LECCE VISTA DAGLI SCRITTORI CONTEMPORANEI / 35 – ARTURO LEVA E I FIORI ‘SENZA NDORE’
di Raffaele Polo______
“Fiuri …senza ‘ndore” è il titolo di una raccolta di versi, pressochè sconosciuti, di uno sfortunato poeta leccese: Arturo Leva (nella foto, un suo ritratto).
Una curiosa ma consolidata tradizione vuole i postelegrafonici salentini da sempre impegnati nella cultura: artisti, giornalisti, poeti sembrano trovare una comune e piacevole simbiosi con l’ambiente lavorativo delle Poste…Sarà un caso, ma la realtà, così a memoria, ci riporta il nome di Oberdank Leone e Arturo Leva, postelegrafonici ‘doc’, rimasti fra i nomi più famosi della nostra letteratura dialettale del Novecento.
Arturo Leva, in particolare, è figura ricca di fascino e di accattivante simpatia: come spesso accade nelle storie letterarie più importanti (ma anche nella musica e nell’arte) non si può prescindere da due fatti che caratterizzarono la sua vita: la morte di un figlio all’età di appena sei anni, e una lunga malattia che condusse il poeta a spegnersi a soli 39 anni.
La coscienza di una vita segnata dal dolore per le perdite e le sventure legate alla guerra (…cu mie cuntraria, sempre, fuei la sorte…), permea tutto l’afflato poetico di Leva che, con una vena malinconica intrisa sovente di irridente ironia, trova nel dialetto l’arma più immediata e spontanea per esorcizzare una Morte che, in una delle più toccanti poesie, viene invitata a tornare più tardi, quando i tre piccoli figli del poeta saranno più grandi…
Leva ha lasciato solo due pubblicazioni. La prima, “Comu le mpugghe” è oggi introvabile; la seconda è “Fiuri…senza ndore”, pubblicata nel 1956 a cura del Dopolavoro Postelegrafonici di Lecce e arricchita da una premessa di Renzo D’Andrea con disegni originali di G. Giurgola. Una preziosa raccolta delle più importanti e sentite composizioni di Leva, dedicata a Claudio Oronzino, figlio scomparso nel 1951.
Di Leva, oltre al gustoso atto unico in dialetto “Papà parduname… ca nu la fazzu chiui” restano un numero imprecisato di versi custoditi dai familiari, oltre ai testi di tante canzoni in lingua e in dialetto leccese, che sono nella memoria di tutti gli appassionati del settore: da ‘Trieste mia” (1949) a “Finestra bianca” (1952).
Arturo Leva ha scritto fino all’ultimo barlume di vita. Il suo ricordo è più efficace con questi quattro endecasillabi che possono considerarsi il suo testamento: “Prima cu nu’ capiscu propiu nienti/ cercu perdunu a tutti cu ‘lu core,/ moi ca stau quasi a l’urtimi mumenti,/ prima cu me presentu a lu Signore”.______
35 – Continua______
LA RICERCA nei nostri precedenti articoli della rassegna (stanno nel nostro archivio, accessibile dalla home page, digitando anche semplicemente nome e cognome che interessa nel riquadro ‘CERCA’ a destra sotto la testata)
1 – ERNESTO ALVINO, 13 aprile
2 – ENRICO BOZZI, 20 aprile
3 – RINA DURANTE, 27 aprile
4 – SALVATORE BRUNO, 4 maggio
5 – CLAUDIA RUGGERI, 11 maggio
6 – ANTONIO VERRI, 18 maggio
7 – SALVATORE TOMA, 25 maggio
8 – RAFFALE PROTOPAPA, 1 giugno
9 – GIOVANNI POLO, 8 giugno
10 – FRANCESCANTONIO D’AMELIO, 15 giugno
11 – GIUSEPPE DE DOMINICIS, 22 giugno
12 – ROCCO CATALDI, 29 giugno
13 – VITTORIO PAGANO, 6 luglio
14 – GIULIO CESARE VIOLA, 13 luglio
15 – VITO DOMENICO PALUMBO, 20 luglio
16 – NICOLA G. DE DONNO, 27 luglio
17 – CESARE MONTE, 3 agosto
18 – VITTORIO BODINI, 10 agosto
19 – CARMELO BENE, 17 agosto
20 – IACOPO ANTONIO FERRARI e ANTONIO DE FERRARIIS, 24 agosto
21 – GIROLAMO COMI, 31 agosto
22 – SALVATORE PAOLO, 7 settembre
23 – MICHELE SAPONARO, 14 settembre
24 – ERCOLE UGO D’ANDREA, 21 settembre
25 – FRANCO CORLIANO’, 28 settembre
26 – DONTO VALLI, 5 ottobre
27 – ERMINIO GIULIO CAPUTO, 12 ottobre
28 – GINO DE SANTIS, 19 ottobre
29 – ENNIO BONEA, 26 ottobre
30 – OBERDAN LEONE, 2 novembre
31 – COSIMO DE GIORGI, 9 novembre
32 – MADDALENA SANTORO, 16 novembre
33 – MARIO MARTI, 23 novembre
34 – RAOUL PIGLA, 30 novembre
Category: Cultura