A CAPRARICA DI LECCE COMMEMORATA LA GRANDE GUERRA ATTRAVERSO UNA RAPPRESENTAZIONE TEATRALE
(Valerio Melcore)_______Cento anni fa, come oggi, finiva la Prima Guerra Mondiale.
Il Comune di Caprarica ha deciso di fare una Commemorazione speciale ieri sera nelle Scuderie della Famiglia Greco dove è stato messo in scena lo spettacolo-rievocazione a cura di Massimo Giordano che ha interpretato Rocco, un personaggio inventato, ma non troppo, dall’autore dell’opera: Giovanni Delle Donne.
In un’ora e mezza di monologo l’attore ha raccontato la guerra, anzi quella guerra, vista da Rocco ” contadino dalla nascita e scemo prima di nascere” come lui ama ripetere..
Una guerra stupida, guidata da un idiota, il Generale Cadorna, che riteneva che per vincere la guerra bastava mandare allo sbaraglio i soldati, senza preoccuparsi di studiare una strategia adeguata al territorio e alle forze in campo. Una guerra stupida perché come verrà spiegato alla fine dello spettacolo, le terre assegnate alla fine della guerra all’Italia, con una vittoria raggiunta con il sacrifico di centinaia di migliaia di giovani, erano le stesse che l’Impero Austro-Ungarico voleva riconoscere la nostra nazione se si fosse tenuta fuori dal conflitto. Un generale idiota, che venne messo alla berlina dai suoi stessi soldati che canticchiavano questo motivetto: “Il General Cadorna, ha scritto alla Regina-se vuoi veder Trieste te lo mando in cartolina”. Considerato che data la sua incapacità mai sarebbe riuscito a strappare questa città al nemico.
Per fortuna Cadorna fu sostituito dal Generale Diaz.
Rocco, questo personaggio, sicuramente un po’ caricato, ma che ben descrive e ci fa comprendere qual’era la situazione dei soldati italiani. e dell’Italia di allora. Interi paesi dove l’unico acculturato era solitamente il prete, una società contadina che non capiva, e non poteva capire i motivi per cui la nostra nazione. Motivi che ad onor del vero facciamo fatica a comprendere anche noi a distanza di un secolo, visto che sui libri di storia, la verità non è mai stata raccontata, per esempio non una riga è stata scritta sul fatto che gli unici a trarre beneficio da quella guerra furono le industrie belliche situate al nord.
Chi come me ha vissuto con un nonno, che nelle lunghe serate invernali davanti al caminetto gli raccontava le tante storie che aveva vissuto in prima persona durante la Grande Guerra, i fatti raccontati da Rocco gli erano familiari. Un vecchio signore che da ragazzetto, venne più volte ferito sul fronte del Carso, mentre serviva la Patria cercando di svolgere al meglio il suo incarico di mitragliere assaltatore. Tra i tanti racconti, uno mi è rimasto particolarmente impresso nella memoria, e che dà il senso della stanchezza di quegli uomini, in quella guerra di trincea, dove si moriva come mosche per conquistare poche centinaia di metri, una collina o una vallata, per poi essere nuovamente respinti al punto di partenza.
Il nonno raccontava che in una di quelle tante giornate caratterizzate da marce forzate, al calare delle tenebre il comandante della compagnia dà l’alt, gli uomini possono finalmente riposare dopo una marcia estenuante, spossati dalla stanchezza, intirizziti dal freddo, bagnati dalla pioggia, con i piedi nel fango e con il pesante fardello dello zaino e delle armi. I soldati ricevuto l’ordine di fermarsi non fanno un passo in più, non si guardano intorno, non un gesto superfluo, nulla, hanno un solo desiderio dormire, piegano le ginocchia e crollano al suolo. Ma quella notte nonostante la stanchezza quel soldato non riesce a riposare, ogni tanto riposiziona la testa, dorme scomodo, la stanchezza non gli permette di rendersi conto del perché, si, dorme scomodo ma continua a dormire. La mattina quando apre gli occhi si accorge che ciò che lo ha disturbato durante la notte era un ginocchio che lui aveva utilizzato come guanciale, aveva dormito accanto, o meglio, sopra un morto.
Per concludere, lo spettacolo a cui ieri sera ha assistito una folta platea è stato a tratti comico, ma sovente è stato commovente, confesso che ho fatto fatica a nascondere l’emozione, ma è stato anche anche uno spettacolo che dà diversi spunti di riflessione perché dà uno spaccato ed una lettura inedita della nostra storia.
Prima dello spettacolo il prof. Allegro ha presentato il libro che narra la morte eroica di Luigi Cucurachi, cittadino di Caprarica morto a Corleto Perticara per salvare dalla folla inferocita un collega.
In chiusura l’attore ha ringraziato il Sindaco Paolo Greco, sottolineando la sensibilità dell’amministrazione di Caprarica per aver voluto rievocare fatti accaduti 100 anni fa , che sembrano lontani nel tempo e nella memoria e che invece ci appartengono molto più di ciò che siamo portati a pensare.
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