“Feritoie ogivali”, LA NUOVA RACCOLTA DI POESIE DI MARINA PIZZI PER iQdB EDIZIONI
di Chiara Evangelista______
Feritoie ogivali la pietà del muro
quando si affloscia la cicogna
in coma. Il compleanno dei sassi
si fa guerra contro chiunque. Quasi
dimessa perfino la meraviglia
di stare occasi in fronte al sole.
Medaglia al valor civile la conchiglia
canterina musicante per erigere
una giacchetta con l’alta moda.
Dal gioco dei dadi escono numeri
in un baleno, ma non vinco che
delusioni e sismi di petto senza
meraviglia. A me fatali i vizi e
le cancrene per cresime infernali.
Ogni parola si assume la responsabilità di essere la struttura portante del verso.
L’accuratezza nello scegliere i termini giusti per creare impalcature di echi del passato (Con la colla dei bambini/ attacco le figurine per la guarnigione/dell’album di famiglia, ma non serve/ sono tutte strippate dalla rabbia di/ essere nata meditabonda ed aspra,) ma anche per rantolare il disincanto del presente (Ho il fango nel sangue e non/ riesco a scovar parola. Da intrusa/ non merito sconfitta né alate farfalle/di commiato).
I versi di Marina Pizzi non rotolano nel silenzio, “il dolore fa cilecca lungo il macellaio dell’io”. Un “museo di sogni rotti” è il nuovo libro di Marina Pizzi, “Feritoie ogivali”, edito da iQdB Edzioni e disponibile su Amazon.
Dentro “castelli dal ghiaccio imbalsamati”, il verso libero straripa di sorrisi, favole, fulmini e miti dirompenti.
Una poetica che cerca oasi in cimiteri, versi che non aspettano l’alzarsi delle sbarre al passaggio a livello, per arrivare dritti al capolinea.
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