“Ci avete rotto i polmoni”, IL LORO CANTO LIBERO. “Friday for future”, IN PIU’ DI DUEMILA A LECCE CITTA’ INSIEME A QUELLI DI TUTTO IL MONDO: I RAGAZZI CON LUCIDITA’ E DETERMINAZIONE RIVENDICANO IL LORO FUTURO E LA SALVEZZA PER TUTTI, L’UNICA CERTEZZA, L’ULTIMA SPERANZA
di Giuseppe Puppo______
E’ un fenomeno spontaneo, lucido, determinato. E’ il movimento più imponente, più giusto, più importante da mezzo secolo a questa parte, dai tempi della così detta rivoluzione del Sessantotto. Quando internet non c’era, e con esso mancavano tante possibilità di comunicare, informarsi, condividere. Storico, tout court, dunque. Per il futuro, se ce ne sarà uno. Ma è l’unica certezza, l’ultima speranza che abbiamo.
Visto da vicino, dal di dentro, in mezzo a loro, che erano almeno duemila, forse anche di più: sono queste le mie impressioni, dopo due ore di pensieri e parole, sfilando in testa al corteo, e poi in piazza sant’Oronzo, accanto ai relatori.
Dopo aver premesso quello che ho capito io, quello che segue è il racconto di quello che ho visto e sentito nelle due ore della manifestazione di questa mattina a Lecce città.
Incontro il senatore Maurizio Buccarella, a passeggio nei pressi di Porta Napoli con Luna, il suo cane, prima che inizi il corteo. Scambiamo qualche idea, lo sollecito sulle responsabilità dei politici. “La politica deve essere coerente” – mi risponde – “Se oggi esprime solidarietà e appoggio a questi ragazzi, è poi la stessa che contrasta ogni minima iniziativa che vada a toccare interessi consolidati. Solleciteremo iniziative concrete, come quelle sulle auto elettriche, o sulle questioni tipo Tav e Tap”.
Solidarietà e appoggio del resto generiche, retoriche, false lontano un miglio, quelle poche ricevute a livello nazionale, in un generale menefreghismo, come se occuparsi dello spread fosse più importante.
E’ l’unico politico che ho visto, in un’iniziativa che non aveva e non voleva avere simboli di partito, vero, ma che certo si sarebbe giovata di partecipazioni dirette, pure a titolo personale. Invece niente.
Brillanti assenti, in particolare, i rappresentanti delle Istituzioni, come se vivessero su Marte.
Imbarazzante l’assenza della Curia locale, e di religiosi cattolici, come se “Laudato si’ ” l’avesse scritta Ugo Chavez, per restare in quel continente.
In cima al concentramento ci sono alcuni giovani, che si alternano al microfono improvvisato, prima che parta il corteo.
Vito Mola, 18 anni, studente al liceo scientifico Banzi, sottolinea il carattere spontaneo e partecipato dell’iniziativa, oltre ad evedenziarne la portata: “Oltre 1.700 città in 111 Paesi del mondo”.
Sara Marzo, 34 anni, presidente dell’associazione giovanile “VulcanicaMente” si infervora nell’esprimere a nome di tutti l’evidenza di volerci essere, e di non voler farsi dire di non aver fatto niente: “Io sono scesa per strada”, e mostra orgogliosa il cartello “Non sei mai troppo piccolo per fare la differenza. Io sto con Greta”.
Emiliano Roca, 17 anni, studente al liceo classico Palmieri mi è prezioso prchè, sia pur nella confusione del momento, riesco a fargli la domanda che volevo fare, per farmi un’idea, di analogie e differenze, una mia precisa curiosità, sull’atteggiamento degli insegnanti, nei confronti dei loro alunni oggi in piazza a protestare: “Un atteggiamento molto positivo” – è la sua risposta – “Un atteggiamento davvero propositivo, ci hanno espresso appoggio e partecipazione, alcuni dei nostri professori anzi sono qui a protestare insieme a noi”.
L’ultima raccomandazione: “Non sporcate. Nessuna violenza. E pace”. E si parte.
Per via Palmieri, fino a via Vittorio Emanuele, e poi da davanti al Duomo per Piazza Sant’oronzo, in un’ora.
Pochi e discreti poliziotti ad anticipare i movimenti della gente. Aria festosa, nonostante la gravità dei problemi sollecitati. Effetti sonori e scenografici a ripetizione.
Un centinaio di persone sempre davanti, a titolo sparso.
Poi, la pre – testa del corteo, era formata da bambini, una decina, ma piccoli, proprio piccoli, che però cantavano e urlavano come e più degli altri, fieri di sorreggere alcuni cartelli, con le loro mamme a scortartarli, fra il preoccupato e il compiaciuto.
Prima fila del corteo, quelli del Palmieri (beh, mi sia consentita un’espressione di orgoglio per la mia gloriosa ex scuola, sempre avanti).
Poi, via via tutti gli altri ragazzi degli istituti superiori leccesi.
Un serpentone imponente.
Ecco cosa hanno cantato, scandito, urlato:
CI AVETE ROTTO I POLMONI
ARIA PULITA LA NOSTRA VITA
SALVIAMO LA TERRA EFFETTO SERRA
NOI LOTTIAMO NOI VIVIAMO UN FUTURO NON ABBIAMO
VIENI GIU’ VIENI GIU’ MANIFESTA PURE TU
NOI CON GRETA PER IL PIANETA
Ecco invece le scritte di alcuni cartelli, o striscioni
NON BUTTATE RICICLATE
CHE COSA GOVERNERETE QUANDO NON CI SARA’ PIU’ NIENTE DA GOVERNARE?
UN MONDO PIU’ PULITO PIU’ SANO
SE IL CLIMA FOSSE UNA GRANDE BANCA I GOVERNANTI L’AVEBBERO GIA’ SALVATO
e infine menzione a parte, su di un pezzo di cartone, con le lettere incerte, eppure chiarissime, sollevato da una ragazza, in prima fila, il più notato, che diceva così
+ SESSO ORALE – INQUINAMENTO GLOBALE
Embè, sorrido fra me e me, come si diceva ai tempi miei? Il personale è politico, e certo nei miei anni Settanta avrebbe avuto un successo enorme.
Un’ altra ora in piazza Sant’Oronzo, per gli interventi.
Si va dalla tragedia greca, evocata a proposito delle colpe dei padri che non devono ricadere sui figli (“Noi siamo una generazione di figli, che ha imparato dagli errori dei padri”), alla chiamata in causa delle precise responsabilità dei politici; dai medici di famiglia (“Mangiare meno carne, più verdura a km 0, spostarsi a piedi o in biciletta”) , agli studenti universitari, tutti al fianco dei liceali.
Intervengono fra gli altri Gianluca Maggiore, in rappresentanza delle decine di attivisti No Tap che hanno sfilato insieme ai ragazzi: “Noi crediamo davvero nella possibilità di un cambiamento e siamo talmente coscienti che un cambio di rotta è necessario”.
Il professor Michele Carducci, dell’UniSalento: “La battaglia per il clima è una battaglia di giustizia sociale”, per poi chiarire a qusti ragazzi che ce l’hanno del resto ben chiaro di per sè, che sono necessari nuovi modelli di sviluppo, e subito logiche di aut aut, non di et et come è stato finora.
Altre ‘lezioni di strada’ anzi, nella fattispecie, di piazza, dai docenti sempre dell’Unisalento Piero Lionello e Sergio Rossi. Da quest’ultimo, che pure insegna zoologia, e infatti non manca di aggiungere un contenuto specifico, sull’importanza dei fondali marini con le alghe che generano ossigeno in misura rilevante, intorno al 50% di quello che respiriamo, e dunque vanno preservate e difese, il mare, insieme alla terra, ecco, una inattesa elaborazione letteraria che mi è sembrata bellissima, un po’ Lucrezio, un po’ Leopardi: “La Natura è una madre pallida e indifferente”.
Continuerebbe anche senza di noi umani. Anzi, sicuramente, anche meglio.
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