Tenta di asportare un ciclomotore insieme ad un minorenne. Un arresto.
Alle ore 23.55 di ieri sera, una volante in servizio di controllo del territorio, in via Pistoia, notava due giovani che, non avvedendosi dell’arrivo della Polizia, armeggiavano vicino ad un ciclomotore, cercando di forzarlo con l’utilizzo di arnesi atti allo scasso.
Con l’ausilio di un’altra volante, gli agenti provvedevano a chiudere la strada opposta per bloccare ogni eventuale via di fuga e successivamente si avvicinavano ai due ragazzi per controllarli.
In quel frangente, i due si allontanavano dallo scooter e cercavano invano di nascondersi tra le auto lì parcheggiate.
Lo scooter che avevano tentato di asportare presentava diverse parti danneggiate, nonché frammenti di carrozzeria per terra nelle immediate vicinanze.
I due giovani venivano identificati per CAZZELLA Carmine, un leccese, del’89 e G. M. del’87, minorenne, incensurato.
Inoltre, proprio nei pressi dell’auto ove i due giovani avevano tentato di nascondersi veniva rinvenuto un cacciavite e un borsello da uomo di colore beige contenente arnesi atti allo scasso.
Il CAZZELLA veniva posto agli arresti domiciliari per tentato furto aggravato e possesso di arnesi atti allo scasso, in concorso con persona minorenne, per la quale scattava la denuncia i stato di libertà in ordine allo stesso reato.
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Picchia la fidanzata per gelosia. Denunciato dalle volanti.
Alle ore 11.30 di ieri mattina, su richiesta di soccorso giunta all’utenza 113, personale dell’ufficio Volanti si recava in via Marcianò, dove era stata segnalata una lite.
Sul posto la richiedente, una leccese di 20 anni, riferiva di aver avuto poco prima una lite con il fidanzato, T.A., anche lui leccese, del’95, che aveva ospitato in casa.
Durante la discussione, il suo ragazzo più volte le sferrava dei calci e la percuoteva violentemente sul viso, come avvenuto già in precedenti occasioni, che la donna aveva evitato di denunciare.
La ragazza, in sede di denuncia raccontava che il suo ragazzo, per motivi di gelosia, durante la lite, più volte la minacciava di morte e, dopo aver estratto la carta SIM dal suo cellulare, la rompeva.
Ormai esasperata dalle continue aggressioni sia verbali che fisiche da parte del fidanzato si decideva finalmente a sporgere formale denuncia contro di lui presso questi uffici, dove si rendeva necessario l’intervento del 118 perché la donna continuava ad accusare forti dolori per le percosse ricevute, anche se non si rendeva necessario il ricovero e sufficienti le medicazioni effettuate.
T.A. veniva deferito in stato in libertà per minacce, percosse e danneggiamento.
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