A CHE PUNTO E’ LA NOTTE DI REMO CROCI
di Raffaele Polo______
Se Andrea Vitali ambienta le sue storie sull’acqua di un lago del nord Italia, contornandole di personaggi ricchi di suggestione e perfettamente inseriti in un contesto dominato (anche qui) da un maresciallo dei Carabinieri, Remo Croci, esperto giornalista di Mediaset, sempre a proprio agio tra inchieste e fatti di cronaca nera, compie un’operazione letteraria certamente più intrigante e mossa da un’idea onorevole e meritoria: ovvero, ridare dignità ad un personaggio realmente esistito nel contesto provinciale di San Benedetto del Tronto, ovvero il maestro Lampo Amodio, che fu cronista per il Messaggero e scrittore di saggi teatrali, romanzi gialli e tanti articoli sparsi sulle riviste regionali.
Questa interessante proposta di Croci, iniziata col suo primo romanzo ( Un’ombra tra gli scogli) prosegue ora con ‘Una voce nella notte’, secondo romanzo noir pubblicato, come il primo, da Il Raggio Verde (15 euro).
Diciamo subito che, proprio come per Vitali, scrittore vendutissimo e pubblicizzato enfaticamente come uno dei più prolifici scrittori italiani, anche Croci non nasconde la sua predilezione per i piccoli cammei che infiorano la vicenda (rigorosamente ambientata nelle Marche) piuttosto che perfezionare una vicenda che, sovente, potrebbe apparire stucchevole e approssimata.
In realtà, è proprio dello stile di Croci voler condurre per mano il lettore attraverso una realtà romanzesca che, negli anni Settanta, riesce ancora ad esprimere una propria, indiscussa originalità ambientale: il romanzo (o il lungo racconto, scritto tutto di getto, senza scansioni in capitoli o quadri) lo fanno i personaggi, anche quelli minori, che popolano la narrazione con i loro gustosi intercalari in un dialetto comprensibile e armonico, inspessito da terminologie e soprannomi tipici di una terra ricca di tradizioni e storie, come quella di San Benedetto. E non mancano le figure reali (come non ricordare l’Uomo Plasmon, al secolo Fioravante Palestini, che in questa narrazione diventa Nino Palestrani oppure Rinaldo Olivieri, calciatore di belle speranze, con un ricco palmares?) a dare un tono di ‘cronaca’ e storicità a tutto lo scritto.
Insomma, mescolando realtà, fantasia e invenzioni più che credibili, Croci fa dipanare al suo eroe, il bravo maestro Lampo, più di una intricata vicenda, finendo per farlo approdare, rigorosamente come clandestino, addirittura nelle Canarie.
Una scrittura tersa, senza indugi o sbavature, con qualche minima concessione alle estrosità (nessuna prefazione e le note riportate tutte in fine di narrazione, senza alcuna indicazione specifica) e una riproduzione in copertina di un olio di Monica Spadoni fanno di questo lungo racconto una piacevole lettura che ha, oltre tutto, la manifesta capacità di farci scoprire luoghi e microstorie di un territorio poco frequentato nelle scelte letterarie dei nostri scrittori di noir.
E, checché ne pensi il Maresciallo Peluso, il bravo Lampo, che assomiglia un po’ a Settepaltò di Macchiavelli, finisce per emergere, simpatico e imprevedibile deus ex machina dei misteriosi fatti di San Benedetto del Tronto.