Muore Teodoro Buontempo la destra italiana in lutto
Nella notte dopo una lunga malattia. Aveva 67 anni. Consigliere comunale, parlamentare e presidente de La Destra insieme a Francesco Storace. Riduttivo il soprannome di “Er pecora” che si è portato avanti dal ’68. Dal Msi a An, da Fini a Gasparri ad Alemanno, ha formato la classe dirigente della destra italiana. Domani, 25 aprile, festa della Liberazione, camera ardente in Campidoglio, venerdì mattina ifunerali
Teodoro Buontempo, detto er pecora. Ma, Buontempo tutto era meno che una pecora. Nella sua vita non solo era sempre andato controcorrente rifiutando di portare il cervello all’ammasso, e di seguire comodamente il gregge, come la maggior parte della sua generazione fece, ma nella sua attività politica si mise sempre a disposizione dei più deboli, non dimenticando le sue umili origini di abruzzese “emigrato” a Roma, dove nei diversi ruoli istituzionale e politici che ricoprì portò sempre la voce delle borgate capitoline.
di SIMONA CASALINI
- Teodoro Buontempo, storico esponente dell’Msi, poi di An, anni e anni di consiglio comunale a Roma e di parlamentare, poi assessore uscente alla Casa con la giunta Polverini della Regione Lazio e anche presidente de La Destra. Fascista per niente immaginario. Il suo braccio destro e seguace Storace aveva da giorni preparato i suoi, con un annuncio nel Giornale d’Italia che dirige: “Teodoro sta affrontando in queste ore la sua ultima battaglia terrena, circondato dall’affetto dei suoi familiari e della comunità politica che ha servito nella sua vita”. Riduttivo appellarlo, come si faceva qualche anno fa, Teodoro “Er pecora” per via di certe ruvidità caratteriali e i capelli ricci e crespi: dal ’68 a oggi ha fatto la storia dei fasci di Roma, che sempre lo hanno ripagato con affetto e rispetto.
Si è spento questa mattina alle 4.30, in una clinica privata di Roma, Teodoro Buontempo, presidente nazionale de La Destra, ma in passato storico esponente di MSI e AN, che lasciò in polemica con Gianfranco Fini. Malato da tempo e in attesa di un trapianto, Buontempo era conosciuto da tutti come ‘er pecora’, soprannome – invero poco lusinghiero – che come aveva raccontato lui stesso in un’intervista a Sette gli era stato affibbiato da Francesco Rutelli, che “non potendo attaccare Gianfranco Fini, educato, elegante, di buone maniere“, se la prendeva invece “l’uomo più famoso della destra romana, mettendone in luce le origini umili“.
Teodoro Buontempo, infatti, arriva a Roma da Ortona nel 1968 e non avendo una lira passa i suoi primi tempi nella Capitale dormendo in macchina o alla Stazione Termini, con i barboni. In poco tempo, però, si fa strada nel mondo dell’attivismo e della politica e diventa prima dirigente de La Giovane Italia e poi segretario del Fronte della Gioventùdi Roma. Una vita avventurosa e segnata da un carattere intemperante, la sua, che lo fa diventare figura protagonista della destra.
Nel 1992 viene eletto alla Camera dei Deputati nelle liste del Movimento sociale italiano-Destra nazionale e nel 1994 in quelle di Alleanza Nazionale. In Parlamento torna anche nel 1996 e poi dal 2001 al 2006, come vice capogruppo di AN, da cui fuoriesce nel 2007 per entrare a far parte de La Destra, di cui viene eletto presidente nazionale per acclamazione nel 2008. Parallelamente, Buontempo continua il suo attivismo nella politica locale, ma non riesce e ripetere la fortunata stagione dal 1981 al 1997, durante la quale fu continuativamente consigliere comunale di Roma. Le candidature a vice sindaco e sindaco della Capitale, così come quelle in Provincia, si traducono in flop e l’unico incarico di rilievo degli ultimi anni resta quello diAssessore alla Casa e alla tutela Consumatori nella Giunta del Lazio presieduta da Renata Polverini.
Famoso per il temperamento ‘verace’ e la voce roca, con cui teneva comizi che hanno fatto storia, Buontempo ha affrontato “la sua ultima battaglia terrena, circondato dall’affetto dei suoi familiari e della comunità politica che ha servito nella sua vita. Il presidente de La Destra ha al suo fianco la moglie Marina e i figli Maria, Gianni e Michele“, come scriveva ieri Il Giornale d’Italia, quotidiano online diretto da Francesco Storace. Oggi la notizia della sua morte è stata accolta con cordoglio e rispetto dai vari esponenti della sua parte politica, con Alessandra Mussolini che ha twittato: “Onore a Teodoro Buontempo. Che Dio protegga la tua anima” e Storace che su Facebook ha scritto: “Sapere che Teodoro Buontempo non c’è più è un dolore enorme per ogni uomo di destra e soprattutto per i militanti de La Destra“. Ma non sono mancati messaggi anche da chi non ne condivideva la posizione politica, come @BorisSollazzo, che twitta: “Lo ammetto, alla fine mi dispiace per Teodoro Buontempo. Uno con cui non ero d’accordo mai ma di cui rispettavo impegno, passione e veracità“.
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