CARLOTTA ALL’ APOLLO / I SASSOLINI, LE SCARPE, E ALTRO
di Giuseppe Puppo______
Ivan Raganato, ho letto, si è tolto subito qualche sassolino dalle scarpe. Mi sia consentito, nel fargli pubblicamente i complimenti, per la resa teatrale del mio copione, di cui sono rimasto felice, e per la sua bravura da interprete in abiti femminili, da grande attore quale egli è, di sottolineare come il suo ruolo en femme sia perfettamente in linea con la gloriosa tradizione del teatro classico, shakesperiano, giapponese, e musicale contemporaneo.
Complimenti e felicitazioni a tutti gli attori, del resto.
E…I sassolini?
Ecco, se è per questo, io dovrei levarmi proprio le scarpe…Ma non voglio farlo, e non perché mi puzzino i piedi.
Qui, se c’è qualcosa che puzza, è la gestione della cultura fatta a Lecce dai due nuovi principali responsabili, con la puzza sotto al naso.
Tipico, del resto, di una sinistra vecchia e cattiva che sopravvive a sé stessa, ai suoi apparati burocratici, ai suoi bandi a uso e consumo interno. Sorda, triste e grigia. Che han fatto venire voglia di gridare anche a me “La corazzata Potiomkin è una cagata pazzesca”. Che mi fa venire voglia di gridare ancora adesso, e io posso farlo, io che all’ epoca a loro non ho mai chiesto niente, e li ho sempre criticati, per certe loro improvvisazioni e certe loro leggerezze: “Arridateci Paolo Perrone! Arridateci pure Gigi Coclite”, e arridateci il regista turco con i suoi film, il consulente israeliano con le sue ‘eutopie’, le conferenze, gli spettacoli, gli addobbi e le feste nosce.
Questi di adesso sono solo due grigi funzionari di partito, quel che rimane del Pd, e le organizzazioni collegate. Come tali, incapaci di capire quel che si muove, e di essere propositivi, fuori dai loro circuiti.
E con la puzza sotto al naso.
Detto ciò, le scarpe non me le voglio levare, e non racconterò nulla.
Fatto sta, che, nell’indifferenza, nell’ostilità, nello snobismo, nella prosopopea, nella tristezza degli attuali responsabili politici della cultura leccese, ieri al Teatro Apollo, altro che “quaranta persone”, come essi avevano pronosticato, negandoci tutto, per non correre “rischi”, al Teatro Apollo la produzione dello spettacolo “La Dea Trans” ha portato settecento spettatori paganti.
Senza prendere un euro di contributi pubblici, anzi pagando, in cambio dei bastoni fra le ruote avuti, migliaia di euro al settore pubblico.
Ecco, è stata una giornata storica, e non lo dico certo per me, per Ivan Raganato, per la compagnia “Scena Muta”: settecento paganti a Teatro a Lecce non li aveva fatti mai nessuno, non si era mai vista una cosa così.
Lo dico, e gongolo, perché abbiamo dimostrato che esiste un pubblico della cultura anche a Lecce, un pubblico popolare, che aspetta solamente occasioni nuove, diverse, fuori dagli schemi logori, fuori dalle logiche burocratiche, e un minimo di vivacità, di inventiva, per emozionarsi, per partecipare, per condividere.
E adesso stiamo a vedere quanti quaranta spettatori faranno i due cari leader della cultura di partito a Lecce a ogni spettacolo della loro rassegna teatrale regionale.