BEPPE GRILLO: IL 25 APRILE E’ MORTO

| 26 Aprile 2013 | 0 Comments

Dalla rete.

ROMA – “Il 25 aprile è morto”: citando e riscrivendo il testo di una canzone di Francesco Guccini (‘Dio è morto’, ndr), Beppe Grillo, sul suo blog, attacca Letta, Napolitano e Berlusconi: “Nella nomina a presidente del Consiglio di un membro del Bildeberg il 25 aprile è morto, nella grassa risata del piduista Berlusconi in Parlamento il 25 aprile è morto, nella distruzione dei nastri delle conversazioni tra Mancino e Napolitano il 25 aprile è morto, nella dittatura dei partiti il 25 aprile è morto, nell’informazione corrotta il 25 aprile è morto, nel tradimento della Costituzione il 25 aprile è morto, nell’inciucio tra il Pdl e il Pdmenoelle il 25 aprile è morto, nella rielezione di Napolitano e il passaggio di fatto a una Repubblica presidenziale il 25 aprile è morto, nell’abbraccio tra Bersani e Alfano il 25 aprile è morto, nella mancata elezione di Rodotà il 25 aprile è morto, nella resurrezione di Amato, il tesoriere di Bottino Craxi, il 25 aprile è morto, nei disoccupati, nelle fabbriche che chiudono, nei tagli alla Scuola e alla Sanità il 25 aprile è morto.

Nei riti ruffiani e falsi che oggi si celebrano in suo nome il 25 aprile è morto, nel grande saccheggio impunito del Monte dei Paschi di Siena il 25 aprile è morto, nel debito pubblico colossale dovuto agli sprechi e ai privilegi dei politici il 25 aprile è morto, nei piduisti che infestano il Parlamento e la nazione il 25 aprile è morto, nelle ingerenze straniere il 25 aprile è morto, nella perdita della nostra sovranità monetaria, politica, territoriale il 25 aprile è morto, nella mancata elezione di Rodotà il 25 aprile è morto, nella Repubblica nelle mani di Berlusconi, 77 anni, e Napolitano, 88 anni, il 25 aprile è morto, nei processi mai celebrati allo ‘statista’ Berlusconi il 25 aprile è morto, nella trattativa Stato-mafia i cui responsabili non sono stati giudicati dopo vent’anni il 25 aprile è morto, nel milione e mezzo di giovani emigrati in questi anni per mancanza di lavoro il 25 aprile è morto, nell’indifferenza di troppi italiani che avranno presto un brusco risveglio il 25 aprile è morto”. “Oggi – conclude Grillo – evitiamo di parlarne, di celebrarlo, restiamo in silenzio con il rispetto dovuto ai defunti. Se i partigiani tornassero tra noi si metterebbero a piangere”.

 

Le reazioni.
Non si sono fatte attendere le repliche alle parole del leader M5S. “Ogni giorno Grillo annuncia la morte di qualcuno o di qualcosa… Eviti questa immagine di becchino planetario”, sono state le parole di Nichi Vendola, leader di Sel. “Il 25 aprile – ha aggiunto il leader di Sel, è fonte di legittimazione dell’Italia repubblicana, il 25 aprile è una bussola”.

“Grillo dichiara morto il 25 aprile. Lui che ha come capogruppo la ‘cittadina’ Lombardi che riabilita il regime parlando di ‘fascismo buono’; lui che accoglie Casapound; lui che è il leader di un Movimento che vuole risparmiare sui viaggi della memoria. Un rispettoso silenzio è l’unico modo che Grillo ha per celebrare il 25 aprile”, è stato il commento di Davide Zoggia, parlamentare del Pd. Rincara la dose un altro parlamentare del Pd, Emanuele Fiano: “Vada via se pensa che la Liberazione non sia il fondamento per il quale oggi a lui è data la possibilità di parlare liberamente e di dire tutto e il contrario di tutto, passando dal golpe al golpettino. Chi non apprezza e non riconosce la radice storica della nostra democrazia, che è la Resistenza partigiana e la vittoria sul nazifascismo; chi pensa che le scelte politiche di oggi siano incompatibili con quella radice solo perché lui non le condivide, è effettivamente indegno di quei valori”. ”Il 25 aprile è morto? Un funerale che non voglio e pessima suggestione. La libertà si conquista ogni giorno perciò certe cose non muoiono”, è stato il commento di Laura Puppato.

“C’è chi parla del 25 aprile come una ricorrenza stanca, vecchia. C’è anche chi questa mattina ha scritto che è una festa morta. Vengano qui a Milano gli scettici, questa festa è più viva che mai, è la festa di tutti gli italiani liberi. Oggi festeggiamo la riconquista della libertà”, ha dettola presidente della Camera, Laura Boldrini, parlando a Milano. Gli esponenti istituzionali del M5S presenti a Milano hanno lasciato il palco di Piazza Duomo durante il discorso della presidente della Camera. ”Non è stata super partes, la festa è di tutti i cittadini italiani”, ha sostenuto la capogruppo in regione Lombardia Silvana Carcano spiegando ai giornalisti il senso del gesto. ”Lei ha iniziato il suo discorso attaccando Beppe Grillo – ha aggiunto senza capire il senso del suo post, che indica che con tutto quello che sta succedendo in Italia è una forzatura festeggiare il 25 Aprile”.

“Beppe Grillo dovrebbe venire a Marzabotto e capirebbe che certe cose che dice non hanno senso. Ha detto una cosa grave e sbagliata, dire che il 25 aprile è morto è una grande sciocchezza che fa male agli italiani, il 25 aprile è la base della nostra democrazia e dei nostri valori”. Dal parco di Montesole a Marzabotto questo è l’invito che ha lanciato a Grillo il presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani.

Anche il segretario della Cgil Susanna Camusso è intervenuta nella discussione: ”Oggi qualcuno dice che il 25 Aprile è morto: questa è la cosa peggiore che si possa dire”, ha dichiarato dal palco di Monte Sole. ”Questa non è ironia, né una provocazione, ma provare a cancellare la radice comune del nostro Paese”, ha aggiunto.

Ancora più dura la reazione dei partigiani della Brigata Stella Rossa, che si dicono feriti e offesi dalle parole di Beppe Grillo sul 25 aprile: Riccardo Lolli, 89 anni, è il più vecchio partigiano della Brigata Stella Rossa e, come ogni anno, trascorre il suo 25 Aprile al parco di Monte Sole di Marzabotto per raccontare ai giovani cosa è stata la Resistenza. “Queste parole – ha detto Lolli – mi hanno fatto molto effetto, se c’è un mezzo morto quello è lui con i suoi che lo seguono. Grillo e i suoi devono capire che l’unica strada da seguire è quella della democrazia”. Anche Franco Fontana, altro reduce della Brigata Stella Rossa, attacca: “La botte – ha detto – dà il vino che ha. Grillo non arriverà mai da nessuna parte perché i suoi sono solo voti di protesta. Per me, più che un pagliaccio è un dittatore, se qualcuno dei suoi sgarra lo caccia subito. Le parole che ha detto sul 25 Aprile mi hanno toccato nel vivo”.

Alla Boldrini, a Vendola alla Puppato ai comunisti di ieri e di oggi si potrebbe rispondere, che se non c’è un fascismo buono, tanto meno c’è un comunismo buono. Infatti non c’è bisogno di andare indietro nel tempo per contare circa cento milioni di morti uccisi in di pace e di guerra dai comunisti, basta pnsare che ieri l’altro,  in Cina, uno degli ultimi paesi dove regna il comunismo,  sono stati massacrate 20 persone che manifestavano pacificamente.

 

Tags:

Category: Costume e società

About the Author ()

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Connect with Facebook

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.