LECCECRONACHE / IL DOTTOR POLO VA IN PENSIONE
di Raffaele Polo______
È un avvenimento triste, per diversi motivi.
Anzitutto perché sei diventato grande, anzi vecchio. E hanno deciso che non servi più, te ne puoi andare, perdi tutti tuoi privilegi, praticamente diventi uno di quei numeri di cui non si cura più nessuno, tantomeno chi ci governa. Si, quando ci saranno le elezioni, magari qualcuno si ricorderà di te, ma il tuo voto non sarà decisivo e, quasi quasi, faresti meglio a rimanere a casa…
Poi, è un accadimento che è l’ultimo, tra i più importanti, prima dell’eterno riposo.
Insomma, l’avete capito, mi mandano in pensione. A sessantasei anni e sette mesi, con la Legge Fornero, devo lasciare la fedele poltrona che mi ha accompagnato in tutti questi anni, i timbri consunti, il computer con i files della dama e dei solitari, il tesserino di identità, il badge, insomma da domani sarò un pesce fuor d’acqua, mi sento già a disagio…
Eppure…
Eppure tutti mi sorridono e mi dicono : ‘beato te!’ oppure ‘potessi essere al tuo posto!’
E questo io non lo capisco. Soprattutto da parte dei più giovani che, assunti da poco, hanno tutto lo spirito e la voglia di spaccare il mondo, di sostituire quei vecchi incapaci come me che rubano lo stipendio e non fanno nulla da mattina a sera (questo pensano i giovani nei confronti di chi è alle soglie della pensione)..
Ora, mi chiedo: ma come è possibile che TUTTI, anche i megadirettori galattici mi portino invidia e mi apostrofino con frasi simili oppure dicendo chiaramente: ‘Almeno lei ci va, in pensione!’.
Continuo a non capire: il nostro Paese è in pieno sviluppo, ha risolto tutti i problemi e si accinge ad insegnare all’Europa come si governa e come si fanno i conti. E poi invidiano me che vado in pensione a 66 anni e 7 mesi? Ma se tra qualche giorno hanno promesso che si andrà in pensione di nuovo a 60 anni, magari anche prima?
E se tutti hanno consenso e fiducia nel futuro del Paese, com’è che invidiano me PERCHE’ POSSO ANDARMENE DALL’UFFICIO E TERMINARE LA MIA VITA LAVORATIVA?
C’è qualcosa che non va, allora.
Quando fui assunto, quaranta e passa anni fa, tutti mi dicevano ‘Beato te’.
Ora che vado in pensione, tutti mi invidiano.
Ma insomma, in che mondo viviamo?
N.B. Mia cognata, ogni volta che mi vede, mi canta la canzoncina Viva viva la Pensione, di Bruno Petrachi. Chiaramente, mi sfotte. Oppure no, che anche lei, in fondo, provi invidia per me? Nel dubbio una lacrimuccia scende dal mio ciglio… Dopo 40 anni, 40 anni di lavoro, ecco giunto il momento tanto temuto, l’ora di abbandonare il proficuo e appagante lavoro…
Category: Costume e società, Cronaca, Cultura
Grande come tutto ciò che hai scritto e fatto nella tua vita
Beato te dr Polo.
Possa tu godertela a lungo questa meritata pensione.
Ora si che potrai scrivere un bel romanzo…….
Auguri Raffaele