimilazione di questo “L’Assoluto Inconsapevole” che, presentato in sinossi come ‘un viaggio in Turchia dove Manuel e Marco vivono un’ esperienza che va ben oltre la semplice vacanza: si imbatteranno in un mondo completamente diverso da quello occidentale, dove avranno modo di entrare in contatto con una Istanbul segreta’ è, in realtà, molto di più.
Se, pure, l’autore non lesina nei particolari dello svolgersi del viaggio e del soggiorno, offrendoci una vivace immagine della Turchia contemporanea, contornando la narrazione con il succedersi di personaggi ben abbozzati e dall’interessante presenza, sono le digressioni para-filosofiche che emergono spesso dalla narrazione, a colpire e a interessare maggiormente, elevando il fluire narrativo ed inspessendolo al di là della vicenda che prende le tinte di un noir o, meglio, di una storia di spionaggio involontaria…
Perchè questo scritto pare, in realtà, un pretesto che Carlo Sindaco, nato per caso nel Nord ma ormai integrato nel tessuto salentino, utilizza per esprimere le sue idee sui massimi sistemi e sulle liturgie che regolano la non sempre felice nostra vita di occidentali che vivono in una società evoluta e ricchissima di contraddizioni. Scantonando anche nel discorso religioso, strettamente connesso con i fatti di cronaca di un Oriente ancora indicato come la quintessenza di tutti i mali dagli europei evoluti e diffidenti verso chi non è proprio simile alla propria idea di cultura…
Sindaco si scopre paladino degli ideali e delle convinzioni più tradizionali, giungendo anche a far rinunciare al suo alter ego del romanzo, ad una serata da trascorrere lussuriosamente in un ambiente da favola della Istanbul segreta, dove invece cercan di convertire alle nobili e sante idee ed azioni la splendida ragazza che gli si offre… Neanche San Francesco, viene da pensare; immaginando cosa avremmo fatto noi, miseri mortali, al posto di Marco….
Insomma, lo scritto è interessante, qualche pausa e lungaggine sono plausibili e scusabili; Sindaco ci pare sulla buona strada per intraprendere la difficile arte del narrare e la sua Istanbul è molto ben abbozzata, piacevole e intrigante, nonostante tutto…